“Roma, città pesante. Atene, città leggera. Roma affonda. Atene prende il volo.” -Jean Cocteau.
LO SCENARIO- Se ci dovesse trovare nella condizione di dover parlare della storia della città di Atene, l’ultimo luogo in cui ci si volesse trovare, è probabilmente un sito di calcio internazionale. Per quanto la situazione sportiva e calcistica della capitale della Grecia sia di largo interesse, la città dell’Acropoli meriterebbe una lunghissima trattazione sia per quanto riguarda la storia antica, che per la storia recente. E’ dunque nostro compito quello di sintetizzare nel migliore dei modi il glorioso passato di una delle città più meravigliose al mondo, per poter passare indenni a trattare di questioni che più ci competono. Atene risulta essere abitata da quasi 4000 anni a questa parte, risultando uno degli insediamenti più antichi della storia. Nella sua storia la città ha ricevuto influenze dal mondo Miceneo antico, da quello della Grecia classica, dal governo dei Romani, dagli interessi delle Repubbliche Marinare medievali, dalla tradizione Bizantina e dagi governi politici contemporanei. Il risultato? Un frizzante meltin pot di culture e stimoli, che porta in Paradiso (o nell’Iperuranio? cfr. Platone) ogni visitatore della città. Atene fu fondata secondo la leggenda dalla figura mitologica di Cecrope, mezzo uomo e mezzo serpente, considerato nella tradizione come il primo re della città. Verosimilmente, l’attuale capitale greca ha origine come insediamento Miceneo, concentrato sull’odierna collina dell’Acropoli, e con il tempo estesosi fino alla dimensione attuali di megalopoli. Nella storia della città sono innumerevoli gli spunti che si posso trarre per argomentazioni più ampie: proviamo ad affrontarli sinteticamente in ordine cronologico. La città fu regolata da numerose tipologie di governo prima di raggiungere la nascita della democrazia, che ha radici proprio nella città. A scuola si impara a riguardo della tirannia di Atene, intorno al VI sec. a.C.. Con un colpo di stato, il politico Pisistrato, appoggiato dal popolo raggiunse il pieno potere sulla città, e fu in grado di ingrandire le rotte commericiali di Atene, incentivando economicamente anche la costruzione del porto del Pireo. La creazione del Consiglio dei 500 fu il primo deciso passo verso la democrazia che caratterizza largamente anche la politica odierna. E’ tuttavia sotto il governo di Pericle che la città entra nella sua epoca d’oro: con la Lega Delio-Attica si raggiunse una stabilità politca mai vista prima, che consentì la dedica di un tempo maggiore all’abbelimento della città. In questo periodo vennero infatti costruiti numerosi monumenti nell’Acropoli, che aveva pian piano iniziato a rappresentare in pieno Atene, come al giorno d’oggi. Il progressivo allargarsi dell’interesse della città greca, trasformò presto il governo da cittadino ad imperiale: l’allargamento dell’asse d’interesse ateniese causò automaticamente numerose guerre per il governo del territorio che sono ricordate su tutti i libri di storia. Tra le più famose, indubbiamente la Guerra del Peloponneso, tra Atene e Sparta, due città che hanno rappresentato una rivalità storica tra le più ricordate in assoluto. Numerosi avvenimenti delle vicende ateniesi sono riportati negli esametri di Omero, cantastorie cieco che da ancora al giorno d’oggi una particolare aurea alla propria città, grazie alle narrazioni nell’Iliade e nell’Odissea. Negli anni prima della venuta di Cristo, Atene si vide governata da Filippo II il Macedone (citato anche da Machiavelli nella sua somma opera “Il Principe”) ed Alessandro Magno in rapida successione, quanto la Macedonia stava ampliando rapidamente e con forza i propri confini. Con il passare degli anni, e l’ingigantimento dell’Impero Romano, la città di Atene ricevette numerosi e sostanziosi influssi dalla cultura latina, prima di vivere un’epoca di declino intorno al V sec. d.C.. La capitale greca tornò in auge grazie al lavoro dei Bizantini, che la riportarono nelle condizioni precedenti di lusso, sfarzo, importanza e leggenda. Un periodo altalentante tra Alto e Basso Medioevo venne terminato dall’interesse della Repubblica Marinara di Venezia, che concentrando i propri traffici nel bacino del Mediterraneo coinvolse la città di Atene all’interno di questi scambi commerciali. In seguito allo spostamento dell’asse commerciale verso il nord Europa, con l’avvento di potenze economiche come Olanda ed Inghilterra, la capitale greca uscì progressivamente dallo scenario mondiale, ma non per molto. Infatti, al termine del XIX sec. fu scelta per ospitare le prime Olimpiadi moderne, per commemorare la storia del leggendari