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Giaccherini: un italiano come noi

C’è un pizzico di tutti noi in quella corsa di Emanuele Giaccherini verso la panchina dopo un gol che ha aperto le porte di un sogno. In quella corsa con mano battuta violentemente sul petto c’è tutto l’impegno di questi ragazzi e tutta la voglia che noi italiani vorremmo vedere.

Giaccherini è l’emblema di questa Nazionale ma anche di noi stessi. Dobbiamo essere umili, rischiare, sbagliare ma alla fine riuscirci ed Emanuele è tutto questo. Con la Scozia lo stesso tipo di inserimento alle spalle della difesa e due errori grossolani sotto porta; contro il Belgio la partita comincia male con qualche controllo maldestro, un pallone che lo scavalca e termina in fallo laterale.

Ma poi c’è una seconda opportunità per lui come c’è per tutti noi: quella palla di Bonucci è un gioiello, il suo controllo e tiro qualcosa di ancora più prezioso. Segna Giaccherini e segna per noi. In quel momento lo abbiamo abbracciato tutti perché ha rappresentato al meglio la determinazione e la voglia degli umili, le capacità intuitive e volitive degli italiani.

In una nazionale senza vere e proprie star ci affidiamo anche a gregari di lusso, a gente che se spronata al modo giusto sa dare il 100% e rispettare lo stemma che porta sul petto. Gran merito di Conte, certo, abilissimo stratega nel costruire una squadra con ordine e personalità.

Un anno fantastico quello del nostro Emanuele che ha sognato come tanti di noi di scappare dall’Italia ma poi ha ritrovato se stesso proprio dentro la Penisola. È tornato più grande, più forte e più maturo.

Adesso Giak blinda la sua titolarità e può sognare in grande. Ha illuminato gli occhi di milioni di italiani che per ritrovare se stessi avevano bisogno di vedere in campo una grande Nazionale: abbiamo avuto quello che volevamo, grinta, carattere e cuore. Tutto è cominciato lì con un capolavoro arrivato dopo tanti sbagli: è lo spirito giusto, è lo spirito italiano di impegnarsi, sapersi arrangiare e vincere ogni difficoltà.

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