La sconfitta, pesante, con il Messico aveva portato numerose critiche verso una nazionale partita in questa olimpiade con ambizioni di medaglia. Il successo di ieri, al fotofinish, contro il Sudafrica ha confermato le difficoltà della Francia soprattutto sotto l’aspetto difensivo ma ha anche messo in mostra un Gignac in forma strepitosa. L’attaccante, inserito come fuoriquota, ha deciso di saltare l’inizio del campionato messicano per partecipare a queste olimpiadi e al momento è il vero e proprio uomo in più della nazionale francese. Quattro gol e un assist in due partite e la voglia di trascinare i propri compagni alla fase ad eliminazione diretta; ora la sfida con il Giappone dove il centravanti del Tigres è chiamato ad un’altra grande prova.
Il fatto di non aver esultato, chiedendo addirittura scusa, dopo la rete contro il Messico aveva portato Gignac nel bel mezzo di un ciclone di polemiche. L’attaccante classe 1985 non è stato minimamente colpito dalle critiche rispondendo nel miglior modo possibile, sul campo. Contro il Sudafrica, in una gara decisiva per il futuro della sua nazionale, ha realizzato tre gol e fornito l’assist per il quattro a tre definitivo. Una vittoria ossigenante per la Francia che può ancora sperare nel passaggio del turno; nell’ultima giornata, però, bisognerà cambiare tante cose a partire dalla fase difensiva. Sette gol subiti in centottanta minuti, e soprattutto la facilità con cui gli avversari arrivano nei pressi di Bernardoni, devono portare ad una modifica immediata.
Più che di modulo si tratta proprio dell’attenzione messa in campo da Kalulu e compagni. Se la fase difensiva balla clamorosamente l’attacco è trascinato da Gignac, il fuoriquota perfetto per una nazionale giovane (che ha dovuto cambiare pelle per le scelte dei club di Ligue One di non mandare vari elementi) chiamata ad una rapida crescita. Per passare il turno, infatti, bisogna cambiare ritmo con la consapevolezza di avere in attacco un porto sicuro, un leader a cui affidarsi nei momenti di maggiore difficoltà. Trentacinque anni e non sentirli; Gignac è l’uomo in più di una Francia ancora in fase di rodaggio.
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