Il PSG non centra la nona vittoria consecutiva in Ligue 1 e torna a perdere in campionato proprio nella sera del rientro di Mbappé e Neymar, importanti per affrontare al meglio l’importante sfida casalinga contro il Lipsia in Champions. Il giovanissimo Monaco di Kovac, con i soli Mannone, Volland e Gélson Martins oltre la soglia dei 25 anni, hanno patito la crudeltà offensiva dei parigini nel primo tempo subendo due reti dal grande ex Kylian Mbappé, la cui tripletta (arrivata con uno splendido pallonetto) è stata fermata soltanto da un fuorigioco millimetrico.
I monegaschi hanno pagato in fase di impostazione con Badiashile e Disasi non efficaci in marcatura su Mbappé e Moise Kean e, talvolta, troppo alti con la linea. La rete del vantaggio nasce da una superficialità di Fofana sul disimpegno orizzontale: Danilo Pereira avvia la ripartenza condotta con la solita finezza da Di Maria e conclusa splendidamente da Mbappé, lasciato correre verso la porta di Mannone in maniera piuttosto altruistica. Il rigore del 2-0 dopo appena dodici minuti ha sempre la firma dell’ex di giornata e cancella di fatto dalla storia della gara l’occasione del pareggio sciupata da Gélson Martins in pallonetto su gentile concessione di Kurzawa. Da questo momento in poi, il PSG è stato padrone dell’inerzia della gara con il Monaco fermo sulle proprie linee e poco penetrante: Badiashile ha donato a Kean la palla del 3-0 (annullato per offside) e lo stesso ex Everton è riuscito a colpire anche una traversa prima dell’intervallo. Fermando la partita a questo punto, nessuno avrebbe potuto immaginare la rimonta dei ragazzi di Kovac nella ripresa.
All’allenatore ex Bayern è bastato inserire la qualità di Cesc Fabregas per uno spento Geubbels, bocciato all’esame da vice Ben Yedder, e cambiare modulo per occupare maggiormente il centro del campo dove il solo Danilo Pereira aveva le caratteristiche per opporsi allo stretto fraseggio monegasco. La regia di Rafinha si notava soprattutto durante la distensione dei parigini verso la trequarti offensiva e, a questo livello, Tuchel si è visto privato della sua egemonia territoriale. Il passaggio al 4-2-3-1 ha ampiamente giovato anche a Kevin Volland che ha trovato ben tre palloni importanti nei primi sette minuti della ripresa. Prima devia verso la porta di Navas ottenendo un corner che sfrutta di testa trovando un grandissimo riflesso del portiere costaricano: infine, al terzo tentativo, sfrutta la colpevole indecisione di Kimpembe per segnare facilmente il 2-1. L’ingresso di Neymar non ferma i monegaschi che continuano a progettare la ‘remuntada’ per vie centrali e trovano il 2-2 ancora con lo stesso attaccante tedesco che sfrutta l’incursione di Fabregas dalla destra. Lo spagnolo ha letto alla perfezione lo spazio tra Kurzawa e la linea di fondo dettando il passaggio a Tchouaméni che si è ‘limitato’ a servirgli un pallone morbido di grande fattura.
La partita del centrocampista catalano è stata la chiave della vittoria del Monaco. Ha dato sapienza e affidabilità a tutta la manovra riempiendo lo spazio in maniera intelligente raccordando il gioco tra mediani, terzini, ali e Volland. Si è sempre trovato al posto giusto e nel momento giusto sfiorando il gol del 3-2 prima del penalty decisivo. Rigore conquistato ancora da Kevin Volland, ma con la grande partecipazione di Diallo che completa il quartetto di ‘centrali difensivi in difficoltà al Louis II‘. Inciampa, perde palla e atterra il classe ’92 che non aspettava altro che un tocco per lasciarsi cadere in area. Il gol del 3-2 è di fatto la parola ‘fine’ sulla partita. Un match a due facce: la ‘testa’ del PSG è stato Kylian Mbappé, la ‘croce’ quel Césc Fabregas spesso in discussione al Monaco per non aver sempre inciso come da copione. Oggi ha cambiato una partita indirizzata sfruttando tutte le sue qualità tecniche e una personalità sempre più a fuoco con gli anni che passano.
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