sportivi greci del periodo dell’apoteosi ateniese. Ovviamente i tempi erano cambiati, e la situazione era differente in toto; del resto, la città aveva già iniziato il suo processo di avvicinamento ad una qualsiasi capitale nazionale. Ciò non impedì la realizzazione di un’edizione memorabili dei Giochi Olimpici, che per qualche settimana ha riportato la città nel periodo in cui il benessere era tale da consentira la fondazione di discipline come la medicina o la filosofia, che ben esulavano dalle necessità vitali dei greci. Atene venne scalfita dalle Guerre Mondiali, finendo al centro di importanti discorsi governativi che alla fine portarono alla situazione attuale. Fu proprio nell’imediato dopoguerra che la città assorbì ingenti quantità di rifugiati politici, allargando esponenzialmente la propria popolazione, e viaggiando sempre più velocemente verso la creazione di un poutpourri di culture e tradizioni che la rendono irrestibile ai nostri giorni. La città, nonostante fu paladina di innovazioni industriali e soprattutto nell’ambito del rispetto dell’ambiente negli anni ’80, sembra essere piombata in un periodo di dura crisi. Ciò, secondo molti, è dovuto da scellerate gestioni economiche e politiche negli anni passati, ed al giorno d’oggi è Alexis Tsipras ad essere nel vortice della rivolta del popolo greco. Le Olimpiadi del 2004 (anno peraltro della vittoria degli Europei della selezione calcistica greca) sembrano coincidere con l’ultimo fasto, fin qui, di un città che ha dato origine a tutta la nostra storia; in seguito, l’intera nazione della Grecia è piombata nel profondo di una pesante crisi economica che coinvolge in toto un’Europa che sembra ormai alla deriva. E allora gloria ed onore alla storia di Atene, da cui tutti bene o male deriviamo, per come siamo.
IL CALCIO- Dopo aver passeggiato nella storia della gloriosa città di Atene,è tempo di entrare a pieno in ciò che ci compete: il calcio. Il movimento calcistico nella capitale greca è di vastissimo interesse, e sono 3 i club principali che la rappresentano in tutta Europa. Scopriamoli, in ordine cronologico.
Il Panathinaikos risulta essere tra i tre club il più antico. Fondato nel 1908, il club fu un pilastro dell’innovazione calcistica greca nei primi anni del Novecento. Seguendo i precetti della scuola inglese, il club bianco-verde assunse fin da subito una vasta notorietà in Grecia ed in Europa. Tuttavia, gli eccessivi cambiamenti di cui fu protagonista la federazione calcistica greca, rallentarono la crescita del club a livello domestico ed internazionale: per alcune divergenze interne il Panathinaikos dovette cambiare anche il proprio nome in Panellinios , prima di tornare al tradizionale Panathinaikos e vincere il primo titolo di Campioni di Grecia nel 1930. Ulteriori dissapori all’interno del decennio della Seconda Guerra Mondiale impoverirono progressivamente il club, che si dovette accontentare della vittoria della Coppa di Grecia nel 1940. La rivalità con l’Olympiakos (di cui tratteremo largamente in questo articolo) aveva però già avuto inzio, dato che i rivali nacquero nel 1927. Nell’immediato dopoguerra il club vide impennsare le proprie prestazioni, e divenne rapidamente un punto di riferimento per il calcio greco, conquistando 10 titoli nazionali addirittura prima degli anni ’70. Sotto la guida della leggenda ungherese Ferenc Puskas, il club raggiunse la finale della Coppa dei Campioni nel 1971, grazie ad una leggendaria vittoria contro la Stella Rossa di Belgrado in una caldissima partita. Purtroppo per i greci, il calcio olandese stava entrando nella propria apoteosi, ed in finale il Panathinaikos sbattè contro il muro dell’Ajax che vinse 2-0. Una curiosa ed unica rinuncia dell’Ajax a giocare la Coppa Intercontinentale, consentì ai trifogli di rappresentare l’Europa nella competizione, che venne tuttavia vinta dal Nacional Montevideo. Nonostante la delusione di non essere saliti sul trono d’Europa, il club greco riuscì con carattere a riaffermarsi anche nei decenni successivi, arricchendo il proprio palmares con vittorie di titoli ben smistati fino agli anni 2000. Un altro risultato degno di nota arrivò nel 2002, quando nonostante il cambio dirigenziale, i bianco-verdi raggiunsero i quarti di finale di Champions League, venendo eliminati contro il Barcellona. Dopo il 2004, il Panathinaikos dovette aspettare fino al 2010 per ottenere un nuovo titolo, e tornare in auge. Tuttavia fu imminente il calo di forma della squadra, che entrò in una crisi condita da brutti risultati in campionato. In questi ultimi anni il club ha risollevato la testa, ma non è ancora riuscito a tornare Campione di Grecia.
