C’è stato il Grêmio di Luan, quello di Arthur, ora è il Grêmio di Everton Soares. Cebolinha lo chiamano, uno dei giocatori che ha vinto la Libertadores del 2017 e che ora ha preso la squadra per mano.
Oscurato in precedenza dal talento degli altri due, con i suoi tempi è finalmente emerso: Arthur è andato a Barcellona per salire di livello e diventare uno dei migliori al mondo nel suo ruolo; Luan è rimasto a Porto Alegre ma senza riuscire a cambiare ritmo. Everton invece ha raffinato la sua qualità, ha aumentato la sua propositività offensiva ed è decisamente più sicuro dei propri mezzi.
In Copa Libertadores è stato un vero e proprio show contro il Libertad: 0-2 ad Asunción, in casa della prima in classifica del girone, con sua doppietta. Tutt’altro che un caso, ma una vera dimostrazione di forza e tecnica: dribbling di alto profilo, giocate da campione, quelle che fanno sognare i tifosi europei che sognano il suo acquisto.
Manchester United in Inghilterra, il Milan in Italia: tutti seduti a guardare e applaudire le giocate di un talento puro. Dopo diverse stagioni spese a maturare ora è il momento di tentare il grande salto; quello che ha tentato il suo amico Arthur con successo, quello di cui si sta pentendo un Luan un po’ troppo indaffarato a curare i propri infortuni e non così trascinatore come due anni fa.
Perché lo scenario ora è tutto del cipollotto, “da cebolinha” Everton Soares, il più maturato dalla notte del titolo, forse il più pronto a sognare un futuro tra i grandi. E con notti come questa di Copa Libertadores, che rischiano di valere il passaggio agli ottavi di finale, è impossibile non pensarlo.
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