Da tempo si sente il marchio Red Bull quando si parla di calcio. Il brand austriaco infatti è entrato nel mondo del pallone dopo altre esperienze sportive. In passato, molti di voi ricorderanno le sponsorizzazioni a eventi di sport estremi o inusuali (tuffi, arrampicata, snowboarding) o le attività nel mondo Formula 1. L’acquisizione della squadra del Lipsia ha portato in auge la Red Bull, dato che la neopromossa è in seconda posizione in Bundesliga, ed ha solo recentemente perso la testa della classifica a seguito dello scontro diretto contro il Bayern Monaco.
Da anni tuttavia il gruppo aveva in gestione altri due club calcistici. La Red Bull Salisburgo, squadra militante nel campionato nazionale austriaco, patria del marchio con i due tori, ed il New York Red Bull, una delle prime società statunitensi ad accogliere vecchie glorie europee (Henry e Marquez su tutti). In tutte e tre le situazioni (Austria, Stati Uniti e Germania), l’arrivo della Red Bull ha causato una profonda spaccatura tra i tifosi. Molti di essi si sentivano violati, e sono al giorno d’oggi furibondi per la perdita di anni di storia, anche se quest’ultima non aveva mai portato titoli. L’altro ramo di tifosi, spesso più giovani, e meno attaccati alla tradizione, ha accolto con entusiasmo la nuova proprietà, focalizzandosi principalmente sull’alta possibilità di vittorie future, a seguito di grandi quantità di denaro portato dalla Red Bull. Bisogna ammettere che, nonostante le migliaia di critiche ricevute, gli austriaci sembrano saperci fare con l’amministrazione di club calcistici. A Lipsia si è passati dalla quarta divisione alla Bundesliga in circa 6 anni. A Salisburgo, dal momento dell’acquisizione (2005) sono arrivati in bacheca 7 Campionati Austriaci e 4 Coppe d’Austria. In MLS, invece, la Red Bull ha ricevuto una doppia beffa, derivante dalla diversa struttura del campionato americano rispetto a quelli europei. Nel Nuovo Continente infatti, dopo la Regular Season, si prevede un mini-torneo stile NBA per determinare la vincitrice assoluta. L’RB New York non ha mai effettivamente alzato al cielo nessun titolo MLS, ma per ben due volte (2013 e 2015) è stato il club con più punti al termine delle partite regolari.
Questi successi vengono largamente criticati per i troppi soldi spesi dal brand. Le altre squadre vengono così schiacciate, e spesso costrette a ricercare altri sponsor se desiderano la vittoria. Tuttavia, ed ora entriamo nel punto focale dell’articolo, si necessita una visione più ampia della faccenda. Analizzando le rose delle tre squadre in questione, infatti, si può notare un’età media molto bassa in relazione ai campionati d’appartenenza. Ciò a dimostrazione di un’attenzione particolare nell’ambito delle giovanili: i giovani Red Bull non vengono formati da zero, bensì strappati ad altre squadre. E questa pare essere una tattica vincente, e molto diffusa in altri club come Manchester United, Paris Saint Germain e via continuando. Vediamo ora nel dettaglio la situazione giovani di questi tre club.
RED BULL LIPSIA – Iniziamo con il club attualmente più discusso. La seconda posizione in Bundesliga potrebbe far pensare ad un altra storia simil-Leicester, ma lo stra potere dei baveresi del Bayern sembra essere più che sufficiente per poter limitare l’ondata di entusiasmo che proviene da Lipsia. Nella rosa allenata da Ralph Hasenhuttl (austriaco), si trovano dei giovani europei e non di sicuro avvenire, e che stanno facendo la fortuna di questo club.
Partiamo dall’attacco. A guidare la gioventù redbulliana c’è David Selke, punta centrale di cui si discuteva già anni fa. A 21 anni, le sue cifre sono già spaventose: da professionista sono già 21 i gol, con le maglie di Werder Brema e Red Bull. E’ stato l’Hoffenheim a curare il ragazzino in primis. Una volta passato a Brema, il Lipsia l’ha osservato ed ottenuto grazie ad una cifra ben vicina ai 10 milioni di euro. Validissimi compagni del tedesco sono il danese Poulsen, l’austriaco Sabitzer, lo scozzese Burke ed il connazionale Werner. Il primo, cresciuto nel Lyngby, è nella rosa dal 2013, ed ha già segnato 30 gol tra seconda e prima divisione. Passiamo a Sabitzer: già una colonna della nazionale austriaca, è a Lipsia dal 2015. Può già vantare quasi 100 presenze con la maglia del gruppo Red Bull, considerando la stagione passata a Salisburgo, in seguito all’acquisto dal Rapid Vienna. Per concludere in bellezza il reparto offensivo, apriamo in primis il fascicolo Oliver Burke. Ala scozzese, proveniente dal Nottingham Forest, e strappato alla concorrenza di Arsenal, Barcellona, Manchester United e Bayern Monaco per la modica cifra di 15 milioni. Che se sei nato nel 1997, sono tantini. Ultimo, ma decisamente non meno importante, il capocannoniere della squadra Timo Werner. Dal 2013 nell’orbita della prima squadra dello Stoccarda, la Red Bull se l’è assicurato per 12 milioni di euro: 9 gol e 4 assist in 16 partite sono tuttavia un buon alibi per tale cifra.
