Francia-Islanda non è solo l’ultimo atto dei quarti di finali, in cui verrà determinata la quarta squadra semifinalista, ma rappresenta lo scontro tra due nazionali antitetiche.
I Galletti di Deschamps erano prima e continuano ora, ad essere la squadra favorita alla vittoria finale, essendo la nazione ospitante e avendo la rosa migliore delle ultime nazionali rimaste. L’Islanda è invece la vera e propria outsider di Euro 2016, e ora, per entrare tra le prime 4 del torneo, dovrà battere i migliori.
Francia e Islanda si sono affrontati nella loro storia calcistica ben 11 volte, dalle quali sono risultate 8 vittorie per i Bleus e 3 pareggi; gli Islandesi non hanno mai vinto. E proprio con questa consapevolezza una nazionale che rappresenta un totale di 327.600 abitanti, sfiderà una realtà imponente come la Francia, conscia del fatto che tutta la sua nazione starà incollata ai televisori (contro l’Inghilterra lo share è stato del 99.8%).
Le due formazioni sono imbattute dall’inizio del torneo, avendo vinto entrambi nei 90′ minuti il corrispettivo ottavo di finale e non avendo mai perso nel girone in cui la Francia ha totalizzato due vittorie e un pareggio, l’Islanda una vittoria e due pareggi.
Tutta la Francia questa sera avrà gli occhi puntati sugli 11 galletti che scenderanno in campo contro l’Islanda. La Francia guidata da Deschamps, già campione ad Euro ’84 ed Euro 2000, ha avuto finora un cammino abbastanza agevole, classificandosi prima in un girone ampiamente alla portata e incontrando agli ottavi l’Irlanda.
Tuttavia il gioco francese, nonostante la nazionale transalpina abbia avuto partite in cui sarebbe bastato poco per imporsi, non ha mai convinto. Emblema di questo mio pensiero è proprio la prestazione contro l’Irlanda. La Francia è infatti scesa in campo con un atteggiamento remissivo di fronte alla nazionale irlandese ben più concreta e consapevole dei suoi mezzi che dopo soli 3 minuti è riuscita a conquistare un rigore, poi realizzato da Robbie Brady.
Poi nella ripresa abbiamo avuto finalmente l’occasione di una Francia diversa: fuori l’ammonito Kante, dentro Coman e cambio di modulo da 4-3-3 a 4-2-3-1 con la coppia Matuidi-Pogba ad impostare e la linea dei 3 trequartisti formata (da destra a sinistra) da Coman-Griezmann-Payet dietro all’unica punta Giroud. Questo nuovo assetto ha dato la possibilità ai francesi di cambiare marcia e di sfruttare al meglio le caratteristiche dell’attaccante dell’Arsenal che con due assist (il primo per il 2-1 di Griezmann, il secondo per l’espulsione dello stesso Griezmann) è stato determinante almeno tanto quanto il compagno dell’Atletico Madrid, autore di una doppietta.
Questa sera i ragazzi di Deschamps incontreranno una nazionale simile tatticamente all’Irlanda, che non mollerà un centimetro e lotterà fino alla fine, ma sulla quale la Francia ha la possibilità di imporsi fin dal primo minuto. Dovrà scendere in campo una Francia consapevole dei proprio mezzi, i cui giocatori non si ‘specchino’ troppo, ma giochino in modo concreto e utile alla causa. Se i galletti scenderanno in campo con questo atteggiamento ci sarà poco da fare per gli avversari. La Francia si aspetta molto da questa nazionale, e il 10 luglio comincia ad essere sempre più vicino.
Essere tra le migliori 8 alla prima partecipazione ad Euro 2016, battendo l’Inghilterra agli ottavi, può già essere considerata una favola. Entrare nelle prime 4, battendo i padroni di casa della Francia, che ha una popolazione 200 volte più grande la quella islandese (66 milioni su 300.000 più o meno), sarebbe un evento indescrivibile.
L’Islanda però è una nazione con un grande cuore che, come vi avevamo già raccontato, ha investito molto sul calcio, ed ora è arrivata ai quarti di finali raccogliendo quanto seminato negli ultimi 15 anni. Questa sera, alle ore 21, nella terra dei vulcani si punta il 100% dello share, cercando di convincere a vedere la partita anche quelle 600 persone che non avevano voluto. Al di là del risultato, con la Francia sarà una partita storica, che potrebbe segnare la storia calcistica di un paese, ma analizziamo come gli islandesi sono arrivati a questo confronto.
Ottenendo due pareggi con Ungheria e Portogallo, l’Islanda è riuscita a battere l’Austria nei minuti di recupero, scavalcando il Portogallo al secondo posto, ma capitando nella parte di tabellone più complicata. Il primo atto è inaspettatamente andato bene: dopo essere passati in svantaggio causa la rete su rigore di Rooney, l’Islanda è stata in grado di ribaltare il match con le reti di Sigurdsson e Sigthorsson. Poi la formazione dello svedese Lagerback è riuscita ad amministrare la partita con esperienza e a resistere moto bene agli attacchi inglesi.
Ora però l’impresa con l’Inghilterra va momentaneamente cancellata perché, coloro che dai tifosi sono chiamati Strakarnir okkar (i nostri ragazzi), saranno costretti questa sera a un miracolo sportivo. La sensazione, da esterno, è che questa favola finisca oggi, ma se fossi un tifoso islandese spererei fino all’ultimo di esultare con l’haka denominato “Geyser sound” del mio capitano Aron Gunnarson.
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