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Figc, emendamento Mulé ed elezioni: istruzioni per l’uso

Emendamento Mulé, Lega Serie A e FIGC, sarà scontro? Il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina e il presidente della Lega serie A, Lorenzo Casini, appuntamento alle 9 del mattino per un cappuccino bollente. La sensazione è che ci possa essere una resa dei conti legata all’emendamento che potrebbe scavare un solco decisivo e cambiare la direzione della governance del calcio italiano.

Cosa è l’emendamento Mulé e perché è così importante

La domanda è lecita: perché per la Serie A è così importante che l’emendamento Mulé sia approvato? E perché Gravina convoca Casini? La risposta è nei pesi elettorali delle parti deputate all’elezione del presidente della FIGC. Mulé vuole alzare l’asticella della quota riservata alla serie A in nome di una  “equa rappresentanza che tenga conto anche del contributo economico apportato al sistema”. Tradotto in soldi e potere, perché di questo si tratta, significa che chi è il motore del calcio, ovvero la serie A, è destinato ad avere più peso politico.

Come funziona l’elezione del Presidente della FIGC

Lorenzo Casini presidente Lega Serie A
Immagine | Ansa

Allo status quo, l’elezione del presidente della FIGC è legata al voto di sette componenti: la Lega Serie A, la Lega Serie B, la Lega Pro, la Lega Nazionale Dilettanti, i calciatori, gli allenatori e gli arbitri. I delegati delle tre leghe professionistiche sono i presidenti delle squadre o i loro rappresentanti (quindi 20 delegati per la Serie A, 20 per la Serie B e 58 per la Lega Pro). La Lega Nazionale Dilettanti ha invece 91 delegati, gli atleti 52, i tecnici 26 e gli ufficiali di gara 9. Il voto dei delegati di Serie A è moltiplicato per 3,1. Quello della Lega Nazionale Dilettanti per 1,93. In totale, quindi, la Lega Nazionale Dilettanti ha 176,53 voti elettorali contro i 62 della Lega Serie A. Dunque il massimo campionato non è decisivo per le sorti delle elezioni, anzi ha una percentuale piuttosto marginale.

Mulé, Figc e Serie A: chi rinuncia a qualcosa?

Come diceva Totò, però, è la somma che fa il totale. Dunque se si alza la percentuale legata alla serie A qualcun altro deve rinunciare alla propria. Resta da capire chi sia l’altro: e tutto va deciso entro il 4 novembre data fissata per le elezioni del nuovo presidente della Federcalcio. Per questo, tutti convocati: Lorenzo Casini (Lega Serie A), Mauro Balata (Lega Serie B), Matteo Marani (Lega Pro), Giancarlo Abete (LND), Umberto Calcagno (Associazione Calciatori), Renzo Ulivieri (Associazione Allenatori)  e Carlo Pacifici (Associazione Arbitri). Si parte dal presupposto che la Serie A non ha il peso specifico maggiore nell’elezione del Presidente della Figc. E vuole averne, rivendicando il ruolo di “motore” del calcio. La domanda è: a discapito di chi? Alla riunione l’ardua sentenza…

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