La novità è una di quelle importanti, tanto che c’è stato bisogno di una notte di riflessione per capirne l’utilità, gli aspetti positivi e quelli negativi. La nuova Uefa Europa Conference League, sorella minore di Champions ed Europa League è destinata a far discutere sin da subito. Un’aggiunta pesante al calendario, forse un ingombro per alcuni, un’opportunità per gli altri. Finché non si giocherà sarà difficile valutarne l’effettivo valore, ma già dall’idea di base si possono tirare le prime somme.
L’idea di una nuova coppa europea è qualcosa di comprensibile. In altri sport, come ad esempio nel basket, la terza coppa è una realtà da anni e dà l’occasione anche a piccoli club di vincere qualche titolo al di fuori dei propri confini. Poi il calcio europeo è stato a lungo abituato a vedere tre coppe differenti, almeno fino al momento in cui è stata tolta la Coppa delle Coppe che andava a braccetto con le vecchie Coppa dei Campioni e Coppa Uefa.
Più spazio dunque anche ai campionati minori, visto che non cambieranno le assegnazioni per i posti delle leghe principali. I maggiori quattro campionati, ossia Liga, Premier, Bundesliga e Serie A, manterranno sempre sette squadre in Europa, distribuendole però in maniera differente con la settima classificata (o sesta a seconda della vincitrice della coppa nazionale) che invece di entrare nel lungo percorso di preliminari di Europa League, entrerà direttamente nella Conference League.
Pur non potendo contraddire chi la riterrà una coppa inutile, come già detto, l’idea di dare spazio e visibilità a nuove squadre per aiutare anche campionati più piccoli a crescere, ha un senso di esistere. Quello che lascia più perplessi è la formula del torneo, sostanzialmente un copia e incolla delle altre due grandi coppe.
L’Europa League passerà da 48 a 32 squadre, in modo da avere tre tornei perfettamente uguali con 4 a comporre otto diversi gironi. Ed è qui che nascono le grosse perplessità: la formula del girone da sei giornate consente una trasmissione di un numero molto elevato di partite, ma aumenta più il tasso di noia e di attesa che quello dello spettacolo. Senza fraintenderci, in un torneo da 32 squadre che rappresentano le 32 successive alle prime 64 che compongono Champions ed EL, è probabile che il livello di molte delle partecipanti non sia per nulla vicino alle rispettive teste di serie che incontreranno nel girone. Di fatto le squadre più forti si ritroverebbero a disputare un’intera fase di sei giornate senza particolari premure per poi arrivare alla fase a eliminazione diretta che a prescindere dal livello ha sempre un grande fascino.
Sarebbe stato più spettacolare un format di sole gare da dentro o fuori, un torneo che parte dai sedicesimi e fa affrontare in partite andata/ritorno le squadre come accade ad esempio nella Champions League femminile o come si è visto per tanti anni nelle coppe del passato. Un modo per avere molte meno partite inutili e gare più sensate, per favorire di più lo spettacolo e l’attenzione su questa nuova Conference League invece di disperderlo in tantissimi nuovi impegni da mischiare in fasce orarie in cui si disputa una coppa più prestigiosa.
Ipotesi e considerazioni basate sulle prime impressioni dopo l’annuncio ufficiale, che potranno essere confermate o smentite solamente tra due anni, quando la Uefa Europa Conference League avrà il suo inizio.
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