Un po’ meno gloriosa, ma altrettanto interessante la storia dell’AEK Atene, che vanta comunque ben 11 titoli di Campioni di Grecia, e rappresenta un grande fetta del movimento calcistico ellenico. Il club fu fondato nel 1924 da rifugiati politici turchi, in concomitanza con il già citato ingigantimento demografico della città a cavallo tra le due Guerre Mondiali. Lo steso simbolo del club (un’aquila a due teste) rappresenta l’appartenenza all’influenza turca in Grecia, essendo un’effige dell’ultima famiglia regnante sull’Impero Bizantino. Il club dovette attendere qualche anno per poter possedere uno stadio, dato che il governo greco era titubante sulla concessione di un terreno edificabile, ad una squadra di effettivi rifugiati politici, mal visti nel paese. Il primo titolo nazionale arrivò nel 1932 con la vittoria della Coppa di Grecia, mentre a livello di campionati il club dovette attendere fino al 1939. L’AEK divenne nel termine degli anni ’60 la prima squadra greca a raggiungere i quarti di finale della Coppa dei Campioni, in concomitanza con un periodo d’oro del club. Il migliore risultato europeo resta tuttavia la semifinale di una super competitiva Coppa UEFA nel 1977, quando dopo aver sconfitto squadre del calibro di Derby County, Stella Rossa e Dinamo Mosca, i greci si arresero alla Juventus. La storia del club ha seguito un andamento piuttosto regolare fino ai primi anni ’90, quando il club infilò tre vittorie consecutive del campionato greco. Dal 1994, i giallo-neri non sono tuttavia mai più tornati sul trono, rischiando addirittura di fallire sotto la gestione di Nikolaidis. Nel 2013 il club retrocesse nelle serie inferiori, ma grazie alla storia e al blasone, oggi è già tornato ai vertici del calcio ellenico.
L’Olympiakos rappresenta contemporaneamente il club più recente della storia di Atene, ma anche il più vincente. Con la bellezza di 44 titoli di Campioni di Grecia, i rosso-bianchi hanno nella disciplina calcistica la punta di diamante di una struttura societaria vincente anche in altri sport, quali il basket. Il club raggiunse i quarti di finali di Champions League nel 1999, quando venne eliminato dalla Juventus nei minuti finali del ritorno, ma nella storia del club ellenico troviamo numerosi successi di valore inestimabile nel palcoscenico greco. Il club iniziò a macinare vittorie già dai primi anni ’30, e solo la Seconda Guerra Mondiale potè fermare temporaneamente il dominio che aveva creato nel calcio greco. Il club infatti, nato come una società di perfezione delle discipline sportive, in scia dell’entusiasmo portato dalla prima Olimpiade moderna prima del 1900, aveva l’usanza di cedere i propri atleti migliori all’esercito. Il conflitto bellico degli anni ’40, con l’invasione italiana in territorio ellenico e le intere forze dell’Asse da sfidare, provocò perdite di uomini alla squadra. La leggenda narra che il capitano della squadra, Nikos Godas, vene giustiziato dalle truppe tedesche con indosso la divisa sociale del club, come suo ultimo desiderio. Numerose furono le morti, ed altrettanto gli infortuni irreparabili per arma da fuoco, ma la forza del club consentì ai tifosi di tornare a gioire di lì a poco. Dal 1954 al 1959 i rosso-bianchi ottennero ben 6 titoli consecutivi, stabilendo un record che è entrato nelle leggenda del calcio. Il fortissimo Olympiakos degli anni ’50 è ricordato anche oggi, ed è in quel periodo che al club venne affibiato il soprannome di Thyrlos, letteralmente, Leggenda. Il club vinse nel 1963 la Coppa dei Balcani, coppa attualmente scomparsa ma che ai tempi costituiva un’importante competizione dell’est europeo. Negli anni ’70 il club ottenne anche l’onore di essere la prima squadra greca a vincere in Italia, precisamente a Cagliari, contro il leggendario Casteddu di Gigi Riva.L’eccitazione per i successi degli anni ’70 venne bruscamente frenata da un sanguinoso avvenimento all’interno della tifoseria del Pireo: