Istanbul. Una delle metropoli più belle e affascinanti del mondo.
Una città in cui convivono culture, costumi e tradizioni diverse, spesso non sempre in facili rapporti tra loro.
Una città enorme, con ben 14 milioni di abitanti, l’unica al mondo ad essere in due diversi continenti allo stesso tempo.
Particolare, molto, anche sotto l’aspetto calcistico, ormai considerato da molti sociologi come un interessante oggetto di studio della società.
L’antica Costantinopoli può vantare ben cinque squadre iscritte al massimo campionato: Besiktas, Buyukseihr, Fenerbache, Galatasary e Kasimpasa.
Tre di queste, come chi è pratico dei temi trattati su questo portale ben saprà, hanno spesso e volentieri animato le lotte per il titolo di campione di Turchia, partecipando spesso anche alle competizioni europee sin dal 1962, quando l’entrata in Europa della nazione era un’idea che pareva lontana anni luce. Eppure la federcalcio turca scelse di annettere le proprie squadre e la propria nazionale alle gare targate UEFA.
Anche quest’anno e squadre di Istanbul Besiktas, Fenerbache e Galatasaray stanno occupando le prime tre piazze della classifica.
Il Fenerbache di Vitor Pereira e il Besiktas saranno probabilmente le due squadre che si contenderanno la vittoria dello scudetto, visto che il Galatasaray, lo scorso anno conquistatore sia del titolo che della coppa nazionale, è distante ben tredici punti dalla vetta della classifica, un delta troppo ampio per ambire a un nuovo scioglimento felice dell’anno calcistico.
Al momento il verdetto della graduatoria è parzialmente a favore dei canarini. Parzialmente perché il Besiktas ha due gare giocate in meno, potendo balzare in testa alla classifica in caso di conquista di sei punti nei due recuperi.
La Turchia è ricca diventata metà assai gradita e apprezzata anche dai grandi del mondo del calcio, come dimostrano le scelte fatte da calciatori ed allenatori di grandissima fama negli ultimi anni. Da Drogba a Sneijder, passando per Van Persie ed Eto’o, in tanti hanno optato per le terre dell’ex impero ottomano per le ultime battute della propria carriera, accompagnati da contratti alla Paperon de’Paperoni ed accolti all’arrivo in aereoporto da tanti tifosi festanti.
Anche in Italia è arrivato il richiamo del calcio turco. Dopo più di dieci anni dall’esperienza di Fatih Terim sulle panchine di Fiorentina e Milan, a compiere il percorso inverso sono stati, a distanza di non molti mesi tra loro, Roberto Mancini e Cesare Prandelli, con quest’ultimo reduce dalla cocente delusione brasiliana alla guida dell’Italia.
Prandelli e Mancini scelsero il Galatasaray, club fondato da europeisti, che vedevano sin dai primi anni del ‘900 l’entrata in Europa come un’occasione di crescita e di progresso per la nazione.
Club che è da sempre contraddistinto da una fortissima rivalità con il Fenerbache, nato nella zona est di Istanbul e appartenente, quindi, a una zona della città che era più interessata a guardare ad Oriente, dove avvenivano scambi commerciali con il resto del continente asiatico.
Di questa diversità di vedute a livello ideologico oggi è rimasto ben poco, essendo Istanbul una città (e lo è il mondo in generale) completamente diversa rispetto a oltre cento anni fa.
Eppure la rivalità è rimasta intatta, spesso purtroppo accompagnata da terribili scontri tra le due tifoserie.
Il Kitalar Arasi derby è un evento comunque straordinario. Tra canti, coreografie e partite dalle grandi emozioni, la storia di questa classica del calcio mondiale meriterebbe forse un libro a parte.
A chi fosse interessato a saperne di più, rivolgiamo l’invito a cercare in rete il racconto di una calda giornata dell’aprile del 1996, con protagonista principale l’allora allenatore del Galatasaray, lo scozzese Souness (che fu anche un grande calciatore, vinse da protagonista e capitano una Coppa dei Campioni nel 1984).
Molti dei grandi giocatori transitati per la Turchia in questi ultimi anni hanno dato sfoggio delle loro qualità nella Super Lig. Un esempio attuale? Mario Gomez, partito da Firenze dopo tre anni meno esaltanti di quanto previsto al suo arrivo in Italia. Ora è capocannoniere (13 reti) ed a suon di gol sta dando una grossa mano al Besiktas nella corsa al titolo.
A fargli compagnia, in vetta alla classifica marcatori, c’è Samuel Eto’ò, che non ha perso il vizio del gol nonostante l’età ormai parecchio avanzata e la militanza in una squadra non di vertice.
Uno dei punti di forza del Fenerbache è Nani, che a suon di gol e assist rappresenta il grimaldello in grado di scardinare le difese avversarie sulla corsia di sinistra.
I tifosi del Galatasaray, nonostante la classifica poco soddisfacente, possono sempre compiacersi dei colpi di classe di Wesley Sneijder e dalla solidità difensiva del camerunense Chejdou, con un buon passato anche in Francia prima di approdare ad Istanbul.
Un campionato in cui andare a svernare senza fare brutte figure? Non proprio…..Anche se sicuramente il livello tecnico è inferiore di parecchio ai 3-4 migliori campionati del mondo.
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