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Gli anni ’10 dei club: il 2016, la tripletta del Siviglia

Già nel decennio precedente il Siviglia era entrato nella storia dell’Europa League quando questa si chiamava ancora per poco Coppa Uefa. Solo i connazionali del Real Madrid erano riusciti a vincere il trofeo per due anni consecutivi, nel 1985 e nel 1986, e gli andalusi riuscirono a pareggiare questo record quando nel 2006 sconfissero il Middlesbrough ad Eindhoven e un anno dopo fu l’Espanyol a crollare a Glasgow.
I biancorossi erano già nella storia della competizione, ma lo divennero ancora di più in questo decennio e senza dover dividere il primato con nessuno. Unai Emery sedette per la prima volta sulla panchina sevillista nel 2013 dopo un passato altalenante a Valencia e un anno in Russia allo Spartak. Nella Liga la squadra zoppicava sempre e non riuscì mai a far qualificare gli andalusi in Champions arrivando due volte quinto e addirittura un anno solo settimo. A livello continentale il tecnico basco però fu impareggiabile e già al primo anno arrivò il successo a Torino contro il Benfica. Una gara brutta ma decisa ai calci di rigore con capitan Rakitić grande padrone del centrocampo e pronto per andare a Barcellona. Nella stagione seguente arrivò il bis, ma stavolta la sfida fu ben più spettacolare. A Varsavia era arrivata la sorpresa Dnipro che passò anche in vantaggio con Kalinić. L’eroe di giornata fu però Carlos Bacca, prossimo partente in direzione Milan, che con una doppietta stese Bojko per il 3-2 finale, di Krychowiak e Rotan le altre reti.
Per la prima volta il successo in Europa League dava la possibilità di approdare direttamente ai gironi di Champions League e non avendo fatto parte delle quattro piazzate dalla Liga, la Spagna potè vantare ben cinque squadre ai gironi. Gli andalusi finirono però in un girone infernale con Manchester City, Juventus e Borussia Mönchengladbach. La campagna fu disastrosa e dopo cinque partite era arrivata solo la vittoria in casa contro i tedeschi. All’ultimo turno ci sarebbe stata la sfida contro i bianconeri al Sánchez-Pizjuán per sperare di qualificarsi per l’Europa League. Un gol dell’ex Llorente e la contemporanea sconfitta del Borussia a Manchester fecero sì che gli andalusi strapparono per un punto il terzo posto ai teutonici e così tornarono nella loro competizione preferita. I primi due turni vennero entrambi decisi da due netti 3-0 in casa sui norvegesi del Molde e sugli svizzeri del Basilea prima di arrivare al leggendario quarto con l’Athletic Bilbao. Al San Mamés furono Kolodziejczak e Iborra a ribaltare il risultato dopo il vantaggio di Aduriz e la qualificazione sembrava a un passo. I baschi però replicarono lo stesso risultato vincendo in casa del Siviglia e furono così necessari i rigori. Etxebarria calciò malissimo il suo quarto tiro e Soria bloccò la palla e dopo il quinto tiro di Gameiro potè partire la festa tirando anche un gran sospiro di sollievo. In semifinale venne sorteggiato lo Shakhtar Donetsk e dopo l’ottimo 2-2 in Ucraina arrivò un netto e convincente 3-1 al ritorno con Gameiro autore di una doppietta e la terza finale consecutiva era servita.

A Basilea si sarebbe giocata anche l’ultimo atto più affascinante per gli andalusi perché di fronte avevano una squadra blasonata e dal nome storico: il Liverpool. Jürgen Klopp era riuscito a ridare un’anima, nonostante ancora parecchie difficoltà, a una squadra che da troppi anni era lontana dai grandi palcoscenici. E quando nel primo tempo Sturridge portò in vantaggio gli inglesi tutto sembrava pronto per la festa Reds. Nulla di più sbagliato perché nella ripresa il Siviglia si trasformò e annichilì i rivali. Pronti via e il solito Gameiro pareggiò i conti e poi venne fuori il protagonista che non ti aspetti. Il mediano Coke era il capitano di quella squadra in finale, ma non era mai stato un uomo da copertina, e non lo sarebbe stato più nemmeno in futuro, eppure in sei minuti trovò una fantastica doppietta che trafisse due volte Mignolet dando così la terza Europa League consecutiva al Siviglia, un record assoluto.
A fine anno le strade di Emery e dei biancorossi si divisero e non fu una buona scelta per entrambi, ma nella storia nessuno potrà mai dimenticare quelle tre fantastiche edizioni vinte sempre dagli andalusi.

Francesco Domenighini

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