Seppur non rientri tra le prime tre favorite del Mondiale, ovvero Germania, Brasile e Spagna, le aspettative riguardo la Francia crescono a dismisura ogni giorno. Inevitabile, con una tale quantità di talento di cui disporre nel reparto d’attacco. Ma finora questo talento si è visto soltanto a tratti, soprattutto anche a causa di una mancanza di equilibrio, il maggior problema a cui Deschamps deve far fronte negli ultimi due mesi e mezzo prima dell’inizio di Russia 2018. Una questione di uomini e di scelte, e indirettamente anche di modulo per poter fare rendere al meglio la squadra. Con un punto fermo intorno a cui gira l’intera nazionale: Paul Pogba.
Il fenomeno del Manchester United sta attraversando mesi difficili dopo aver dominato tra dicembre e gennaio. Il gol gli mancava però da oltre quattro mesi, lo ha ritrovato nell’amichevole contro la Russia. Il gesto tecnico più importante della serata è in realtà stato l’assist per il primo gol di Mbappé, perché rappresenta in pieno quello che Pogba deve essere per la Francia: il creatore di gioco. Non è forse la sua principale caratteristica, ma è uno sforzo extra a cui Deschamps lo ha già chiamato durante l’Europeo del 2016, con buoni esiti.
In un centrocampo così poco tecnico – Kanté, Matuidi, Tolisso e Rabiot gli altri – il classe 1993 spicca per fantasia se si tratta di impostare e uscire palla al piede per ribaltare il fronte. Con un Pogba regista va da sé che alzargli eccessivamente la posizione come interno in un 4-3-3 possa essere un rischio troppo grande. Sarebbe il ruolo più adatto alle sue caratteristiche tecniche e anche quello che più può funzionare – con Kanté davanti alla difesa e uno tra gli altri tre, interni di professione, sul centro-sinistra – ma potrebbe spaccare in due la squadra in orizzontale e rendere ancora più complicate le uscite. Contro la Russia spesso Kanté e Rabiot si sono trovati palla al piede e pressati dai centocampisti avversari, mostrando quanto Pogba sia fondamentale davanti alla difesa per impostare il gioco.
A ciò si va ad unire un’altra necessità di Deschamps, ovvero quella di schierare in posizione centrale d’attacco Antoine Griezmann. Se con l’Atletico le Petit Diable si è sempre mosso in posizione di seconda punta, in Nazionale ha svariato di più, giocando spesso anche sull’esterno per favorire la presenza di un attaccante più puro come Giroud o Lacazette in un eventuale 4-3-3. La mente ritorna però all’Europeo del 2016: quando il Colchonero è stato spostato al centro, dietro a Giroud, ha espresso il proprio miglior calcio e ovviamente tutta la Francia ne ha risentito positivamente. Ha potuto svariare per il campo, creare gioco e occasioni, cercarsi la posizione e dare il meglio di sé. Sommato al fattore Pogba, questo lascerebbe propendere per uno schieramento decisamente più offensivo, un 4-4-2 spregiudicato con due ali offensive e due punte.
Il rischio che la squadra si riveli troppo votata all’attacco è comunque alto, soprattutto se sulle fasce dovessero muoversi Dembelé e Mbappé. In avanti è infatti molto probabile che Deschamps opterà per un’alternanza tra Lacazette e Giroud, come avvenuto anche nelle fasi di qualificazione. Due attaccanti con caratteristiche diverse, ma entrambi adatti a giocare da riferimenti unici con un compagno con licenza di svariare. Ma con una difesa che non ha mai dato certezze fino in fondo, concedere troppi spazi può diventare eccessivamente pericoloso, soprattutto contro squadre che sanno sfruttarli al meglio. E anche inserendo Lemar al posto di uno dei due esterni – o spostando Mbappé centralmente – la situazione non migliorerebbe. Sembra servire compattezza, quella che la Francia finora non ha avuto.
Gran parte dei problemi manifestati dalla Francia anche nella stessa fase di qualificazione passano proprio dall’equilibrio di squadra. Nelle amichevoli contro Russia e Colombia Deschamps ha però cambiato ancora, segnale che forse la decisione finale non è ancora stata presa. Un temporeggiare a totale pericolo di Les Bleus: presentarsi al Mondiale senza certezze è rischioso, soprattutto contro squadre che ne hanno già da mesi. Il girone sulla carta agevole può favorire le scelte tecniche e tattiche del CT, ma le sorprese sono sempre dietro l’angolo.
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