Se c’è una squadra che in questo inizio di stagione ha stupito tutti gli addetti ai lavori (e probabilmente anche buona parte dei suoi tifosi), quella è senza dubbio il Friburgo delle meraviglie Christian Streich, protagonista di un miracolo calcistico con pochi precedenti nella storia della Bundesliga.
Certo, per tirare le somme di un’intera stagione è ancora troppo presto, ma le prime 7 giornate di questa Bundesliga ci hanno mostrato un Friburgo straordinario, capace di battere per 2-1 una squadra come il Borussia Dortmund, senza scomporsi di fronte alle costanti folate di uno dei reparti offensivi più forti e talentuosi al mondo. A dimostrazione, tutto questo, di una proprietà che sembra aver finalmente capito di avere come allenatore uno dei migliori di Germania e, forse, uno dei migliori in Europa: non è un caso, infatti, che un grande del calcio tedesco come Heynckes abbia detto che Streich “a ogni salvezza meriterebbe il premio di allenatore dell’anno”.
Proprio per mettere nelle migliori condizioni possibili il suo top player in panchina, quindi, l’ad Hartenbach ha deciso il miglior mercato possibile per un allenatore come Streich: non ha ceduto nessuno dei suoi pupilli ad eccezione di Santamaria, che ha voluto a tutti i costi tornare in Francia e che è stato intelligentemente sostituito da Maximilian Eggestein, un giocatore che, pur rappresentando tuttora uno dei prospetti più interessanti del calcio tedesco, è stato pagato appena 5 milioni di euro.
Il mercato, tuttavia, non varrebbe assolutamente nulla senza un’idea di gioco ben precisa, capace di far emergere il Friburgo fra tutte quelle squadre che navigano in mezzo alla classifica: nei 10 anni al Friburgo, Christian Streich è infatti riuscito a plasmare uno stile di gioco incredibilmente adattabile ed efficace, che non ha mai contato su un singolo giocatore, capace di risolvere una partita per poi andarsene il mercato successivo ma che al contrario si è rivelato perfetto per tutti gli interpreti che sono passati per la città del Baden-Württemberg.
In questo inizio di stagione, questo stile di gioco ha letteralmente fatto la fortuna del Friburgo, capace di giocare un calcio “tedesco” ma molto efficace. Nella squadra guidata di Streich, non a caso, a spiccare è una fase difensiva solidissima, la migliore di tutto il campionato tedesco con appena 5 gol subiti. D’altro canto, l’attacco non ha certo deluso: i vari Höler, Jeong, Grifo, Sallai e Petersen si sono sempre fatti trovare prontissimi, tanto che loro hanno contribuito a 8 degli 11 gol segnati dai Breisgau-Brasilianer. Da evidenziare, poi, come Vincenzo Grifo sia diventato sempre più l’uomo simbolo della squadra, tanto che il suo talento ha in più di un’occasione fatto la differenza, soprattutto in una costruzione del gioco che è andata incontro ad un’evoluzione inaspettata.
Il grandissimo inizio di stagione del Friburgo di Strecih, quindi, è tutto fuorché frutto di un caso fortuito. Il lavoro (o, sarebbe meglio dire, capolavoro) che sta dietro alla creazione di una delle realtà più romantiche e allo stesso tempo economicamente sostenibili del calcio tedesco, dopotutto, non può essere sminuito. Come non può essere sminuita la figura di un allenatore, Streich, che se allenasse un top club chissà dove potrebbe arrivare.
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