“Istanbul non porta la tristezza come “una malattia temporanea”, oppure “un dolore di cui liberarsi”, ma come una scelta.”- Orhan Pamuk.
LO SCENARIO- Impero Ottomano, Impero Bizantino, o Impero Romano d’Oriente; Istanbul, durante la sua gloriosa storia è sempre stata una città al centro del mondo. Sotto l’impero di Costantino, l’originaria denominazione di Bisanzio venne cambiata in Nova Roma, e lo stesso imperatore diede un impulso fondamentale alla città per la propria crescita artistica nel seguire degli anni. Istanbul è oggigiorno una città a cavallo del mare, con il Çanakkale Boğazı (Stretto dei Dardanelli) a separare la zona europea e la zona asiatica della città, diametralmente opposte per questioni politiche, religiose, e come scopriremo in seguito anche calcistiche. Le sue mura consentirono uno sviluppo continuo ed inarrestabile: nessuno tra serbi, arabi o bulgari, è mai riuscito a scalfire la supremazia di Istanbul sul Mediterraneo. L’influenza romana ha aiutato il popolo turco a diventare potente in passato, ma è altrettanto tangibile tutt’oggi, con costruzioni storiche come la Chiesa di Chora o la Basilica di Santa Sofia, vero simbolo della città. La supremazia bizantina sulla città venna scalfita dagli interessi politici e commerciali dell’ormai estesissima Serenissima Repubblica di Venezia, che attravverso un’alleanza con la Francia, riuscì a salire al potere con la forza, spodestando una secolare dinastia che sarebbe tuttavia tornata qualche decennio dopo. Tuttavia, nonostante il ritorno alle tradizioni bizantine, il 1203 viene visto come l’anno nel quale per la prima volta venne messa in discussione l’onnipotenza della città del Bosforo, nonché il primo momento di un lungo periodo di decadenza. Fu invece il 1453 l’anno che i cittadini della città fanno corrispondere alla vera morte della città: come avrete studiato anche a scuola, la conquista da parte degli Ottomani, guidati da Maometto II, mise fine alla leggendaria e gloriosa storia dell’Impero Romano. Nonostante l’enorme cambiamento sociale, il fatto che la città fosse passata nelle mani di un impero molto potente quale l’ottomano, consentì la continuazione di un’epoca d’oro per le ricchezze della città. I greci a quel tempo erano la parte più consistente della popolazione della città, ma la flessibile gestione politica nel XV secolo consentì il mantenimento di buoni rapporti con le molte etnie presenti ad Istanbul, compresi i mercanti di origine italiana. In particolar modo, anche al giorno d’oggi la città è uno dei poli più multietnici in assoluto, soprattutto nel quartiere di Galata, separata dalla parte principale della città dal Corno d’Oro, dove si possono trovare tradizioni svariate e numerosissime. I numerosi cambiamenti durante la storia di Istanbul la rendono una delle città più interessanti e meravigliose al mondo, sotto il piano della cultura, dell’architettura e della varietà della società. Varie moschee (come la Moschea Blu, o quella del Solimano) rappresentano in pieno lo splendore della città turca. La denominazione Istanbul arrivò nel XX secolo, in seguito alla trasformazione dell’impero in Repubblica di Turchia; negli anni ’20 l’agglomerato perse lo status di capitale, a favore della principale città dell’Anatolia, Ankara. Anche al giorno d’oggi, Istanbul rappresenta una condivisa volontà del popolo turco di aprirsi totalmente verso le culture occidentali; in particolar modo, la Turhcia vanta un grande apprezzamento tra i giovani nell’ambito culinario. Doner kebap, falafel ed altri piatti tipici della tradizione turca sono tra i più amati street food del mondo. Fino a pochi anni fa, sembravano lontani i decenni dei regimi militari (’80 e ’90 del secolo scorso), ma la controversa politica odierna, molto vicina ai conflitti internazionali, e gestita in maniera discussa da Recep Erdogan, sta riportando la città e l’intera nazione turca in un periodo di profonda oscurità. Nonostante ciò, la favolosa bellezza di Istanbul, la rende tuttoggi una delle mete turistiche più amate al mondo.
