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Nella città svedese di Sundsvall è in corso un’invasione spagnola

Percorrendo Nybrogatan fino al civico 25, a Sundsvall, ci si imbatte in un ristorante chiamato Saffran (“zafferano” in svedese), noto in tuta la città per le tapas e la cucina iberica. Leccornie mediterranee, tartaletas e calamares, gamberi e pulpo a la vinagreta, croquetas, stuzzicanti abbinamenti tra jamón e huevo, per finire con l’immancabile crema catalana, il tutto gustato in una zona dove la temperatura media d’inverno scende spesso attorno ai -10°. Il contrasto tra la neve del Västernorrland e il calore andaluso stordisce l’animo di chi non concepisce la presenza spagnola in questa zona della Svezia, ed è immediato, perché le grandi migrazioni iberiche in Scandinavia risalgono ormai alla guerra civile spagnola e in ogni caso avevano come destinazioni Stoccolma, Malmö, Göteborg, Norrköping e Västerås. Non certo Sundsvall, città che caratterialmente mal s’addice all’estroverso temperamento festoso degli spagnoli. E se nel 1945 gli spagnoli in Svezia erano soli 38, oggi se ne contano circa 10mila.

La stagione appena trascorsa è stata molto positiva per il GIF Sundsvall, ottavo in Allsvenskan con 12 vittorie, 44 punti e 47 reti segnate (18 delle quali da Linus Hallenius). Addentrandosi nel miglior piazzamento dell’ultimo trentennio, poi, si scopre che cinque calciatori nella rosa di Joel Cedergren provengono proprio dalla Spagna. Il mister, dal canto suo, è contentissimo: «Senza Juanjo Ciércoles e David Batanero non potremmo praticare il gioco che pratichiamo. Sono stati ottimi centrocampisti, se non i migliori d’Allsvenskan». «Il fatto che tanti spagnoli siano a Sundsvall non è una strategia esplicita, ma il vice allenatore Ferran Sibila (attualmente all’IFK Göteborg, ndr) è spagnolo e ha buoni contatti nel suo paese d’origine» ha raccontato Batanero, mentre Moros Gracia spiegava che il calcio svedese è simile a quello spagnolo malgrado inizialmente lo ritenesse inferiore.

«Vengono acquistati in questo modo, incontrano nuove culture, lingua e squadra. Potrebbe volerci del tempo» aveva rivelato un tentennante Joel Cedergren alla stampa. Il dubbio fu immediatamente dissipato e oggi si parla di «spansk invasion», invasione spagnola. Non solo in campo: Ciércoles è abile nel grigliare e lo dimostrò invitando i quattro compagni e Ferran Sibila a un barbecue nei pressi della NP3 Arena insieme a Linda Zetterberg, Emma Asp e Eva Lundholm (https://www.youtube.com/watch?v=w-lwyepZFbc). Il 8 aprile 2018, poi, prima della gara contro il Trelleborg, la componente iberica organizzò un buffet a base di cibarie spagnole per i compagni che apprezzarono. Ancora, il 5 febbraio 2018 i calciatori e la dirigenza del GIF Sundsvall assisterono al derby tra Barcellona ed Espanyol (nel post partita Ferran Sibila – 30enne stipendiato da Soccer Services ed elogiato da Cesc Fábregas – organizzò un meeting coi Pericos per stabilire una collaborazione). Infine, l’8 ottobre 2018 in GIF Sundsvall-Kalmar c’erano 4234 spettatori: tra di essi, una trentina di spagnoli, parenti dei calciatori in campo. La gara finì 2-0 e fu decisa, ironia della sorte, dagli iberici Batanero e Haro.

Le storie degli spagnoli a Sundsvall hanno storie simili, così simili che il responsabile dell’ufficio stampa della società spagnola Sabadell – Pau Vituri – scherzò: «Abbiamo giocatori di qualità, ma ora sono così pochi che spero che nessun club in Svezia possa rubarceli». Il riferimento è a Pol Moreno Sánchez, Juan José “Juanjo” Ciércoles Sagra e David Batanero Puigbó. Il primo è un difensore classe ’94 nato a Badalona, a nord-est di Barcellona, cresciuto nel Sant Andreu e al Sabadell dal 2014. Il secondo è originario di L’Hospitalet de Llobregat ed è cresciuto nel vivaio dell’Espanyol prima di approdare al Sabadell. Il terzo crebbe pure lui nell’academy dei Pericos e approdò in Svezia nel marzo 2017 sempre dal Sabadell. Pol Moreno è stato l’ultimo a raggiungere i connazionali nel Norrland (acquistato nel luglio 2018), Ciércoles nel gennaio 2018 volle provare un’esperienza in Scandinavia – la prima all’estero – a 29 anni. Non sono solo le loro, le storie da raccontare. Il valenciano Carlos Moros Gracia nacque a Sagunto nel 1993, crebbe nelle giovanili dei Taronges e nel maggio 2015 vinse una borsa di studio presso l’Università di Philadelphia: non si trovò benissimo e il 20 marzo 2017 accettò l’offerta dalla Svezia. Ancora, David Haro Iniesta (punta classe ’90) nacque a L’Ametlla del Vallès e giocò pure per Hospitalet, Gimnàstic e Reus, da dove partì per Sundsvall nel luglio 2018. Inizialmente per i primi spagnoli vi furono problemi burocratici, il ds del GIF Urban Hagblom intervenne e le procedure oggi sono ben più automatiche. Suècia, un camí recurrent.

Matteo Albanese

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