durante i festeggiamenti di un derby contro l’AEK vinto per 6-0, ventuno uomini persero la vita. Il fattaccio viene ricordato come Il Disastro dello Stadio Karaiskakis, e gli ultras del club prendono il nome dalla zona dello stadio in cui avvenne tutto ciò: il Gate 7. L’avvenimento lascia ancora molti dubbi al giorno d’oggi, e viene ricordato come una delle pagine più nere della storia del calcio ellenico. Da quel momento sembrò spezzarsi il costante momento magico della squadra, che con nuovi proprietari finì al centro di scandali per malversazione e debiti. Negli anni ’90 il club dsi dimostrò ancora una volta forte e compatto, tornando in auge dopo anni bui. Negli anni ’90 il club vinse ben 7 titoli consecutivi, battendo il proprio record e tornando, questa volta per restarci, sul trono di Grecia. Piano piano l’Olympiakos divenne una costante presenza nelle fasi calde della Champions League, e negli anni 2000 vinse ancora una volta per 5 volte consecutive il campionato. Nonostante le accuse (a tratti confermate) di patteggiamenti con arbitri e federazione, il club ha ripetuto la leggenda vincendo nuovamente sette titoli filati dal 2010 ad oggi, in corrispondenza tuttavia ad un certo calo generale del livello del calcio greco.
IL DERBY DI ATENE– Quando si parla di Derby di Atene, sfortunatamente l’AEK perde in un certo l’importanza che forse meriterebbe per i propri successi in tutti questi anni. Del resto, tuttavia, è impossibile scindere il connubio Panathinaikos-Olympiakos: la partita tra i bianco-verdi ed i rosso-bianchi risulta essere tra le più calde, agguerrite e seguite nel panorama calcistico mondiale, sia sul campo di calcio, che soprattutto sugli spalti e nelle strade della città di Atene. Basta passeggiare nei mercati della città per annusare una rivalità che non ha alcuna intenzione di attenuarsi. Tanti appassionati di calcio riportano che un insulto comune tra i tifosi riguardi la qualità della carne mangiata dalla fazione opposta. Il pubblico del Panathinaikos, in piena concordia con la loro condizione di squadra oligarchica della città, sostiene di mangiare abitualmente carne di manzo, condizione molto migliore dei rivali bianco-rossi, apostrofati come mangiatori di pesce, cibo molto comune in una città marittima come Atene.
Il Panathinaikos è in effetti associato alla classe nobile della città di Atene, e rappresenta per certi versi una politica di destra. L’Olympiakos rappresenta l’esatto opposto: pur non manifestando in modo particolare degli schieramenti politici, il club è sempre stato vicino alla classe operaia ateniese, creadndo una grande crepa sociale con i giurati rivali cittadini. Il club più tifato di Grecia risulta essere l’Olympiakos,che ha con sè le voci di milioni di greci costantemente scontenti della situazione politica, e convinti di essere in un certo senso misfrattati. Il derby di Atene si estende anche a contesti diversi dal calcio: indimenticabili sono delle partite di basket che hanno costituito momenti memorabili sia per l’importanza dei match, che per lo spettacolo regalato dai tifosi, che vedono questo incontro come la madre di tutte le rivalità. Le squadre si sono spesso date battaglie per le zone altissime della classifica: basti pensare che sommando i titoli vinti da Panathinaikos e Olympiakos si ottiene un bottino di 64 Coppe di Campioni di Grecia, un numero imbarazzante anche considerando la presenza di altri club di un certo blason, come AEK o PAOK sul territorio ellenico, e regolarmente in prima divisione a dare battaglia a queste due squadre che rappresentano dei mostri sacri dell’intero calcio balcanico.
La sfida si ripropone con fervore ogni anno, e poco importa se il Panathinaikos sta faticando a tenere l’infernale ritmo imposto dall’Olympiakos negli ultimi anni del campionato greco: come ogni derby che si rispetti la partita è a sè, ben separata dall’adamento delle squadre, e giocata sempre all’ultimo sangue.
