Da tempo nel mondo del calcio si discuteva di introdurre l’idea di un Europeo itinerante, che andasse a toccare varie nazioni del continente. Come ben saprete, l’idea è andata in porto, e le nazionali si preparano a giocare in molti stadi in una sola estate. Gli stadi prescelti per la competizione del 2020 sono 13, alcuni di essi molto discutibili, non tanto per la loro bellezza o capienza, ma per il fatto di aver eliminato con la loro presenza degli stadi leggendari. In questo articolo andremo a vedere quali sono i grandi esclusi ed a discapito di quali impianti. Come in tutte le questioni, ci si può schierare dal lato della medaglia che si preferisce, ma scoprirete che i tempi del calcio che non vedremo nell’estate tra quattro anni sono davvero molti. Iniziamo subito, suddividendo il tutto per nazioni.
SPAGNA: Camp Nou, Santiago Bernabeu, Wanda Metropolitano.
La Spagna rappresenterà la manifestazione con il San Mamés di Bilbao: inaugurato nel 2013, l’impianto è diventato un vero e proprio fortino per l’Athletic. L’atmosfera è disarmante, e da parte della UEFA si può già cogliere il denominatore comune che accomuna le varie scelte degli stadi. E’ evidente la volontà di cercare modernità e sicurezza, a discapito di storia e leggenda. Il San Mamès in particolare ospiterà la fase a gironi ed un ottavo di finale, per la gioia degli abitanti dei Paesi Baschi!
INGHILTERRA: Olympic Stadium, Anfield, Emirates Stadium, Old Trafford. Scelta comprensibile per quanto riguarda l’Inghilterra. Tutti gli stadi sopracitati sono veri e propri luoghi di culto del calcio o impianti innovativi e rivoluzionari. Tuttavia, la presenza di uno stadio come Wembley è davvero troppo ingombrante anche per loro. L’impianto della capitale è l’ideale per una finale: meno comprensibile la scelta di piazzare lì anche entrambe le semifinali, dando, come spesso accade, troppa gloria ed attenzione mediatica al paese dei Tre Leoni. Si apre qui un’altra questione, ovvero quella che molti stadi sarebbero stati papabili per l’Europeo se non si facesse più di una partita per impianto. Purtroppo questa è stata la decisione della UEFA: a loro difesa il fatto che Londra è probabilmente la città più raggiungibile del mondo, e molti tifosi vi si recheranno per tifare la loro squadra.
FRANCIA: Stade de France, Parc des Princes, Vélodrome. Francia totalmente esclusa dall’Europeo del 2020, sicuramente per essere orfana dell’edizione del 2016. Scelta più comprensibile da parte degli addetti ai lavori, nonostante l’esclusione di grandi stadi, capienti e funzionali. Oltre ad tre enormi impianti già citati, ne fanno le spese anche impianti più piccoli e moderni. La scorsa estate il pubblico d’Oltralpe si è divertito parecchio, e non c’è da discutere su una delle leggi che regolano il mondo. Uno per uno, non fa male a nessuno.
GERMANIA: Signal Iduna Park, Olympiastadion. Sarebbero un’infinità gli stadi da inserire nella lista della Germania, che si conferma nazione-paradiso per gli impianti sportivi. Ci limitiamo a citare quelli in cui giocano Borussia Dortmund ed Herta Berlino. Purtroppo per i tedeschi la UEFA ha anteposto a tutti il Regno Unito, “dimenticandosi” di celebrare la struttura e l’organizzazione della “stadistica” tedesca. Numerosi anche gli stadi meno capienti ma molto moderni: è anche per la presenza di questo tipo di stadi che la scelta della UEFA pare molto azzardata e forse, per certi versi, un po’ irrispettosa.
