Categories: Calcio

Tramonti austriaci e fortune avverse (o diverse)

Un match dal sapore nostalgico, piccolo piacere di antica data, con numeri da 1 a 11 senza nomi dietro la schiena. Una sfida intrigante, da un lato il club più antico d’Italia, dall’altro la quarta forza della Bundes. Una partita di prestigio, perché Ivan Juric e Julian Nagelsmann promettevano fuoco e scintille, con 90′ vissuti intensamente e dall’inequivocabile sapore di calcio offensivo. Alla fine è 3-2, l’Hoffenheim ha ceduto il passo al Genoa e se da un lato è comprensibile, dall’altro molto meno. Okay che la testa sia al preliminare di Champions da disputarsi tra quattro giorni, ma francamente la tenuta atletica dei tedeschi ha convinto davvero poco. Le note più belle risuonano dalla panchina del Genoa, dove Juric ha ammirato tre reti una più bella dell’altra e finalmente sembra che l’amalgama per il Grifone 2017/18 sia in cascina. Resta da non sperperarlo, la parte più difficile del gioco, ma va detto che nel 2015 i rossoblù persero a Vigo (e persero Perotti, per infortunio). Lo scorso anno il precampionato fu sfavillante, poi però alla lunga sono uscite difficoltà. Arrivo al dunque: prendere i primi sei mesi della scorsa stagione e cambiare la parte finale è ora la missione di Preziosi o chi per lui. Se il buongiorno si vede dal mattino…

Primo tempo – Si parte alle 17:02, dunque in leggero ritardo rispetto alle previsioni, e sarà forse per questo motivo che i gol non tardano ad arrivare. Dopo soli cinque minuti è Ermin Bicakcic ad incornare poderosamente in gol un traversone da calcio d’angolo: come capitato spesso nella scorsa stagione, il tallone d’Achille della retroguardia rossoblù (as known as ogni tipo di palla inattiva) si rivela fatale. Comprensibile peraltro che i neo arrivati Zukanovic e Spolli abbiano ancora da registrare l’intesa per affinare quei movimenti che in futuro si spera diventino automatici, come piccoli ingranaggi all’interno di un orologio custodito gelosamente al polso di Ivan Juric. Per il resto la partita vive di fiammate e l’Hoffenheim non tradisce il suo ruolo di ottima rappresentante della Bundesliga: il Grifone arriva vicino al pari con un colpo di testa di Ninkovic su azione arrembante di Bertolacci (8′), mentre Zuber tenta la conclusione da lunga distanza con scarsa fortuna. I ragazzi di Nagelsmann penetrano facilmente la flebile difesa dinanzi a Perin, ma improvvisamente, al pari di un lampo inaspettato, Nikola Ninkovic si traveste da cecchino e spara una bordata che bacia la traversa ed entra in porta (25′). Come detto, si va a capovolgimenti di fronte: Zukanovic rischia l’autorete ma Perin è prodigioso, poi al 28′ Miguel Veloso si riscopre letale e dal suo repertorio tira fuori una parabola a giro sotto l’incrocio di Baumann. Due perle assolute, mentre su Twitter l’umorismo regnava sovrano e qualche tifoso rispondeva al profilo dell’Hoffenheim con un “Der nächste Sonntagsschuss“, un altro gol della domenica. Si calmano i ritmi, le squadre si colpiscono rispondendo ai colpi dell’avversario a loro volta, addirittura Zukanovic riesce nella mirabile impresa di farsi ammonire in un’amichevole.

Secondo tempo – Il Grifone che rientra in campo non ha più Rigoni e Muñoz ma Gentiletti e Pandev: si passa al 3-4-3 di gasperiniana memoria. Sale sugli scudi il Cholito Simeone, tempo di esibirsi in uno slalom speciale che qui in Austria è quasi di casa e sparare però debolmente su Baumann. Zuber abbozza un’iniziativa, poi è Ninkovic a divorarsi il doppio vantaggio con un flebile sinistro. Nagelsmann inserisce nella mischia Nordtveit e Hoogma, alzando vertiginosamente il baricentro della sua già offensiva creatura. Siparietto curioso al 54′, quando uno striscione “Preziosi vattene” fa la sua apparizione dietro la porta dell’Hoffenheim. La girandola dei cambi è utile soltanto ad arricchire il tabellino e provare vari schemi. Al 60′ poi, Julian Nagelsmann ha cambiato la squadra in toto, inserendo 9 giocatori: Kobel, Zulj, Schulz, Posch, Skenderovic, Hack, Ochs, Gnabry e di nuovo Bicakcic che era uscito da poco. La confusione non fa bene al Grifone, salvato soltanto da un Perin in versione Airone di Latina e provvidenziale in due uscite basse col brivido. Aveva fatto il suo ingresso in campo la stellina Serge Gnabry, reduce da un grande Europeo Under21, e sulla sua prima azione della partita è nato il pari dell’Hoffenheim: gran cross dell’ex Werder Brema, colpo di testa perfetto del difensore olandese Justin Hoogma. Rosi aveva peraltro emulato Zukanovic guadagnandosi un giallo, prima dell’ultima rivoluzione voluta da Juric: dentro in un colpo solo Galabinov, Salcedo, Omeonga, Hiljemark e Fiamozzi. Alla lunga la sensazione prevalente è che il Genoa avesse più gamba dei tedeschi, e sfruttando l’effervescenza dei neo entrati ecco che l’equilibrio la faceva da padrone. Solo Serge Gnabry pareva aver il ritmo necessario per martellare ripetutamente sulla sua corsia, eppure l’Hoffenheim si è quasi sciolto col progressivo calar del sole. All’83’ è entrato Morosini per Zukanovic, così da aver lasciato in campo il solo Perin per i 90′ totali. Mancava solo una cosa per rendere un bel pomeriggio un bel pomeriggio vincente: un gol. Quello arrivato da Andrey Galabinov all’84’, una grandissima rete con botta all’incrocio dei pali per il vantaggio del Grifone. C’è ancora stato spazio per un po’ di gran calcio, con triangolazioni ardite sull’asse Fiamozzi-Salcedo e servizi al centro per Pandev, con una perfetta chiusura difensiva di Santiago Gentiletti. E poi basta, col il più bello dei tramonti austriaci a salutare le due squadre: buona fortuna all’Hoffenheim, impegnato nei preliminari di Champions, arrivederci al Genoa che ora completerà il ritiro precampionato a Bardonecchia.

Il tabellino:
Genoa (4-3-3): Perin; Muñoz (dal 46′ Gentiletti), Zukanovic (dall’83’ Morosini), Spolli (dal 59 Rosi), Laxalt (dal 66′ Omeonga); Rigoni (dal 46′ Pandev), Veloso (dal 59′ Cofie), Bertolacci (dal 66′ Hiljemark); Lazovic (dal 66′ Fiamozzi), Simeone (dal 66′ Galabinov), Ninkovic (dal 66′ Salcedo). All: Juric
Hoffenheim (3-4-3): Baumann; Vogt, Hübner (dal 53′ Hoogma), Bicakcic (dal 53′ Nordtveit); Kaderábek, Polanski, Rupp, Zuber; Terrazzino, Uth, Szalai. All: Nagelsmann
Reti: 5′ Bicakcic, 25′ Ninkovic, 28′ Veloso, 62′ Hoogma, 84′ Galabinov

Matteo Albanese

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