Un Everton totalmente rivitalizzato dalla cura di Carlo Ancelotti torna ad affacciarsi nelle parti nobili della classifica, ad un passo dalle posizioni utili per entrare in Europa. La vittoria interna per 3-1 sul Crystal Palace, certifica infatti la rinascita dei Toffees dopo l’arrivo del tecnico italiano
Era il 21 dicembre quando Ancelotti fece il suo debutto a Goodison Park sulla panchina della squadra della parte blue di Liverpool, succedendo così a Marco Silva e al traghettatore Duncan Ferguson, in un momento nel quale i Toffees rischiavano di sprofondare in maniera preoccupante nella zona retrocessione. Da quel giorno, con un pareggio contro l’Arsenal, l’ex allenatore del Napoli ha guidato i suoi verso un deciso cambio di marcia, arrivando a soli cinque punti dal quarto posto occupato attualmente dal Chelsea. I numeri parlano di 17 punti in otto partite ( solo il Liverpool ha fatto meglio), con 5 vittorie, 2 pareggi e una sconfitta di misura contro il Manchester City, 14 reti segnate e 9 subite. Numeri importanti, arrivati grazie al modulo tanto caro al tecnico di Reggiolo: il 4-4-2. Uno schema che ha senza dubbio dato equilibrio all’Everton, soprattutto nel reparto difensivo che ormai sembra aver trovato delle certezze con il quartetto formato da Digne a sinistra, Sidibe a destra e Holgate e Mina centrali ad alternarsi con Keane. A centrocampo invece, Ancelotti ha per ora scelto di far ruotare tutti gli uomini a sua disposizione, ad eccezione di Theo Walcott, unico punto fermo sulla fascia destra. Punto fermo in attacco rappresentato da Dominic Calvert-Lewin, esploso a grandi livelli con l’arrivo del nuovo allenatore, e autore di reti decisive per la rinascita dei Toffees. Un’esplosione che l’allenatore italiano si attende anche dal brasiliano Richarlison, apparso ancora troppo discontinuo per le sue enormi potenzialità. Discorso analogo per Moise Kean, le cui prestazioni sono migliorate rispetto alla gestione precedente, ma senza dubbio ancora non in linea con le aspettative generali. Il rischio principale a questo punto, è quello di pagare lo sforzo fatto per risalire la classifica, un pericolo concreto in questi casi che solo l’esperienza di un tecnico navigato come Ancelotti potrà arginare nella maniera più adeguata.