Giuseppe Marotta, il re Mida. Pochi dirigenti, lo dice la storia, hanno il “fiuto” del direttore dell’Inter che ha messo Simone Inzaghi nelle condizioni di vincere quasi a costo zero: tantissimi, i colpi che hanno contribuito a portare i nerazzurri due volte sul tetto e aver sfiorato anche una Champions.
Marotta si è rivelato l’uomo giusto al posto giusto. I conti, non esattamente in ordine, dell’Inter, necessitavano di un dirigente capace di muoversi sul mercato senza esborsi folli e garantire giocatori in grado di assicurare il salto di qualità. Mission impossible, spesso resa possibile da un professionista che potrebbe essere serenamente nominato professore ordinario nella gestione degli acquisti a parametro zero. Marotta è riuscito, come nessuno, a mettere sotto contratto calciatori finiti ai margini delle rispettive squadre di provenienza e renderli pedine indispensabili.
L’Inter di Simone Inzaghi non è stata costruita in un giorno. Fra i colpi più importanti, senza dubbio quelli di Dzeko e Calhanoglu seguiti dall’arrivo di Mkhitaryan. Dzeko e Calhanoglu arrivano entrambi a parametro zero e morale sotto i tacchetti, rispettivamente da Roma e Milan. Il turco sembrava avviato ad un’involuzione della propria carriera. Invece l’arrivo in nerazzurro e l’intuizione di Inzaghi lo ha trasformato in un centrocampista alla Pirlo e in una pedina fondamentale. Esattamente come lo è stato Edin Dzeko, arrivato nell’estate del 2021 dopo aver segnato tanto (119 gol) e vinto zero con la Roma. L’attaccante bosniaco sembrava alla fine della sua carriera, ma è riuscito, in due anni, a dare il suo contributo alle vittorie in Coppa Italia e Supercoppa, sfiorando anche la Champions League nel 2023. Geniale anche l’idea Mkhitaryan: l’armeno lascia la capitale dopo la vittoria della Conference League. Spremuto da anni in Premier e in Italia da Mourinho, sembrava che il suo meglio fosse già alle spalle ma all’Inter ha riscoperto una seconda giovinezza, giocando con continuità e senza alcun problema fisico. Titolarissimo e protagonista.
Incredibile, al limite del sensazionale, l’acquisto di Onana: accolto con scetticismo dopo aver lasciato a zero l’Ajax. L’estremo difensore si dimostra affidabilissimo con le mani e straordinario con i piedi. Una sola, ma grandissima stagione in nerazzurro, gli hanno schiuso le porte della Premier League e permesso una straordinaria plusvalenza a Marotta. Ceduto al Manchester United per 52 milioni e sostituito con una saracinesca come Sommer. L’Inter ha anche lasciato andare via il costoso Lukaku, dopo aver realizzato un doppio capolavoro: ceduto al Chelsea per un centinaio di milioni e riavuto in prestito. Restituito il belga al mittente, Marotta ha puntato all in su Marcus Thuram, talentuoso attaccante francese del Borussia Mönchengladbach. Operazione azzeccatissima: in coppia con Lautaro hanno formato un duo straordinario che ha trascinato l’Inter allo scudetto della seconda stella.
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