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Genk Station, luogo di arrivo e partenza per il calcio europeo

Che Genk sia uno dei porti di sicuro attraccaggio per i giovani calciatori in cerca di fama europea, è risaputo e sottolineato dalle grandi figure calcistiche che hanno calcato i rigogliosi campi della Luminous Arena (ristrutturata nel 1999) situata all’angolo di Stadionplein 4: sono esattamente 141 gli stranieri che hanno indossato la divisa del Genk . Non stiamo assolutamente affermando che i “blues” siano una società satelite del grande calcio, ma col senno di poi si potrebbe pensare che l’attuale allenatore Albert Stuivenberg preferisse avere questo particolare team, composto da tutti i top player andati via da quest’isola felice.

La squadra si schiererebbe con un 3-4-3 iper offensivo, composto da:

Thibaut Courtois: il gigantesco portiere belga nato nel 1992 a Breer, ha trascorso un’intera vita con la maglia Blues addosso, frequentando tutta la trafila giovanile dal 1999 al 2009; passerà in prima squadra nel luglio 2010, dove collezionerà da titolare 45 partite con un pessimo record di 49 reti subite, a causa anche di un’inconsistenza difensiva solita in quegli anni. Il 26 luglio 2011 passa ai Blues di Londra per una cifra intorno ai 5 milioni e mezzo e saluta i tifosi commossi nell’ultima partita nello stadio che lo ha cresciuto.

Il terzetto difensivo è composto da Kabasele-Koulibaly-Mbodj: se per i primi due, le fortune europee si sono tradotte in un trasferimento, per il primo al Watford in Premier League per quasi 7 milioni e per il secondo nel campionato italiano al Napoli per quasi 8 milioni, il terzo ha praticamente spostato il suo orizzonte di pochi chilometri andando a soggiornare nella vicinissima Anderlecht per 3 milioni. Questo terzetto difensivo avrebbe garantito fisicità massima e una copertura sufficiente per il gioco offensivo da riprodurre.

A centrocampo troviamo nomi che risuonano nei migliori stadi europei, ma anche storie particolari: potreste intravedere il gigante nigeriano in mediana che porta il nome di Wilfred Ndidi, penultimo accasatosi lontano da Genk per una cifra vicina ai 18 milioni; forse una delle perdite più sanguinose per il neo tecnico Stuivenberg che avrà difficoltà a reperire un giocatore dalla mole così generosa abinata ad una tecnica più che discreta.

Come mezzala ritroviamo Defour: la storia parla da sola, accusato di alto tradimento per il trasferimento allo Standard Liegi, sono quasi scomparse le sue tracce dai radar della cittadinanza e sono in pochi a ricordare la sua tecnica e il modo in cui ha interpretato il ruolo di mezzala di sinistra e trequartista. A fargli compagnia in mediana arriva Kebano: il talento delle giovanili del Psg ha avuto vita breve con la maglia Blues ma ha provocato una buona plusvalenza per la società belga, essendo stato acquistato per poco più di 3 milioni e rivenduto per quasi 9 milioni e mezzo al Fulham.

In un crescendo di talento, troviamo nella posizione più avanzata del rombo del centrocampo, un calciatore affascinato e sedotto dalla città eterna costituita da Romolo e Remo: Sergej Milinkovic-Savic. Il tuttocampista utilizzato nelle ultime stagioni da Inzaghi e Pioli alla Lazio, promesso sposo alla Fiorentina con cui è avvenuto quasi uno scontro diplomatico, è una delle perle più lucenti passate alla Luminous Arena, con cui ha un feeling particolare: infatti nell’unico anno rimasto a Genk, Milinkovic ha timbrato 5 volte il cartellino dei marcatori, tutte davanti al proprio pubblico; il suo trasferimento per 9 milioni alla Lazio ha sancito la potenziale crescita e ascesa del ragazzo nel calcio europeo.

 

Il tridente offensivo è qualcosa di pazzesco, da far battere i denti a tutte le difese avversarie:

Leon Bailey-Cristian Bentekè-Kevin De Bruyne: in tre hanno registrato la bellezza di 290 presenze, 81 gol e 69 assist, numeri assurdi per tre giocatori che si stanno imponendo nel calcio europei come menestrelli di un football nuovo, un movimento tecnico che porta il concetto di fisicità e velocità oltre un limite prestabilito in passato. Il Genk ha usufruito dalla loro vendita solamente 33 milioni, che con il senno di poi sarebbero potuti diventare qualcosa in più: una plusvalenza maggiore o magari una partecipazione fissa alla coppa europea dalle grandi orecchie.

Vincenzo Nasto

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