Il ricordo che Γιάννης Φετφατζίδης ha lasciato di sé in Grecia è materiale aureo: 8 reti e 12 assists con la prestigiosa maglia dell’Olympiakos in 73 gare in cui ha dato prova di possedere una tecnica sufficientemente raffinata per garantirsi un posto da titolare a Il Pireo. Fetfatzidis, che nell’estate 2015 lasciava il Genoa dopo sei mesi di prestito infruttuoso al Chievo Verona, milita da allora all’Al-Ahli, ma dopo tre anni è tempo di nuove sfide per lui. Ha toccato le 100 presenze coi biancoverdi di Gedda, festeggiato 21 reti e dispensato 29 assists. Nel 2016 il suo club è stato capace di compiere uno storico triplete (campionato saudita, Coppa del Re e Supercoppa saudita) e Giannis ha vissuto da protagonista quei momenti di indicibile soddisfazione per il club, mai retrocesso nella sua lunga storia. Complessivamente, a 26 anni, c’è tempo per rientrare nel grande calcio dopo aver praticamente fallito il primo salto nell’estate del 2013. Il Luigi Ferraris si aspettava un calciatore abbastanza differente da quell’estroso dribblomane che a conti fatti Genova ha ammirato per ben poco tempo: nell’estate delle ali impalpabili (Centurión e Stoian) il Grifone scelse pure il Messi greco per un restyling in attacco.
Il resto è polvere, perché il 23enne esterno mancino tutto estro e pepe, dribblomane forsennato che in gioventù fu costretto a terapie a base di ormone della crescita per ovviare alla bassa statura (e infatti oggi Giannis è alto 165 centimetri e pesa 61 chili), non s’è mai visto. Ha concesso qualche apparizione scarna, in due anni d’Italia che per colpe anche non sue non hanno portato all’esito sperato. Pensiero e velocità d’esecuzione, che in Grecia erano assodati, in Serie A hanno ricevuto un ridimensionamento. Al primo anno 31 presenze, prevalentemente da ala destra con la variabile impazzita che lo vedeva sulla trequarti campo: 20 volte subentrato, 8 sostituito. Ciononostante il finale di stagione fu in crescendo, marchiato da giocate meno macchinose e da due reti alle romane (contro la Lazio, col sinistro all’83’ e contro la Roma, al medesimo minuto). In estate il Mondiale in Brasile, la Grecia agli ottavi e le due presenze da titolare contro Giappone e Colombia. Un infortunio che lo avrebbe tenuto fuori per tre mesi, da metà agosto a metà novembre, poi il rientro alla dodicesima giornata contro il Palermo e i primi 30′ dopo i problemi fisici. Per Fetfatzidis c’è stata panchina, ma quando Gian Piero Gasperini lo ha chiamato in causa, il Messi greco s’è sempre comportato bene.
La città di Drama si trova nella periferia della Macedonia Orientale e Tracia: famosa per le grandi risorse idriche, tanto da prenderne etimologicamente la radice greca Ύδραμα, ha dato i natali pure al difensore Dimitris Siovas, che ha condiviso l’anno tra l’estate 2012 e quella del 2013 con Fetfatzidis. Se però il centrale difensivo arrivava dal Panionios, Giannis era cresciuto nella scuola calcio del Sourmena, vicino Drama, salvo entrare a quattordici anni nell’Academy dell’ Olympiakos. Qui militò per cinque stagioni, regalandosi il debutto in Super League nel 2009 con annessi scampoli di partita pure in Champions League: che fosse un talento sopraffino lo si sapeva, ma che fosse in grado di incidere già a quell’età nessuno l’aveva mai immaginato. L’anno dopo ecco il primo gol, contro lo Skoda Xanthi, la trafila nella nazionale Under 21 e la promozione in quella maggiore in cui vanta 13 presenze e 3 reti. Un palmarès pieno lo accompagnava in giro per Il Pireo, tra tre campionati e una Kypello Ellados.
Cinque anni nelle giovanili, tre campionati e una Coppa di Grecia con l’Olympiakos. Per Fetfatzidis, calciatore greco dell’anno nel 2011, Genova voleva dire un porto meraviglioso: il club più antico d’Italia, quello che spese 4 milioni per strappare a Il Pireo una gemma cristallina. Era il settembre 2013, il club biancorosso si assicurò il 25% su una futura rivendita del Messi greco e Fetfatzidis accettò un contratto da 500mila euro annui. Lasciò il Karaiskakis dopo 73 gare, 8 reti e 12 assists tra 2009 e 2013, partecipò al Mondiale 2014 e da Natal tornò a Marassi solo nel gennaio, per via di 100 giorni di stop dovuti a problemi fisici (pubalgia?). Sull’ala destra, in volo nel tridente gasperiniano, per Giannis raramente fu scomodato il soprannome di “Messi di Grecia“. Quattro reti e altrettanti assists, con metà bottino realizzativo risalente al 15 gennaio 2015, nel pirotecnico 3-3 di Marassi contro il Sassuolo. Ala destra, pepe e un rigore al 92′ in quella gara per evitare la sconfitta casalinga. Poi il nulla, un prestito semestrale al Chievo e l’Al Ahli, da cui ha ottenuto la risoluzione del contratto così da tornare gratis all’Olympiakos e provare a tornare il Messi di Grecia. E ora tenterà all’Aris, visto il trasferimento ufficializzato qualche giorno fa – in prestito – proprio sul gong.