Una Lazio da impazzire. Un finale epico. In nove uomini, viene a capo della partita e del Viktoria Plzen con una rete di Isaksen a pochi secondi dalla fine di un recupero chilometrico. Una vittoria che spiana la strada verso il passaggio del turno e schiude, complici, come si diceva una volta, i risultati maturati sugli altri campi, prospettive interessantissime. Fra l’altro la squadra di Baroni ha scritto una piccola pagina di storia: con l‘1-2 di Plzen, la Lazio ha vinto la sua settima partita nell’Europa League in corso, eguagliando così il proprio record di successi in una singola edizione del torneo. Era accaduto anche nel 2017/2018 ma il cammino, in quella occasione, si è interrotto contro il Salisburgo, ai quarti di finale.
La Lazio di Baroni ha una grande qualità: sa soffrire, ha coraggio e crede fortemente in sé stessa. Resiliente come poche, difficile mandarla al tappeto. Alla compattezza si accompagna anche una grande consapevolezza nei propri mezzi. Del resto, per andare a cercare il gol in nove contro undici a pochi secondi dal fischio finale, fuori casa e comunque con un pareggio che avrebbe lasciato aperti i giochi con l’ago della bilancia ampiamente spostato verso la squadra di Baroni, o si è folli, o si è pienamente coscienti delle proprie qualità. E questa Lazio non sembra affatto folle. Piuttosto è una squadra coraggiosa, che accetta il rischio perché sa di poter avere le carte per far saltare il banco.
Vincere una partita del genere lascia in eredità una gioia straordinaria e una sensazione di invincibilità che rischia di essere pericolosa. Bellissimo il 2-1, straordinaria la capacità di reazione della squadra, ma la vittoria non può né deve cancellare una delle peggiori partite giocate in questa stagione, sia dal punto di vista dell’approccio, sia dal punto di vista della gestione dei nervi. Il gol di Isaksen spinge la squadra con un piede e tre dita verso il quarto di finale. Probabile avversario il Bodo Glimt) e un tabellone che si può mettere straordinariamente in discesa. Purché vada in campo la Lazio che è stata capace di chiudere al primo posto la fase campionato dell’Europa League e non quella un po’ sconnessa e discontinua vista nella Repubblica Ceca e nelle ultimissime giornate. Mai come in questo caso, la vittoria può essere la medicina migliore per guarire dai mali di stagione e tornare a brillare nel momento decisivo.
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