DIAMO I NUMERI– Statisticamente parlando, come ci si potrebbe aspettare, è l’Olympiakos a vantare il maggior numero di successi nei derby. Si stima che le partite giocate tra i due club siano 195, con 80 vittorie dei bianco-rossi, 66 pareggi e “soltanto” 49 successi targati Panathinaikos. Sono i bianco-verdi a vantare il derby con un maggior numero di gol di scarto:infatti l’Olympiakos è stato protagonista assoluto di un doppio 6-1 nel 1932 e nel 1936, mentre il Panathinaikos vinse per 8-2 la sfida del giugno 1930. I rossobianchi hanno tuttavia dalla loro parte la più lunga striscia consecutive di vittorie nel derby, ben 8, un numero ampiamente superiore a quello del Panathinaikos, che ha vinto consecutivamente solo 3 derby.
Il derby di Atene è regolarmente seguito da milioni di tifosi in tutta la Grecia ed in tutto il mondo, e rappresenta uno di quegli appuntamenti imperdibili di ogni stagione. Tuttavia, il maggior numero di presenze ad una singola partita si registrò nel 1984, con poco meno di 75000 persone presenti a sostenere le due fazioni. Il periodo degli anni ’80 corrisponde in vero con l’apice della rivalità tra i club: in quell’epoca il derby era probabimente ancora più spettacolare di oggi, e per ben 5 occasioni nel giro di 3 anni si superò quota 73000.
I migliori marcatori della storia del derby rispondono al nome di Dimitris Saravakos (16, leggenda del Pana) e Giorgos Siederis (13, simbolo dell’Olympiakos). Un approssimativo conteggio denota che ci sono stati la bellezza di 64 cartellini rossi nel giro di poco meno di 60 anni: una cifra mostruosa che mette in mostra nelle migliori delle maniere il calore e la tensione che si creano intorno al match ogni anno.
Nella storia della rivalità tra i due club, non sono molti i giocatori ad aver indossato entrambe le maglie. Si possono infatti una trentina di giocatori greci, e soltanto 6 giocatori di nazionalità diversa. Il cambio di maglia tra dueste due fazioni è molto malvisto, ed in vero ogni singolo calciatore che può vantare di aver militato nelle due compagini, è al contempo considerato un traditore.
SUGLI SPALTI– E’ sugli spalti che la vera essenza del derby prende piede. Per quanto le faccende di campo possano essere importanti e scottanti, le differenze sociali tra i due club sfociano in situazioni critiche nello stadio, in occasione di ogni partita. I due schieramenti volgiono ovviamente apparire come migliori, dando vita a spettacolari lotte ultrasprima, durante e dopo la partita.
L’Olympiakos, che gioca le partite casalinghe nello stadio Karaiskakis, ha tifosi principalmente originari dal Pireo, zona della città da cui proviene il club. Le scorribande europee del club ateniese hanno tuttavia reso popolare il club anche al di fuori delle mura domestiche, e sono numerosi i tifosi dell’Olympiakos anche in vari paesi dell’Europa.
Specialisti in coreografie, e maniaci del pyro, i tifosi dei bianco-rossi hanno dunque collezionato una serie di amicizie con altri gruppi ultras europei. Guidati in tutto e per tutti dai caldissimi tifosi del Gate 7 (tifoseria tra le più famose in assoluto in Europa), il club ha amicizie di vario tipo con la Stella Rossa Belgrado. Il rapporto è esponenzialmente cresciuto negli ultimi anni, e anche un altro club molto influente come lo Spartak Mosca è stato progressivamente associato ad Olympiakos e Crvena Zvedza, formando ciò che è denominata Alleanza Ortodossa. Questa triplice alleanza rappresenta in vero una delle amicizie più solide in tutto il panorama ultras, e non è una novità vedere tifosi greci in Serbia o Russia per partite di cartello, o viceversa.
Per il bene del derby di Atene, il Panathinaikos non si fa di certo mancare nulla nei confronti dei cugini ed odiatissimi rivali. I tifosi del club sono sotto l’egidia del Gate 13, caldissima sezione ultras conosciuta e rispettata in tutto il mondo. Il gruppo ultras fu fondato nel 1966, e progressivamente ha preso sempre più importanza nel mondo del calcio, arrivando anche ad influenzare decisioni societarie dei bianco-verdi. I numerosi tifosi che negli anni ’50 avevano iniziato a seguire la squadra nelle partite casalinghe ed in trasferta vennero radunati sotto un’unica bandiera grazie ad uno sforzo collettivo fatto con l’intenzione di unificare il tifo per il club. A sostengo di ciò vennero fondati numerosi giornali informativi, ed il Gate 13 dello stadio Nikolaidis è pian piano divenato un luogo di culto.
