La fine della stagione in Argentina ha portato con sé il trambusto del calciomercato, ma non solo: tra le tante trattative ed i nomi chiacchierati o sognati, anche molti ritiri. Come ogni anno, infatti, tanti calciatori si sono accomiatati dai rispettivi tifosi, annunciando la fine della loro carriera professionistica ed appendendo le scarpette al chiodo.
Campioni del Mondo, vincitori di Libertadores ed un oro olimpico: vediamo i più illustri tra gli addii.
La Fiera ha posto fine alla sua terza tappa al Newell’s Old Boys e, contestualmente, alla sua carriera, che l’ha portato a vestire anche le maglie di Espanyol, Atlético Madrid, Liverpool e Peñarol.
Simbolo della Lepra, con cui ha vinto il titolo nel 2013 (“Il più importante della mia vita”) e di cui è il secondo miglior marcatore con 94 gol, è però ricordato soprattutto per due gol con la Nazionale argentina: quello al Messico negli ottavi di finale del Mondiale 2006 (che fu eletto miglior gol della manifestazione) ed il rigore decisivo segnato all’Olanda nella semifinale del Mondiale 2014.
È stato anche campione del Mondo Under-20 con l’Argentina nel 2001.
“Il sogno della mia vita era che le mie figlie mi vedessero campione col Newell’s e giocare un Mondiale con l’Argentina”
Uno dei più grandi “What if” del fútbol argentino dello scorso decennio: la sua apparizione nel Vélez Sarsfield, con cui vince i titoli del 2009 e del 2011, era stata folgorante, tanto quanto fu difficile il suo successivo ambientamento all’Inter, un continuo ed a volte stancante “vorrei ma non posso”.
Nel suo successivo peregrinare tra Sunderland, Sampdoria ed Atlas, come sempre costellato di infortuni, non ha fatto altro che confermare quella sensazione di incompiutezza. Il ritorno al Fortín è stata la conclusione naturale de suo percorso: “Non volevo ritirarmi in altro luogo che non fosse questo, qui mi sento a casa”.
Quei due titoli che sembravano l’inizio di una carriera sfavillante, sono rimasti gli unici, cui si affianca l’aver fatto parte del gruppo vice-campione del Mondo nel 2014 in Brasile.
Sulla strada per i 40 anni, anche Colo ha detto basta, e con un lungo post sui suoi social ha salutato e ringraziato i tifosi e tutti i club di cui ha vestito la maglia: Argentinos Juniors, Boca Juniors, Milan, San Lorenzo, Alavés, Atlético Madrid, Villarreal, Deportivo La Coruña, Newcastle e Aldosivi.
Certo, quando lasciò gli Xeneizes per approdare al Milan nel 1999 ci si aspettava un’altra carriera per il riccioluto difensore centrale, che alla fine però ha trovato la sua dimensione a Newcastle, dove in 8 stagioni è stato capitano ed ha saputo affermarsi in Premier League.
Tre titoli d’Argentina tra Boca e San Lorenzo, una Coppa Intertoto con il Villarreal ed una discreta carriera con le Nazionali giovanili: si consacrò campione del Mondo Under-20 nel 2001 e vinse la medaglia d’oro olimpica con l’Under-23 nel 2004.
Il giorno tanto temuto dai tifosi del River Plate è alla fine arrivato: quello dell’addio di Leo Ponzio. A 39 anni, il centrocampista della Banda ha infine calcato per l’ultima volta il campo per l’ultimo quarto d’ora del Trofeo de Campeones contro il Colón, mentre aveva salutato il pubblico del Monumental durante l’ultima di campionato contro il Defensa y Justicia.
Nonostante si sia lungamente legato, nel corso della sua carriera, anche a Newell’s Old Boys e Real Saragozza, Ponzio è diventato un simbolo dei Millonarios, con cui ha giocato dal 2007 al 2009 e per un decennio dal 2012 al 2022.
Fu parte integrante della rosa che risalì dall’inferno della B Nacional, diventando poi capitano e referente del ciclo Gallardo, con cui ha vinto tutto: 2 Copa Libertadores, 1 Copa Sudamericana, 3 Copa Argentina, 1 Liga Profesional.
Chiude la sua carriera professionistica da giocatore più titolato della storia del River Plate con 14 allori.
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