ITALIA: San Siro, Juventus Stadium. Totalmente comprensibile l’esclusione del San Paolo e del San Nicola, molto capienti ma decrepiti, oltre che in città non semplicissime da raggiungere. Decisamente più strana l’assenza di San Siro e dello Juventus Stadium. Lo stadio milanese, oltre che ad essere nel podio dei più simbolici al mondo, è stato ringiovanito per la finale di Champions League del 2016, ed inoltre è stata inaugurata una linea metropolitana praticamente costruita appositamente per raggiungere lo stadio. La linea viola della metro milanese raggiunge quasi i 15 chilometri di lunghezza, ed ha reso la Scala del Calcio molto facile da raggiungere. Discorso differente per lo Juventus Stadium, non enorme seppur super moderno. Se viene celebrata la capitale Roma con la presenza dell’Olimpico, perché ciò non è stato fatto in nazioni come Spagna, Germania o Russia? La decisione lascia spunti di discussioni interessanti, che sentiremo certamente nei prossimi mesi ed anni.
IRLANDA: Croke Park. Un peccato non poter vedere uno stadio così bello, ma scelta del tutto giustificata per la presenza dell’Aviva Stadium, impianto che a dirsi stupendo è poco. Inaugurato nel 2010 è perfetto per il calcio. A Croke Park resteranno le glorie del rugby, altro sport decisamente in crescita negli ultimi anni. Nonostante la quasi totale assenza di club irlandesi nel panorama calcistico mondiale, l’Eire si dimostra una nazione all’altezza con due stadi da applausi: anche in questo caso la UEFA ha avuto la possibilità di scegliere!
RUSSIA: Luzhniki. Comprensibile la scelta di anteporre la Gazprom Arena, stadio ancora in costruzione dello Zenit Sanpietroburgo al Luzhniki. Sarà innovativo, giovane, capiente e molto molto azzurro: lo stadio dell’ovest russo sembra perfetto per ospitare grandi eventi calcistici, sopratutto appena dopo aver smaltito il Mondiale del 2018!
SCOZIA: Celtic Park. Giusto coinvolgere la Scozia, ed ancor più giusto farlo a Glasgow. Grande smacco per i tifosi del Celtic, che vedono il loro stadio superato da quello dei rivali dei Rangers. La scelta sembra piuttosto discutibile: anche se più contenuto e con una grande atmosfera, Hampden Park non può raggiungere le emozioni di Celtic Park. La UEFA riceverà sicuramente molte critiche dai tifosi dei bianco-verdi, ed in generale dei tifosi di calcio europeo, che sono abituati a vedere il Celtic nelle Coppe Europee ed il Rangers nelle divisioni inferiori. I bianco-blu, infatti, sono tornati nella massima divisione solo in questa stagione dopo aver affrontato dei seri problemi finanziari.
TURCHIA: Ataturk. Discorso per il quale bisognerebbe gettarsi in questioni politiche, e non calcistiche, quello che incornicia la Turchia. La nazione non avrà stadi impiegati in Euro 2020, e ci si pone subito una domanda piuttosto scontata: non poteva essere questo, un gesto da parte della UEFA, di accettazione della Turchia in Europa? Da tempo se ne discute, e simbolicamente tutto ciò sarebbe stato adatto. In un discorso legato a questioni più semplici, è evidente la volontà di non voler cadere in problemi legati alla sicurezza, in un periodo così movimentato nel mondo ed in particolare in terra turca. L’Ataturk, stadio di soli 18 anni e con più di 75000 posti di capienza, dovrà rinunciare all’Europeo per questioni superiori al calcio. C’è chi tenta di portare questo sport a livelli di importanza colossali, ma la frase “il calcio è la cosa più importante delle meno importanti”, in questo caso riecheggia forte e ci riporta alla realtà.
Molto più che doveroso tuttavia, concludere l’articolo citando e riassumendo gli stadi che ospiteranno Euro 2020. Nonostante controverse decisioni, tutti saranno meravigliosi, e vogliamo essere convinti nel dire anche sicuri ed adatti a manifestazioni simili. Di seguito, dunque, una galleria fotografica di tutti i 13 stadi che si stanno facendo belli per i loro grandi momenti tra 4 anni. Buona visione, e lunga vita al calcio!
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