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Fra Parigi e Montecarlo: Ludovic Giuly

Tanti storie che si incrociano e ricordi che tornano alle mente in vista del big match della giornata fra PSG e Monaco. Su tutti, certamente ricordiamo Ludovic Giuly, uno dei calciatori francesi più noti dello scorso decennio. Centrocampista, utilizzato prevalentemente come ala: applaudito ovunque, professionista degno di nota, tranne che per Raimond Domenech che non gli perdonò mai un sms inviato a alla moglie, e con un passato in entrambi i club che si sfideranno nel posticipo allo Stade Louis II.

Dopo gli inizi nel Lione, squadre della sua città, arriva nel gennaio ’98 la chiamata dei monegaschi: una storia ricca di successi (scudetto, coppa di lega, supercoppa e la celebre finale di Champions League del 2003-2004, persa contro il Porto di José Mourinho), gol pazzeschi (tutti ricorderanno il tacco nei quarti di finale contro il Real Madrid oppure la sforbiciata resa famosa dai filmini di Fifa 06) e diverse convocazioni in nazionale con cui vinse la Confederations Cup del 2003. Un ritorno da figliol prodigo poi nel 2011, coi monegaschi retrocessi, per una stagione. Morale della Favola? 268 presenze e 66 reti. Nel mezzo tre anni a Barcellona, dove riuscirà a vincere la Champions League (proprio a Parigi contro l’Arsenal di Arsène Wenger, altro passato per Montecarlo), e uno alla Roma, dove sfiorerà lo scudetto. Poi, eccoci arrivare ai giorni parigini: triennale datato estate 2008 e tre stagioni di livello, una coppa di Francia ma forse con qualche rimpianto. Ci troviamo in un’epoca di transizione in quel di Parigi e sotto la torre Eiffel non c’è grossissima progettualità. Colony Capital, uno dei fondi che nel 2006 aveva rilevato il club da Canal +, manderà avanti la baracca per qualche anno, non riuscendo mai a poter competere effettivamente contro le big di Francia finché non arriveranno i milioni degli arabi. Da allora la musica cambierà definitivamente (quattro gli scudetti conquistati dagli sceicchi fino ad oggi) e le vie fra Monaco e Parigi torneranno a incrociarsi sempre più frequentemente.

Il resto è storia recente: dalla promozione nel 2013, tantissimi scontri al vertice non senza esserci colpi di scena di volta in volta, con l’ultima stagione culminata nella maniera più incredibile possibile. Quest’anno la musica sembra essere un po’ diversa, ma gli ultimi eventi ci hanno abituato a non lasciare mai nulla per scontato nella lotta al vertice fra Monaco e PSG. E, visti i rendimenti non troppo esaltanti del Marsiglia, “Le Classique” degli ultimi anni sembra proprio esser la sfida fra parigini e monegaschi.

Marco Aurelio Stefanini

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