Retrocediamo al centrocampo. Parliamo subito del fratello di Sami Khedira, Rani. Classe 1994, era fidato compagno di Werner allo Stoccarda, per poi aggregarsi come la prima punta al Lipsia. Durante questa prima stagione in Bundesliga è ancora alla ricerca di un buon stato di forma, ma pare avere un ottimo potenziale, sia fisico che tecnico. Mediano, come lui, è anche Naby Keita, discusso numero 8 del club. Arrivato dall’Istres (seconda divisione francese), è passato prima da Salisburgo per poi accasarsi a Lipsia. In mezzo al campo è un dominatore, tanto che molti l’hanno già paragonato a Kantè. Ha già collezionato anche una ventina di presenze con la nazionale guineiana, ed ha un vizio del gol non indifferente nonostante la sua posizione arretrata. Tourè e Kalmar sono altri due prospetti dei tedeschi, ma entrambi devono al giorno d’oggi dimostrare il loro potenziale, e per ora restano in stato di quiescenza.
Concludiamo con la difesa. Oltre all’arrivo di Papadopoulos, 24enne greco ed ex Leverkusen, il Lipsia vanta la presenza di giocatori ancor più giovani. Su tutti il terzino brasiliano Bernardo ed il centrale tedesco Kloestermann. Il primo è un prodotto tutto della Red Bull: è cresciuto infatti nel continente sudamericano, nelle giovanili di una quarta succursale del marchio. Passato per Salisburgo, si ritrova ora titolare a Lipsia, sempre con la maglia dei due tori. Il centrale tedesco è invece prodotto del Bochum, società che ha compiuto un processo inverso rispetto al Lipisa, e che ora è sull’orlo del fallimento nonostante un glorioso passato.
Menzione particolare per Renat Dadashov, numero 9 tedesco con origini azere che si è messo in vetrina negli Europei U17 e che, nonostante non sia ancora stato aggregato alla prima squadra, è un prospetto interessantissimo. E noi ne avevamo parlato mesi fa!
RED BULL SALISBURGO – Di recente il club ha mattato il campionato austriaco, uscendone sempre da autentico dominatore a discapito di Austria Vienna e Rapid Vienna. Tutto ciò grazie all’apporto di Soriano, attaccante spagnolo in grado di trasformarsi in campo di una macchina da gol. Tuttavia, parallelamente al Lipisa, anche il Salisburgo è in grado di vantare giovani di grande prospettiva, anche se la maggioranza è probabilmente destinata a vestire una maglia in Bundesliga, dato che in Germania il giro di affari della Red Bull risulta molto più ampio.
Partiamo ancora una volta dall’attacco. A sostegno di Jonatan Soriano ci sono alcuni profili degni di essere trattati con cura dagli allenatori del club. Oscar Garcia (mister della prima squadra) può infatti contare costantemente sull’apporto di Minamino e Hwang. Nessuno dei due è austriaco, a dimostrazione della politica giovanile del gruppo Red Bull basata sull’acquisto di giovani già formati. Il primo è un’ala destra giapponese, che in questa stagione non sta rendendo al pieno del proprio potenziale, ma che già in passato si era messo in mostra. Hwang è invece una punta centrale sud-coreana, che è già nel pieno del giro della nazionale. Altro profilo è quello di Valentino Lazaro: lui è austriaco, nonostante il colore della pelle suggerisca altro. Molti esperti di mercato valutano il suo cartellino intorno ai 5 milioni: una cifra interessante per un campionato come quello austriaco.
A centrocampo uno dei profili più interessanti è quello di Radosevic, ex Napoli. Oltre a lui spiccano i nomi di Valon Berisha, centrocampista che ha deciso di restare aggrappato alle proprie origini kosovare nonostante la crescita nelle nazionali giovanili norvegesi. Per lui, addirittura, è già arrivata la gioia del gol con la maglia della nuova nazionale dell’est Europa. Suo valido compagno di reparto Konrad Laimer, solo 19enne, ma già al centro di tanti discorsi di mercato, e protagonista di una grande crescita nella stagione corrente.
Nel reparto difensivo, invece, spicca su tutti il nome di Dayot Upamecano. Il difensore centrale dallo strano cognome è ormai una colonna della squadra, ed è nato nel 1998. Cresciuto nel Valenciennes, è stato pagato 3 milioni dagli austriaci. Altro profilo interessante quello di Caleta-Car, terzino croato, oltre che l’inglese Wisdom, che resta tuttavia di proprietà del Liverpool.
RED BULL NEW YORK – Difficile stabilire un efficace settore giovanile in un campionato come la MLS che si basa ancora troppo sull’arrivo negli Stati Uniti di vecchie glorie europee. Tuttavia, pur non avendo giovani strabilianti, la Red Bull vanta comunque una delle rose più giovani del campionato.
E’ Alex Muyl la promessa offensiva della squadra. In grado di agire sull’intera trequarti. Il classe ’95 tuttavia è ancora alla ricerca di una certa continuità che forse, porterebbe le sue prestazioni ad un altro livello.
Sean Davis è invece il profilo più interessante in mezzo al campo. A 23 anni sta aspettando la prima chiamata nella selezione statunitense, ed al giorno d’oggi è titolare nella squadra. Insieme al suo, la Red Bull sta monitorando la crescita di Tyler Adams, che a soli 17 anni, potrebbe essere titolare già in molte altre squadre della MLS.
Pressoché assente la presenza di giovani nel reparto difensivo. Justin Bilyeu ha soltanto 22 anni, ma avrebbe bisogno di un filotto di prestazioni positive per entrare davvero nell’11 titolare della squadra.
Abbiamo dunque visto come la Red Bull, seppur spendendo capitali non indifferenti, sia già riuscita a coprirsi sul futuro. Che piaccia o meno, questo sembra essere un metodo vincente!