La disfatta è stata inevitabile: l’Olanda non ha mai convinto già dal girone di qualificazione e crolla sotto i colpi della Rep. Ceca. Il grande lavoro di Koeman si è interrotto con l’arrivo di De Boer che non è riuscito a dare la continuità sperata. Le tante critiche su di lui erano in parte fondate, insieme ad un gruppo che non è riuscito a lasciare il segno sul campo. Poche le cose positive dalle quali ripartire e tante quelle negative da cancellare e da superate immediatamente per non incappare nell’ennesima figuraccia al Mondiale in Qatar.
Da questa avventura europea, l’Olanda può salvare veramente poco: unica vera nota positiva è Dumfries e le sue prestazioni. Il terzino del Psv è l’unico che ha veramente dimostrato di avere la testa giusta e la gamba per poter giocare certe competizioni. Le sue incursioni sulla fascia e i suoi ripiegamenti difensivi hanno messo in luce le ottime doti che sicuramente lo porteranno a lasciare i Boeren in questa finestra di mercato. Le offerte non mancano e, adesso, il club di Eindhoven potrà tirare su il prezzo. Oltre Dumfries, la fortuna della nazionale Oranje è quella di avere molti giovani a disposizione che hanno potuto maturare esperienza e che potrebbero rivelarsi importanti per la costruzione della futura squadra dei Paesi Bassi: Malen, Timber, Gravenberch, Gakpo e Wijndal sono tutti giovani talenti dai quali ripartire per le prossime competizioni internazionali.
La prima cosa che non ha funzionato è il feeling allenatore-giocatori: De Boer è stato scelto per portare avanti l’ottimo lavoro di Koeman che aveva ricostruito un’Olanda che arrivava dalle mancate qualificazioni sia all’Europeo 2016 che al Mondiale 2018. Un impegno costante, anche nella testa dei ragazzi che avevano risposto positivamente al metodo del ct. La scelta di prendere l’ex allenatore dell’Ajax è stata una mossa azzardata per la KNVB che ha voluto dare l’ennesima chance ad un tecnico che ha sempre fallito fuori dalla sua comfort zone ajacide. Gli Oranje sono usciti senza avere un’idea di gioco con un modulo mai assimilato dai giocatori: il 5-3-2 si è rivelato meno efficente del previsto nonostante potesse regalare ottime incursioni offensive. Altra pecca è stata la mentalità: nonostante il girone chiuso da prima della classe, l’Olanda non ha mai dimostrato di avere la giusta testa per affrontare l’Europeo. Tanti cali di concentrazione, poco coraggio a centrocampo e nessun segno di grinta nelle situazioni difficili. Anche i singoli hanno deluso moltissimo, soprattutto quelli più rodati forse distratti al calciomercato: Depay ha inciso meno del previso, Wijnaldum si è acceso solo contro la Macedonia del Nord, Stekelenburg ha dimostrato tutti i suoi limiti ed infine F. de Jong non è riuscito a prendere in mano il centrocampo. Adesso la federazione olandese dovrà decidere se lasciare De Boer o puntare su altri nomi: serve più equilibrio, gioco e un carattere che possa evitare un’altra figuraccia in vista delle qualificazioni per Qatar 2022.
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