IL CALCIO- Il calcio turco è sempre stato un argomento interessante all’interno degli scenari europei. Per molti, andare in trasferta su un campo della Turchia è un vero e proprio incubo, per l’estremo calore dei tifosi e lo stile di gioco solido e pungente dei club avversari. Ultimo ma non meno importante l’esempio di Timo Werner, giovane campione del RB Lipsia, sconfitto 0-2 dal Besiktas, e sostituito al 32′ del primo tempo in quanto non in grado di reggere la pressione dei rumorosissimi cori del popolo turco. Istanbul capeggia in tutto e per tutto il calcio turco; i club della città condividono infatti ben 54 titoli di Campione di Turchia sui 61 disponibili, e solo Trabzonspor e Bursaspor sono stati in grado di interrompere saltuariamente il dominio dei costantinopoliani. Scopriamo insieme le 5 squadre principali di Istanbul, in ordine dalla più antica alla più recente.
Mai retrocessa nella seconda divisione, e con 15 Campionati turchi nel palmares, troviamo il Besiktas Jimnastik Kulubu, fondato nel 1903 come società polisportiva di lotta, ginnastica e pugilato, si registrò come club calcistico nel 1910, mantendendo comunque lo status di prima società calcistica dell’intera Turchia, ancora nel periodo dell‘Impero Ottomano. Gli anni ’50 furono particolarmente positivi per le Aquile Nere, che uscirono vincenti dalla prima edizione del campionato professionistico di Istanbul, non perdendo nemmeno una partita contro le altre sette contendenti. Con due titoli in tasca, nel 1958 partecipò per la prima volta alla Coppa dei Campioni, e nella stagione successiva la squadra stabilì il record di punti del campionato, accaparrandosi il terzo titolo. Altri titoli sparsi arrivarono durante gli anni ’90, ’00, e dopo il 2010, come quello che regala al club di Istanbul l’onoreficenza di Campioni di Turchia in carica, grazie al trionfo nella scorsa stagione. Il loro migliore risultato europeo corrisponde con un quarto di finale di Champions League raggiunto nel 1987, dove vennero sconfitti dai sovietici della Dinamo Kiev. Fu il primo presidente del club Mehmet Samil Bey a stabilire i colori del Besiktas, che richiamavano uno stemma di una scuola francofona con sede ad Istanbul. Curiosamente, il Besiktas rappresenta un caso più unico che raro nella presenza della bandiera della propria nazione nel logo ufficiale: questa regalia ha origine nel 1952, quando la Federcalcio turca volle premiare il club reo di aver dato alla nazionale 11 titolari su 11 per la sfida contro l’odiata Grecia. Storicamente, nel meltin-pot della popolazione turca, il Besiktas viene associata ad un tifo armeno, operaio e generalmente anti capitalista. Per ogni tifoso delle Aquile Nere è un sogno poter entrare negli Ultras Carsi, vera anima del club, senza capi e sempre pronta ad incendiare le partite casalinghe.
Il Galatasaray rappresenta da sempre la ricca borghesia della città di Istanbul, fin dal 1905, anno della fondazione dei Cimbon. La squadra ha origine da uno dei più prestigiosi licei di Istanbul, il Lycéè de Galatasary, e la prima sede del club fu in un negozio di latteria nel quartiere di Galata, a nord del Corno d’Oro e di origini genovese. In seguito ad una divisa che richiamava i colori della bandiera turca, si scelsero i colori giallo e rosso, che rappresentano il club in Turchia ed in Europa anche al giorno d’oggi. Il sopprannome della squadra, Cimbon, non è traducibile lettaralmente, e la leggenda narra che l’originaria derivazione risale ad una gita da parte degli studenti del già citato liceo, che nel viaggio verso la Svizzera, intonarono un simpatico coro assonante appunto alla parola Cimbon. Il primo titolo nazionale arrivò nel 1962. Nel 1988-89, con una rosa che non viene annoverata generalmente tra le migliori della squadra turca, i giallorossi compirono l’impresa di raggiungere tuttavia le semifinali della Coppa dei Campioni, venendo eliminati dalla Steaua Bucarest di Hagi, trequartista rumeno che tuttavia fu in grado di dare grandi soddisfazioni future al club. Infatti, il più grande successo del Galatasaray arriva nel 2000, proprio con il Maradona dei Carpazi in rosa, quando il club riuscì ad ottenere la vittoria della Coppa UEFA in una finale tesa e violentissima contro gli inglesi dell’Arsenal. Ancora oggi la leggendaria formazione viene ricordata dai tifosi: Taffarel, Capone, Bulent, Popescu, Ergun, Okan, Suat, Umit, Hagi, Hakan, Arif. Il sempre caldo tifo turco si trasformò quell’anno in una carneficina; durante la semifinale contro il Leeds, pesanti scontri tra hooligans turchi ed inglesi causarono la morte di due tifosi dei giallo-blu. Inoltre, i tifosi dell’Arsenal promisero vendetta per la morte degli inglesi, causando scontri ed accoltellamenti, solo per caso non mortali, che diedero filo da torcere alla polizia del Parken di Copenaghen, luogo della finale. Il club detiene il record di campionati turchi vinti (20). Gli ultras del Galatasaray sono conosciuti in tutto il panorama di tifosi mondiali, esperti di coreografie, cori e spettacoli pirotecnici. Tradizionalmente, il Galatasaray è associato alla popolazione ebraica della città di Istanbul.
