Un miglio, ossia poco meno di due chilometri, è la distanza che separa Goodison Park da Anfield Road. In mezzo, quasi a voler essere una zona franca, c’è lo Stanley Park and Garden, un grande parco naturale diventato a tutti gli effetti l’unica barriera in grado di separare le case di Everton e Liverpool.
Negli ultimi anni però i ruggiti provenienti dalla Kop si sentono forte e chiaro anche nella metà blu della città, rimasta di molto indietro rispetto ai rivali che intanto hanno avuto il tempo di sfiorare un titolo nazionale e diventare campioni d’Europa. Non c’è storia dunque, almeno sulla carta: se nel frattempo Londra e Manchester su tutte sono riuscite a portare avanti due o più squadre dello stesso livello, dando vita ad alcuni dei derby più belli e sentiti del continente, la stessa cosa non è accaduta anche a Liverpool che negli ultimi anni è stata fortemente sbilanciata dalla parte dei Reds, mai davvero ostacolati dai rivali Toffees.
Certo, ogni derby ci racconta una storia a sé e nelle ultime stagioni il campo ci ha regalato sfide meno sbilanciate del previsto, ma la realtà dei fatti è che l’Everton potrebbe sprofondare nell’incubo di essere la realtà minore di una città che calcisticamente ha sempre dato tutto. Fa da esempio la situazione che si vive a Barcellona da ormai tanto tempo: a fare da contorno al Barça degli alieni c’è il più modesto Espanyol, ormai abituato al ruolo di comparsa in un derby che non fa neanche più notizia.
E i risultati dell’Everton negli ultimi anni non fanno altro che indirizzare la squadra verso la stessa direzione. Dal 2000 a oggi i Toffees poche volte hanno superato la soglia del settimo posto, rientrando appena una volta nella top 4 del campionato inglese, troppo poco per rappresentare una valida alternativa al Liverpool che nello stesso lasso di tempo ha lavorato per diventare una delle più grandi d’Europa. Anche per questo motivo quello tra Reds ed Everton continua ad essere un “friendly derby”, una partita in sostanza dove la rivalità non è così aspra e accesa come in tutte le altre città.
Ma senza una scossa immediata, dalle parti di Goodison Park tutto potrebbe diventare ancora più complicato: questa nuova stagione non sta regalando particolari soddisfazioni e il diciassettesimo posto in classifica è il primo campanello d’allarme per una squadra che ha fallito l’ennesimo salto di qualità. Troppo grande il divario con i cugini, troppo poco il tempo in cui ha convinto per davvero. All’Everton servirà un cambio di marcia rapido prima di essere costretto ad accontentarsi del ruolo di comparsa.
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