Il Cile è in finale di Copa America ma quest’anno ci arriva contro ogni pronostico. La figura chiave di questa squadra quest’anno non è uno dei soliti Alexis Sanchez, Edu Vargas o Vidal ma José Fuenzalida.
Che crescita questo ragazzo e che super Copa America. Fuenzalida rappresenta a pieno l’evoluzione in questo torneo del Cile, squadra partita al rilento che si è riscoperta grande nelle partite che contavano davvero. Dal vincere al 90’ su un rigore molto discutibile contro la Bolivia a spiegare il calcio al Messico e a mettere in ginocchio la Colombia.
In queste ultime due partite si è visto il miglior Cile ma anche il miglior Fuenzalida. Un giocatore di gamba, posizione e intelligenza; un gregario che si sa adattare con grandissimo spirito di sacrificio in qualsiasi zona del campo.
Eppure le cose un anno fa non gli andavano così bene: nel Boca Juniors di Arruabarrena era solamente un comprimario da inserire a partita in corso spesso sacrificato come terzino di destra. Un giocatore che diceva la sua ma aveva pochi minuti per dimostrare il suo reale potenziale.
Andata ai margini della sufficienza la sua avventura in azul y oro è rientrato in patria nella squadra che lo ha lanciato nel grande calcio, la U Catolica, squadra del suo destino assieme al Colo Colo.
Qui Fuenzalida ha ritrovato se stesso, minuti e continuità. Ha vinto un campionato da protagonista diventando un giocatore chiave per gli equilibri di una squadra che giocava un calcio propositivo e doveva in qualche modo bilanciarsi.
Quindi la chiamata di Juan Antonio pizzi per questa Copa America del centenario, una lenta scalata fino ad arrivare ad essere l’uomo simbolo della rinascita di una nazionale data per morta. Migliore in campo assieme ad Edu Vargas nella partita contro il Messico; padrone della scena nella tempestosa notte di Chicago contro la Colombia dove dà il via all’azione dell’1-0 e mette anche in gol il pallone del KO.
In questa Copa America sta giocando come ala ma ha dimostrato di poter essere tranquillamente una mezz’ala o un esterno puro di centrocampo. Un tuttofare umile e di grande efficacia: un anno dopo lo storico trionfo chi l’avrebbe mai detto che il protagonista del Cile sarebbe diventato José Fuenzalida.
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