Trza squadra di Istanbul in ordine cronologico è il Fenerbahce, fondato nel 1907, e con 19 titoli di Campioni di Turchia nel palmares oggigiorno. Il team giallo-blu rappresenta l’unica squadra di Istanbul con sede nella zona asiatica della città, e dunque separata dallo Stretto di Dardanelli dagli altri quattro club; ovviamente questa caratteristica infiamma ulteriormente gli scontri cittadini, spesso delle vere e proprie guerriglie. Il narciso è storicamente simbolo del club, che fino ad anni fa veniva riconosciuto anche tramite l’associazione ad un antico faro presente nel porto del quartiere. Il Fenerbahce ha ad oggi il secondo numero maggiore di titoli nazionali, e rappresenta un grandissima fetta di calcio turco nell’intera Europa, essendo spesso presente nelle coppe continentali. Nella storia dei Canarini non si denotando delle vere e proprie ere di dominazione, piuttosto un equilibrato e costante susseguirsi di successi in ogni decennio, che portano il club ad essere tra i principali in Europa. I tiosi del Fener, vantano dalla loro parte il tifo da parte del fondatore della Republica di Turchia, Mustafa Ataturk, che spesso attendeva alle partite del club nei primi anni del XX secolo. Lui stesso, donò grandi incentivi in denaro per la ricostruzione dell’antico stadio del Fenerbahce, andato misteriosamente a fuoco in una notte primaverile del 1932. Nel 2013, la squadra raggiunse la semifinale dell’Europa League, dando un grande sussulto di esistenza in tutto il panorama calcistico europeo, a seguito di un periodo di sordina a livello di titoli in Turchia. Gli ultras del club, tra i più fedeli al mondo, sono conosciuti anche per la loro natura aggressiva ed intimidatoria. Il continuo tutto esaurito nellepartite di cartello della stagione, rispetta in pieno la filosofia auto proclamata da parte degli ultras del club ” Hep Destek Tam Destek” (= ti appoggerò per sempre in tutto). E’ opinione comune credere che i greci appoggino il Fenerbahce nel panorama calcistico turco, fattore mai confermato nè smentito da parte degli ultras dei Canarini. Tuttavia, questa denominazione non aiuta certamente a riappacificare i rapporti già infuocati con la polizia della città, che spesso è addosso ai fan della squadra asiatica di Istanbul.
Nel poutpourri dei club di Istanbul, c’è anche il Kasimpasa, squadra fondata nel 1921 e con una storia di molto inferiore in gloria ed onori rispetto alle già citate Besiktas, Galatasaray e Fenerbahce. Promosso per la prima volta nel 1959, dopo un buon quinto posto all’inizio degli anni ’60, retrocesse nelle divisioni inferiori fino al 2007, quando una semi-rinfondazione del club portò nuove finanze nelle casse del Kasimpasa, che divenne (e sta continuando a diventare) una buona oasi per calciatori alla fine della loro carriera. Il loro stadio è intitolato al leader turco Recep Erdogan. Questa faccenda accende le questioni politiche anche di un club come il Kasimpasa, generalmente escluso dai vertici del calcio turco. L’impianto è stato costruito nel 2004, ed è contingente ad una zona universitaria della città di Istanbul.