Come il Gate 7, il Gate 13 è cultore assoluto del pyro: spettacolo pirotecnici rendono uniche le partite casalinghe del club, che vanta una delle curve a tutti gli effetti più belle del mondo. Il tifo del Panathinaikos è spesso associato all’estema destra, come effettivamente confermato dalla simbologia usata dagli ultras in coreografie e bandiere. Risulta alquanto strano il rapporto di amicizia tra Gate 13 e AS Roma, dato che dall’altra parte della capitale italiana ha sede una delle tifoserie che probabilmente sposerebbe la maggioranza delle idelogie bianco-verdi, l’SS Lazio. L’amicizia tra bianco-verdi e giallo-rossi sembra invece risalire ad un odio da parte dei romani nei confronti dellìOlympiakos, e come spesso accade, una stessa inimicizia causa un’amicizia. Nel mondo del Gate 13 risultano altre piccole amicizie con l’Hammarby, club svedese.
Questi piccoli movimenti sono tuttavia molto secondari rispetto alla forte amicizia tra Gate 13 e Rapid Vienna, un rapporto che ha origini molto lontane temporalmente parlando, e che viene rinnovato più volte durante ogni stagione, con visite di greci nella capitale austriaca, e viceversa.
MOMENTI MEMORABILI– In campo sono innumerevoli le sfide piene di gol ed emozioni che ricordiamo tra Olympiakos e Panathinaikos, in un derby Atene di non si conclude mai con risultati banali. Soltanto dal 2000 ad oggi sono ben 6 i derby finiti con più di 4 reti, dando vita a risultati tirati e che rappresentano in pieno la tensione presente sugli spalti. Tuttavia, è difficile prendere come esempio un solo derby per considerarlo memorabile: forse, è meglio classificare qualche episodio isolato e distaccato dal campo di gioco, che rende veramente unico il derby di Atene.
Lampante esempio la vicenda raccontata da Christian Karembeu, giocatore dell’Olympiakos dal 2001 al 2004 dopo essersi candidato Campione d’Europa con il Real Madrid, ed aver vinto il Mondiale con la nazionale francese. L’ex Sampdoria, fu protagonista di uno scomodo avvenimento causato dai propri tifosi: nel momento di un gol dell’Olympiakos, l’intera squadra si riversò sotto la curva per festeggiare insieme ai propri tifosi, impegnati in uno spettacolo pirotecnico di fumogeni e razzi. Fu così che i capelli di Karembeu presero letteralmente fuoco per pochi secondi, prima che qualche suo compagno accorse in suo aiuto spegnendo le treccine infuocate.
Molto meno divertente, ma ancora più importante, la vicenda del tifoso del Panathinaikos Mihalis Filopoulos. Il tifoso dei bianco-verdi venne accoltellato prima di una partita di pallavolo tra i due club rivali, in occasione di uno scontro hooligan organizzato in un piccolo comune al di fuori di Atene. La sua morte è presa come esmpio dell’enorme rivalità sociale dei due schiaramenti, sebbene non è stata l’unica nella storia del derby. Il governo greco dal 2007, anno del fattaccio, si è impegnato per reprimere l’hooliganismo violento, ma in vero non sono stati ottimi i risultati ottenuti fino ad oggi. Ogni partita è sinonimo di scontro ultras, anche in zone delicate della città, prima di raggiungere lo stadio, che spesso diventa teatro di vere e proprie lotte come in molti latri derby euroei. A dirla tutta, il fallimento del governo greco a questo proposito si è ben notato in occasione della finale di Coppa di Grecia di qualche anno fa, giocata tra AEK e PAOK. Gli ultras delle dei squadre si resero protagonisti di atti vandalici, sfociati peraltro in altri accoltellamenti.
Ormai potete spuntare dalla lista anche il derby di Atene, che abbiamo analizzato in lungo e in largo tra pesanti divergenze politiche, sociali e calcistiche. EuroDerby vi aspetta la prossima volta, con l’appuntamento bulgaro di Sofia!
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