Era il 1 luglio 2015 e, mediante i suoi canali ufficiali, la MasterCard annunciava in via ufficiale come da lì a tre anni avrebbe continuato a sponsorizzare la UEFA Champions League. Questa extension of long-standing partnership sarebbe durata fino al 2018: il Chief Marketing Director di MasterCard, Raja Rajamannar, disse più meno queste parole: “We are very proud and excited to renew our sponsorship of the UEFA Champions League, a long-standing partnership dating back to 1994. During this time we’ve seen countless priceless moments on the pitch and the passion of the fans has continued to grow around the world for this great competition”. Segnalo l’hashtag #priceless, parte fondamentale dell’arcinota pubblicità. Per tutto il resto c’è MasterCard. E anche il Marketing Director della UEFA Events SA, Guy-Laurent Epstein, aveva commentato il prosieguo della partnership: “We are very pleased to continue our long-standing partnership, MasterCard will continue to play an integral role in bringing the UEFA Champions League closer to fans”. Negli anni, associare la massima competizione europea per club con il marchio impresso sulle carte di credito è diventato automatico. Forte non solo dell’advertisement, ma soprattutto dello stretto legame decennale tra due enti che hanno trovato un percorso comune per condividere al mondo vari moments that will live long in the memories of both avid fans and sporting neutrals.
L’ultimissima trovata pubblicitaria della MasterCard, poi, è assolutamente geniale. La compagnia ha deciso che avrebbe offerto i biglietti per la finale a chi avrebbe saputo colpirli maggiormente. Il tutto, condiviso con #MadnessOrPriceless, oltre a invogliare ogni tifoso persuadendolo a ottenerli, ha stimolato la curiosità di tantissimi appassionati. Un semplice sondaggio, poi, obbliga chi avrà raccolto più voti a mantener la promessa in cambio dei tanto desiderati biglietti. Fino a dove puoi arrivare per la tua squadra? Questo tifoso colchonero, ad esempio, aveva promesso di dipingersi il corpo di rojiblanco e trascorrere così una giornata: per strada, sui mezzi pubblici, a lavoro. Ma c’è anche gente che, prima di Benfica-Dortmund aveva promesso di trascorrere una giornata con un avversario: due signori sono stati costretti ad indossare una sola maglietta che li univa, metà rossa e metà giallonera. Altri si sono tatuati in testa il vessillo della propria squadra dopo essersi tagliati i capelli. Altri ancora hanno promesso di farsi quattro paesi d’Europa a piedi. Infine, un video simpatico in cui ad alcuni bambini viene chiesto il ruolo in cui vorrebbero giocare: nessuno sceglie di stare in porta, ma quando sbuca fuori Gigi Buffon e chiede di allenare solo i portieri, tutto cambiano velocemente idea. Molti la chiamano madness, loro la chiamano priceless.
L’ultima genialata risale al match d’andata tra Real e Atlético. L’esperimento, che in pratica consisteva nel applicare elettrodi a ventosa sulla zona toracia di due tifosi per misurarne le palpitazioni, è stato condotto dallo sport scientist dott. Arturo González. La descrizione è questa: football emotions are difficult to control, MasterCard presents the Heartbeat Challenge. We selected two passionate rival fans and gave them a shared challenge: keeping calm during an entire football match. If their combined average heart rate is under 80 bpm both will win UEFA Champions League tickets. Comincia il match, le due cavie (una rojiblanca, l’altra merengue) assistono alla partita davanti alla tv e predicano calma: la tensione si alza, il primo gol di Ronaldo alza i bpm dell’aficionado colchonero che toccano quota 120. Tante occasioni si susseguono, i compagni li invitano a non agitarsi, ma tutto è inutile perchè poi CR7 segna di testa. Due a zero, i bpm dell’aficionado blanco salgono a 135. Ad certo punto, poi, compare una scritta: we invited an experienced goalkeeper to help them keep calm. Fa il suo ingresso nell’esperimento Santiago Cañizares. “Restano ancora 15 minuti, tenete duro” è il monito dell’ex portiere proprio mentre i battiti si attestano su 110 circa, “Non siate nervosi”. Al triplice fischio i due tifosi in causa, il colchonero Jose Arqueros e il blanco Rodrigo Perez, si stringono la mano: è il momento della verifica. Ok guys, let’s see if you succeded and you’re getting the tickets for the second leg. La trepidante attesa, il contabattiti impazzisce, Cañizares porta le mani giunte, si urla “fermati, fermati” ma lo strumento non si impietosisce e supera quota 80 bpm. Delusione, mani nei capelli, poi l’ex portiere prende però la parola: “It’s impossibile not to live the passion of the Champions and keep your heart rate under 80 bpm watching Real Madrid vs Atletico. You’ve given your heart for your teams, that’s why MasterCard invites you and your friends to the match“. Mostra i biglietti, Cañizares, tutt’intorno si festeggia e ci si abbraccia anche tra cugini arcirivali. Ha vinto il Real per 3-0, sono felici tutti comunque. “Ho pianto più di loro” dirà l’ex portiere alla fine dell’esperimento. Giving your heart to your team. Some call it madness, we call it priceless.
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