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Gli anni ’10 delle nazionali: il 2014, il Mineirazo e il trionfo della Germania

Joachim Löw ha cambiato il modo di giocare della Germania come nessuno era mai riuscito a fare prima. Veloce, rapido, fatto di tocchi di prima e di verticalizzazioni repentinee, la nazionale tedesca non è mai stata così bella da vedere, anche se tutto sembrava già finire prima ancora di iniziare. A Euro 2008 infatti il Mannschaft sembrava non riuscire ad assimilare i cambiamenti del tecnico di Schönau im Schwarzwald e dopo i gironi sembrava già tutto finito con la federazione pronta a mettere una commissione fino a fine torneo. La vittoria sull’Austria però cambiò la storia e Löw portò la squadra in finale programmando un futuro radioso. La Germania divertiva come non aveva mai fatto, ma sia in Sudafrica che a Euro 2012 arrivarono due eliminazioni in semifinale. In Brasile però nulla fu più come prima e il momento più alto arrivò proprio a un passo dalla finale contro i padroni di casa.
Dopo aver vinto il proprio girone e aver eliminato Algeria e Francia al Mineirão di Belo Horizonte i tedeschi affrontarono i padroni di casa per l’approdo all’ultimo atto del Maracanà. I verdeoro avevano due importanti assenze, quelle di Thiago Silva e Neymar, ma l’umore era alle stelle perché dopo la deludente prima fase del Mondiale, la bella vittoria sulla Colombia sembrava aver ristabilito i sudamericani.

Con un’insoltia maglia rossonera a righe orizzontali la Germania scese in campo sicura della propria forza e convinta di fare una grande partita ma nessuno immaginava cosa stava per accadere. Dopo soli undici minuti fu Thomas Müller ad aprire le danze con un piatto destro al volo da calcio d’angolo e poco dopo iniziarono i sei minuti più terribili della storia del Brasile. Miroslav Klose segnò la rete che gli permise di superare Ronaldo nella classifica marcatori di tutti i tempi, Toni Kroos realizzò una doppietta e Sami Khedira di piatto destro trafisse Júlio César per il clamoroso 5-0.
Un risultato assolutamente incredibile e inspiegabile, perché per quanto si sapesse che la compagine europea fosse più forte e organizzata rispetto a quella sudamericana, la differenza non giustificava un simile margine. Nella ripresa però la Germania non ebbe pietà e continuò a infierire e ci fu gloria anche per il neoentrato André Schürrle che realizzò una doppietta portando addirittura a sette le reti dei teutonici. A tempo ormai scaduto fu Oscar con un destro a incrociare a battere Neuer per il 7-1 e la rete della bandiera, ma da esultare c’era veramente poco.
La batosta affossò il Brasile anche in vista della finale per il terzo e quarto posto e contro l’Olanda arrivò un’altra pesante sconfitta per 3-0 mentre la Germania alzò la Coppa al cielo di Rio de Janeiro grazie alla rete di Götze che stese l’Argentina. Un Mondiale trionfale per il Mannschaft e per Löw che divenne dopo Herberger, Schön e Beckenbauer il quarto allenatore tedesco di sempre a vincere una Coppa del Mondo. Nulla però potrà più essere replicato come quello che accadde a Belo Horizonte dove per tutti sarà sempre il Mineirazo.

Francesco Domenighini

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