Alla vigilia dei quarti di finale del campionato europeo, l’eco della ecatombe azzurra continua a farsi sentire nelle stanze della FIGC con possibili ripercussioni anche inaspettate che potrebbero spazzare via Gabriele Gravina e Luciano Spalletti, ancora al loro posto dopo la debacle a Euro 2024.
Gabriele Gravina ha scelto di anticipare le elezioni. Erano in programma a marzo, ma il presidente della FIGC ha scelto di affidarsi alle urne già nel prossimo novembre. Una decisione che si presta a diverse interpretazioni. Cercare di chiudere al più presto un periodo buio e riprogrammare il futuro del calcio italiano con mesi di anticipo. La seconda ipotesi, sostenuta dai più maliziosi, riguarda una scelta di campo. Le elezioni anticipate permetterebbero a Gravina di non dare il tempo necessario ai possibili avversari di organizzare le contromosse. La politica non è sport e si regge su questioni di opportunità. È noto che l’attuale numero uno del calcio italiano abbia, come ogni dirigente apicale, nemici e amici che tessono le loro trame a protezione dei loro privilegi o dei loro protetti. Accorciare i tempi potrebbe far saltare il banco di alleanze e trattative. Difficile che in quattro mesi l’opposizione possa programmare il candidato di “rottura”.
Vi è anche un terzo scenario: non è detto che Gravina voglia ricandidarsi considerati i rapporti spesso tesi con le leghe che gli hanno di fatto impedito di portare a termine le riforme. Dunque non è impensabile che torna di moda il nome di Giancarlo Abete. Il “vecchio che avanza” per un calcio che proprio non riesce a cambiare pelle? In realtà sarebbe una scelta conservativa a salvaguardia delle riforme. Abete è un uomo forte del calcio italiano, è un dirigente di lungo corso, equilibrato ed ha anche il pregio di essere stato fra i pochi a rassegnare le dimissioni dopo un torneo fallimentare (Mondiale del 2014). Allo status quo, ha in mano la LND (che si traduce nel 34% dei voti) e potrebbe essere il “paciere” di cui il calcio ha bisogno per avviare la rifondazione.
Chi invece sembra più a rischio di tutti è Luciano Spalletti che dopo un Europeo perso in modo indecoroso, rischia di pagare un prezzo altissimo. Lo scollamento dal gruppo è apparso evidente ed appare davvero difficile ripresentarsi dopo aver accusato i calciatori di scarsa personalità. Le elezioni, in programma il 4 novembre, arrivano dopo le prime giornate tre di Nations League contro Belgio, Israele e Francia e alla vigilia dello scontro diretto, in teoria, con i transalpini. E se Spalletti non registrerà un cambio di passo rischierà di essere messo da parte, specialmente se Gravina non sarà rieletto. Il neo Presidente di solito rompe sempre con il passato e tagliare i fili con un CT indifendibile nei risultati sarebbe un primo tangibile (anche dal punto di vista squisitamente politico), passo verso il cambiamento.
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