Ultimo per fondazione, ma non certamente per curiosità, è l’Istanbul Basaksehir. Fondato nel 1990, esordì nella Super Lig nel 2007, ed è sotto il patrocinio del Ministero turco per la Gioventù e lo Sport. Durante questa stagione sta competendndo anche in Europa League, dopo la trionfale campagna 2016-17 nel campionato turco. Quest’anno corrisponde all’esordio del club in un girone di una coppa europea, dopo aver fatto sudare gli spagnoli del Siviglia nei playoff per la Champions League. In rosa appaiono giocatori di esperienza e carisma, quali Gael Clichy, Emre Belozoglu, Emmanuel Adebayor e Gokhan Inler. In rosa compare anche un italiano, l’attaccante Stefano Napoleoni.
IL DERBY DI ISTANBUL- Certamente inappropriato, sicuramente offensivo, ed in vero del tutto impossibile ridurre la questione del derby cittadino di Istanbul a due soli club. Certo, si possono escludere Kasimpasa e Basaksehir, due squadre attive nel panorama della Turchia ma con un’importanza relativamente piccola, ma è impensabile l’esclusione di una delle Big Three dell’antica Costantinopoli. Escludere il Besiktas? No, si tratta di una squadra che incendia le partite casalinghe, nonchè la più antica di tutto il sistema calcio turco. Eliminare il Galatasaray? Folle; il club detiene il record di campionati vinti e rappresenta per molti il calcio della nazione nell’intero continente. E che dire del Fenerbahce? Altrettanto infattibile: è l’unica squadra asiatica della città più unica al mondo, ed è nel bel mezzo di questioni politiche da sempre, e lo sarà nel futuro nella sua condizione di eterni diversi. Per queste ragioni, parleremo di un derby a tre tra i tre club baluardi della città. Per farlo, analizziamo partita per partita le rivalità della città.
Besiktas-Fenerbache: il primo incontro tra queste due compagini avvenne nel 1924, con una schiacciante vittoria del Fenerbahce. Le Aquile Nere del Besiktas dovettero aspettare il 1928 per il loro primo successo. La partita è a tutti gli effetti una questione di vita e di morte: sul campo le due squadre si contengono sempre il bottino per ottenere dei risultati simili e dominare il calcio turco, e sugli spalti lo spettacolo non è da meno. Le due squadre sono tifate nell’intera Turchia, ma ovviamente traggono il loro maggior numero di tifosi dalla zona da cui sono originarie. Il Besiktas si contende i tifosi della zona europea della città insieme al Galatasaray, mentre al Fenerbahce resta il patrocinio della popolazione della zona asiatica della città, dove il club è un punto di riferimento per identificarsi socialmente e culturalmente.
Fenerbahce -Galatasaray: questa può essere probabilmente considerata la sfida più calda all’interno della città di Istanbul, dato che comprende i due club più titolati della città e della nazione, provenienti da due continenti diversi. Per questa ragione la partita è rinominata “Il derby Intercontinentale“. Il primo incontro tra gli schieramenti avvenne nel 1909, con la vittoria del Galatasaray. Il Fenerbahce vinse il primo derby nel 1914, e nel 2003 si raggiunse il record di spettatori per una partita all’interno del sistema calcio turco, con più di 75.000 tifosi che accorsero per assistere ad un tesissimo 2-2 all’inizio del campionato. La fortissima rivalità tra le squadre nacque nel 1934, in una maniera piuttosto differente da molti altri derby, ed anche da quanto si possa pensare a riguardo di un match simile. Infatti, documenti storici riportano di una sorta di amicizia nata tra i due club fino a quell’anno, salvo poi diventare acerrimi rivali per fatti successi in campo; durissimi scontri in campo, brutti falli, ed un risultato precario, scatenarono una grande tensione sugli spalti, esplosa con dei durissimi scontri dentro e fuori dallo stadio. In effetti, si può pensare che prima o poi ciò sarebbe successo, a causa di una grandissima differenza culturale, politica, e di costume. Nel 1996 un durissimo avvenimento successe ed ingigantì la rivalità tra le compagini. Si trattava di una finale di coppa, con il Fenerbahce in una delle migliori stagioni della sua storia, ed il Galatasaray in difficoltà a metà classifica. Grandi critiche prepartita sfociarono in campo, quando i giallo-rossi vinsero la partita casalinga per 1-0. I tifosi del Fenerbahce spronarono l’ambiente al fine di ribaltare la situazione nella partita di ritorno: la vittoria di misura avrebbe portato il doppio scontro ai supplementari, se non per la rete del pareggio di Dean Saunders, che regalò la coppa al Galatasaray dopo una stagione molto difficile. In quell’occasione, il manager dei Cimbon, Graeme Souness, piantò una colossale bandiera del Gala nel centrocampo dello stadio del Fenerbahce, scatenando degli scontri violentissimi. La partita, durante tutti gli anni della sua esistenza, ha portato anche a delle morti, che rappresentano pagine nere della rivalità cittadina. La differenza sostanziale nelle due squadre risiede anche nell’origine dei club: il Fenerbahce rappresenta la working class della città di Istanbul, mentre il Galatasaray simboleggia l’alta borghesia turca, anche se dagli anni 2000 in poi, questa differenza si è assottigliata.
