Argentina, la terra del Diez. Una maglia sacra e venerata, prima nell’era Maradona, e poi dopo una lunga guerra per l’eredità, nel regno di Lionel Messi. Nel mezzo in tanti hanno fallito, e solo Riquelme è riuscito a indossarla con una certa continuità, prima di lasciarla alla Pulga con cui condivide anche il compleanno.
Ma nell’era di Lionel Messi sono stati tanti i calciatori a vestire la sua maglia numero 10, visto che non sempre è potuto partire con l’Albiceleste e in nazionale è obbligatorio assegnare i numeri in maniera consecutiva.
Il calciatore che ha vestito per più volte, precisamente 7, è il Kun Agüero, ma poi dietor di lui si scatenano nomi di ogni genere, da altri campioni del suo livello ad assolute meteore.
Nessuno ha portato quel numero per più di due volte: Di María e Banega sono i volti più noti ma contano una pluriapparizione col 10 anche Nicolás Gaitán, Enzo Pérez ed Héctor Canteros.
Presenza unica invece per altri calciatori divisi tra il romantico e l’esotico: a nomi comunque che hanno avuto acuti importanti con Pastore e Lamela, si aggiungono il Mago Erviti, Maxi Moralez, Walter Montillo (Leggi qui tutte le maglie storiche che ha vestito) e Lucas Mugni.
Attualmente Mugni, che all’epoca era considerato uno dei possibili eredi di Messi, tanto da tentare un passaggio al Newell‘s nel momento in cui la carriera stentava a decollare, ma è gradualmente scomparso dai radar del grande calcio con un trasferimento a sorpresa in Bolivia all’Oriente Petrolero, prima di tornare in leghe di un certo spessore con l’ultimo passaggio allo Sport Recife.
Sicuramente Mugni è il nome che ci si aspettava di meno in questo blocco, ma anche molti altri rappresentano delle assolute sorprese. In particolare Maxi Moralez, perché a differenza degli altri non è mai stato considerato un possibile fenomeno del calcio argentino, ma sempre un calciatore da mettere nel giusto contesto.
Ma la storia è questa, e in Argentina sorprende fino a un certo punto.
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