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Fuori al Mondiale, ma Campioni all’Europeo: i precedenti

L’Italia è riuscita a compiere un’impresa straordinaria cancellando la drammatica doppia sfida contro la Svezia che aveva costretto gli Azzurri a rimanere a casa dal Mondiale in Russia. Una delusione enorme e che per molti sarebbe stata ben difficile da superare, invece l’arrivo di Roberto Mancini ha ridato forza e coraggio a una squadra che soli tre anni dopo è arrivata in finale dell’Europeo e spera di alzare al cielo di Wembley il suo secondo trofeo continentale. La Nazionale non sarebbe però la prima a vincere il titolo successivamente a un tonfo così grande come la non qualificazione a una Coppa del Mondo e allora andiamo a vedere chi in passato è già stato in grado di stupire il mondo.

CECOSLOVACCHIA 1976
La Cecoslovacchia non sembrava aver avuto nella nuova generazione una squadra tale da poter sostituire degnamente i suoi grandi predecessori degli anni ’60 e i risultati nel nuovo decennio furono deludenti. Eliminata al girone del Mondiale di Messico 1970 e non qualificata né per l’Europeo del 1972 né soprattutto per il torneo iridato del 1974 dove a sorpresa arrivò seconda dietro alla Scozia. Il non essere andati in Germania Ovest venne visto come un fallimento, ma nonostante questo venne riconfermato ancora il commissario tecnico Václev Ježek che in Jugoslavia compì un vero e proprio miracolo. A Zagabria in semifinale riuscì a fermare il Calcio Totale dell’Olanda di Johan Cruijff con una splendida prestazione, con la gara che si concluse ai tempi supplementari con le reti decisive di Nehoda e Veselý. Dopo aver eliminato i vicecampioni del mondo, la nazionale cecoslovacca si apprestava a realizzare una seconda clamorosa impresa: sconfiggere la Germania Ovest campione d’Europa e del mondo in carica. Fu una delle più grandi finali della storia con Müller e Hölzenbein che dovettero pareggiare due volte le reti di Švehlík e Dobiaš, con il portiere Viktor autore di parate eccezionali. Si andò dunque ai calci di rigore e l’errore decisivo fu di Hoeness che sparò alle stelle, mentre Panenka superò Maier con il più leggendario dei cucchiai regalando al mondo una sorpresa incredibile.

 

 

OLANDA 1988
Dopo i favolosi anni ’70 l’Olanda iniziò un brusco e inatteso declino negli anni ’80, nonostante stava per formarsi una nuova straordinaria generazione. Dopo aver perso l’appuntamento per il Mondiale 1982, ci riprovò nel 1986 arrivando però solamente seconda dietro all’Ungheria nel girone e accedendo ai playoff. Lo scontro sarebbe stato contro i vicini di casa del Belgio e furono i Diavoli Rossi a qualificarsi grazie alla rete segnata nel finale da Grün che costò una clamorosa e inattesa eliminazione da parte degli Oranje. In Germania Ovest due anni dopo vi era dunque grande voglia di rivalsa, eppure ancora una volta il girone iniziò in maniera negativa con la sconfitta contro l’Unione Sovietica. Marco Van Basten prese però per mano la squadra con una straordinaria tripletta contro l’Inghilterra e in semifinale fu una sua splendida spaccata in scivolata regalare il successo contro i tedeschi padroni di casa. Nella finale di Monaco di Baviera la sfida fu ancora contro l’Unione Sovietica e la partita venne decisa da due prodezze, la prima con uno splendido colpo di testa di Ruud Gullit e poi con il capolavoro più scintillante della storia dell’Europeo. Van Basten calciò al volo con un eleganza divina e da posizione impossibile batté Dasaev per il definitivo 2-0, consegnando così all’Olanda l’unico titolo della propria storia.

 

 

 

 

DANIMARCA 1992
A metà anni ’80 la Danimarca era uscita dall’anonimato calcistico arrivando in semifinale all’Europeo nel 1984 e dimostrando un grande calcio offensivo al Mondiale 1986. Il deludente torneo continentale del 1988 tolse però molte certezze e la mazzata definitiva e inattesa avvenne in occasione delle qualificazioni al Mondiale in Italia, dove i biancorossi furono in vetta alla classifica fino all’ultima giornata. Nell’ultima giornata a Bucarest sarebbe bastato un pareggio per strappare il pass per il Belpaese, ma dopo il vantaggio immediato di Poulsen ci fu il blackout totale e grazie a Balint, autore di una doppietta, e Sabău fu la Romania a qualificarsi. I danesi non si qualificarono nemmeno per l’Europeo del 1992, ma la guerra civile in Jugoslavia permise alla nazionale di venire ripescata e nel girone compì un miracolo. Dopo aver pareggiato con l’Inghilterra e perso con la Svezia riuscì a compiere un miracolo battendo battendo la Francia con gol di Elstrup e in semifinale portò fino ai calci di rigore i campioni in carica dell’Olanda. Schmeichel fu straordinario protagonista quando parò la conclusione di Marco Van Basten che valse la finale contro i campioni del mondo della Germania che vennero incredibilmente sconfitti per 2-0 grazie alle magnifiche conclusioni da fuori area di Jensen e Vilfort.

 

 

 

GRECIA 2004
La semplice partecipazione a un grande torneo rappresentava già una straordinaria gioia e soddisfazione per la Grecia che prima del 2004 era riuscita a qualificarsi per grandi tornei solo all’Europeo del 1980 e al Mondiale del 1994. Così, quando gli ellenici nel 2001 arrivarono penultimi nel girone di qualificazione a ben dieci punti da Inghilterra e Germania e a cinque dalla Finlandia terza, nessuno si sorprese della sua assenza dal torneo iridato. Le sorprese iniziarono però dalle qualificazioni successive quando la Grecia si lasciò alle spalle Spagna e Ucraina riuscendo così a qualificarsi all’Europeo dove all’esordio riuscì a sconfiggere il Portogallo padrone di casa. Il pareggio ancora una volta contro le Furie Rosse bastò per qualificarsi ai quarti di finale e dare il via alla straordinaria leggende di Angelos Charisteas. Il centravanti del Werder Brema fu mattatore della gara contro la Francia con un perfetto colpo di testa e in finale, dopo che Dellas fu decisivo contro la Repubblica Ceca, replicò anche nella finale contro il Portogallo anticipando Ricardo per l’1-0 che fu la più grande sorpresa di sempre nella storia dell’Europeo.

Francesco Domenighini

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