Alla vigilia di questo campionato europeo U21 chiunque si sarebbe giocato la casa sulla vittoria della Francia. Onestamente, una rosa che vanta tanti calciatori che si sono già presi la scena a un livello superiore non può che essere considerata la favorita assoluta della competizione. Giovani in rampa di lancio come Camavinga, il neo Reds Konaté, Badiashile, Edouard a cui si sono aggiunti nella seconda fase di questo nuovo format calciatori ormai affermati come Aouar (indisponibile a marzo), il grande escluso da Deschamps Upamecano e Caqueret al posto di altri pezzi pregiati come Lafont, Koundé e Kamara. Il ricambio di rosa ha coinvolto orizzontalmente tutte le squadre in gioco e non è neanche lontanamente una scusa che possa giustificare l’uscita di scena ai quarti de Les Bluets.
La Francia ha approcciato la gara con piglio contro l’Olanda, ma non ha saputo mantenere il morso sulla partita dopo il vantaggio firmato da Upamecano. Le continua sortite di Ikoné hanno messo a dura prova gli Oranje, privi nelle fasi finali del torneo anche di Koopmeiners che si era rivelato l’uomo di punta di Van de Looi sia in fase di costruzione che in interdizione. Sono mancati gli acuti di Aouar, è mancata fame a Edouard ed è mancata l’attenzione a una difesa sulla carta di alto profilo. Ai punti, la Francia ha costruito tanto, ma non ha mai dato l’impressione di poter effettivamente chiudere la partita lasciato spazi golosi all’Olanda. In questo senso, la doppietta di Boadu stupisce relativamente, specialmente se pensiamo alla seconda rete (firmata nel recupero) in campo aperto. L’eccessiva sicurezza nei propri mezzi ha fatto riversare i francesi nell’area avversaria senza curarsi di quanto potesse accadere alle proprie spalle.
Sicurezza che già in passato ha impedito alla Francia di accaparrarsi un titolo che sembrava facile da conseguire alla vigilia. Basti pensare alla fase a gironi di marzo che ha visto la Francia soccombere alla Danimarca, insidiosa nell’approccio alla gara ma infinitamente inferiore tecnicamente; o allo scorso europeo italiano, in cui Les Bluets sono riusciti a vincere la lotteria delle migliori seconde passando il turno con molta più sofferenza del previsto. In quel caso, fu la Romania a vincere il raggruppamento a tre e i francesi la spuntarono su Italia e Danimarca soltanto di un punto tra le migliori seconde. Il tracollo contro la Spagna di Ruiz poteva essere preventivato, ma non nelle dimensioni con cui è avvenuto. Un 4-1 senza diritto di replica che ha visto i galletti perire sebito dopo e nonostante il vantaggio siglato da Mateta.
Nonostante la Nazionale maggiore abbia vissuto una vera epoca dorata a fine anni ’90 con la vittoria del mondiale casalingo e l’europeo del 2000, quella generazione non era emersa a livello giovanile con l’U21 che ha trionfato in Europa soltanto nel 1988 per poi non qualificarsi nelle successive due edizioni. Lo stesso è accaduto per la generazione che si è costruita prima del trionfo in Russia con l’U21 che non si è MAI qualificata agli europei tra il 2007 e il 2017. Incredibile, infine, il caso dello scorso mondiale U20. La Francia di Gouiri, Adli e Kamara era indubbiamente considerata tra le migliori squadre del continente. La vittoria nel girone del Mali, contro cui si è scontrata anche la squadra di Nicolato ai quarti, aveva inizialmente confermato questa sensazione, ma puntuale è arrivata la doccia fredda statunitense. La sconfitta per 3-2 contro gli U.S.A. è stata l’ennesima prova vuota di contenuti, ma piena zeppa di autocelebrazione. La rimonta dopo lo svantaggio firmato da Soto aveva ancora una volta illuso i transalpini che hanno mostrato il fianco nel momento in cui la gara sembrava mettersi in discesa. La controrimonta è stata il non-plus-ultra della vanità di una Nazionale dall’altissimo potenziale.
L’uscita di scena di ieri pomeriggio è stato soltanto un altro mattoncino in una storia costellata di prestazioni di questo tipo. Il talento delle rose non basta ad aggredire competizioni brevi contro avversari affamati. Il nuovo format ha impedito a molte squadre di avere una continuità di condizione e rendimento, ma già nella fase a gironi la Francia aveva mostrato le sue solite falle.