Galatasaray-Besiktas: fu il Besiktas a vincere la prima sfida tra queste due squadre, con il risultato di 2-0. Il Galatasaray vinse la sua prima partita contro i bianco-neri nel 1925, con uno schiacciante 6-2. Entrambe le squadre possono vantare due fanbases di dimensioni colossali, tra le più rumorose e calorose in tutta l’Europa. Molti siti specializzati negli argomenti delle rivalità calcistiche hanno stabilito che la partita tra Galatasaray e Besiktas è la più calda in assoluto nell’intera Turchia, nonchè uno degli scontri più caldi in Europa insieme al derby di Glasgow, di Atene e di Belgrado, anche a discapito delle altre due caldissime sfide che coinvolgono la città di Istanbul.
DIAMO I NUMERI- Entriamo ora nella questione delle statistiche dei 3 match principali di Istanbul. Come si può immaginare, dominare la classifica statistica delle Big Three è un enorme vanto, che dimostra la superiorità di un club sugli altri. Al giorno d’oggi, questo onore spetta al Fenerbahce, che detiene il maggior numero di vittorie su Besiktas (130-123) e Galatasaray (147-123). La supremazia dei canarini resiste anche nella storia dei piazzamenti in classifica, dove ha superato i Cimbon per 32 volte (contro le 27 dei Galati), e 37 volte il Besiktas (contro le 22 delle Aquile Nere). Nello scontro tra Besiktas e Galatasaray, sono i secondi ad avere la meglio, essendo finiti davanti ai rivali per 34 volte, contro le 25 del BJK., ed avendo 12 vittorie in più all’interno dei 341 incontri.
I giocatori ad aver disputato più volte dei derby contro le due squadre rivali sono Riza Calimbay (del Besiktas, 121 presenze) e Hakki Yetten (sempre del Besiktas, con 119 presenze). Quest’ultimo, con 61 reti, è anche il top scorer dell’intreccio a 3 di Istanbul.
Parecchi sono i giocatori ad aver giocato con tutte 3 le maglie, da molti considerati traditori, ma cuirosamente tutti di nazionalità turca, e di conseguenza a conoscenza del calore delle rivalità tra i 3 club. Tra i più famosi e recenti spiccano i nomi di Burak Yilmaz e Caner Erkin. Tuttavia, un solo manager ha allenato i 3 club: si tratta di Mustafa Denizli, al Galatasaray dal ’87 all’ ’89 , dal ’90 al ’92 e per la stagione 2015-16, al Fenerbache dal 2000 al 2002 ed allenatore del Besiktas dal 2008 al 2010.
SUGLI SPALTI- Il mondo del tifo del Fenerbahce è probabilmente il più vasto nel calcio in Turchia. La zona asiatica della città è dominata dal tifo per i Canarini, che negli ultimi anni hanno sempre ottenuto il record di presenze medie allo stadio. I Genc Fenerbahceliler (i giovani di tifosi del Fenerbahce) guida la curva del club dal 1998, anno nel quale il fondatore Sefa Kalya salì al potere nel mondo del tifo Fener. E’ intenzione comune del gruppo ultras di far sentire sempre a casa i ragazzi in campo, con un grandissimo seguito anche nelle partite di trasferta, sia in Turchia che in Europa. Durante gli anni, i giallo-blu hanno creato rapporti amichhevoli con i serbi del Novi Pazar, i quali tifosi hanno assistito anche a parecchi derby di Istanbul sostendendo il Fenerbahce, favore ricambiato in occasione della sentita sfida balcanica contro il Partizan Belgrado. Altre documentazioni ed esperienze di curva parlano di amicizia con Coritiba, Sheffield United e Lillestrom.
A comandare il tifo del Galatasaray ci sono gli UltrAslan, gruppo ultras tra i più famosi e rispettati in assoluto nel globo calcistico. Il nome del gruppo deriva dalla parola turca per Leoni, simbolo del club. Tra i più esperti cultori del pyro in tutto il mondo ultras, nel 2001 per causa loro il Galatasaray venne pesantemente multato per un eccessivo spettacolo pirotecnico in occasione di un derby contro il Fenerbahce. Al giorno d’oggi si contano ben 14000 persone iscritte ufficialmente al club ultras, ed è credenza comune che non ci siano idee politiche all’interno della curva giallo-rossa. Nonostante la grandezza del club che rappresentano, i membri del fanclub concordano sul fatto di non commercializzare il proprio nome, a differenza di molte altre compagini. Il gruppo non è famoso nemmeno per amicizie extra turche, e le rivalità principali corrrispondono soltanto ai club opposti nella città di Istanbul.
Il Carsi è il gruppo ultras che rappresenta il Besiktas in Turchia e nel mondo. I fan delle Aquile Nere, nonostante la simbologia potrebbe ricordare a tratti un’apologia fascista, si dichiarano anarchici, contro tutti e tutto. Ideologie come l’anti sessismo, l’ecologismo, la parità razziale e l’anti fascismo fanno da padrone al movimento generale della curva del Besiktas. Il partiolare nome del club ha origine dall’antico mercato del quartiere dal quale il club ha origine: una parziale traduzione potrebbe essere “bazar“. Il gruppo ultras ha causato problemi nelle città di Lione e Napoli negli scorsi trascorsi europei, dimostrando una grandissima fedeltà al club anche in trasferta, nonchè una tendenza a creare problemi negli stadi e nelle città ospitanti. Nella partita di martedì sera contro il Lipsia, la curva è stata in grado di forzare una sostituzione per il club tedesco, portando Timo Werner a richiedere il cambio, non potendo più reggere la pressione all’interno dello stadio turco. Alen Markaryan rappresenta un punto di riferimento per tutti i tifosi del Besiktas, essendo il leader assoluto dei Carsi, ed anche scrittore nell’ambito del calcio turco.
MOMENTI MEMORABILI- Uno dei momenti più importanti nell’intera storia delle tre principali società di Istanbul avvenne nel 2013. In quell’occasione ci si divise totalmente dal campo, e la questione toccò pesanti questioni politiche e sociali. Migliaia di tifosi di Besiktas, Galatasaray e Fenerbache (come documentato nel video sottostante) si riunirono nelle vie del centro della città, causando disagi improvviso soprattutto tra gli ignari turisti, a causa della controversa gestione politica che sta continuando anche al giorno d’oggi con il discusso goverso Erdogan. Per quanto l’avvenimento possa essere visto come una sorta di assottigliamento tra le differenze tra i tre club, nei successivi derby non cambiò la tradizione di guerriglie armate e sfide a viso aperto all’interno dello stadio e sul campo.
Tuttavia, nessuno dei capi ultras (o comunque nessuna delle grandi personalità all’interno delle curve) ha preso parte a questa manifestazione improvvisata. Il tutto è sembrato di conseguenza una decisione affrettata ed inappropriata da parte di sparuti ed inesperti tifosi, e la spaccatura tra i 3 club è rimasta, ed è ancora sanguinolenta. Da parte delle tre compagini, Besiktas, Galatasaray e Fenerbahce, non c’è ancora alcuna intenzione di riavvicinarsi, per mantenere forse fortunatamente la tradizione e lo spettacolo di questa corsa concittadina.!
Non si finisce mai di imparare riguardo il derby di Istanbul; nella città che da sul Bosforo, il calcio è una religione, nella quale influiscono storia, società e politica. Cosa si può volere di più, da 90′ minuti di calcio? La rubrica EuroDerby vi aspetta la prossima settimana, dove scopriremo insieme la rivalità concittadina di Bucarest!