“Auschwitz è a circa due ore di pullman da Cracovia. Cracovia a poco più di due giorni da Casa. Casa è dove noi torneremo.” -La Vita E’ Bella
LO SCENARIO- Partendo da insediamenti preistorici, passando per numerose tribù slave, popolazioni cristiane, e rappresentando nell’Alto Medioevo un importante polo commerciale, Cracovia è arrivata ai giorni nostri come una delle città principali del nord Europa. Al giorno d’oggi la sua area metropolitana sfiora il milione di abitanti, ed è conosciuta nel mondo intero per il suo caratteristico centro storico, per il vasto verde che adorna la città, e per essere sede dell’Università Jagellonica, una della prime mai fondate. Prima dell’Anno Mille i vistolani avevano portato un piccolo insediamento ad essere un importante centro di scambi economici, nonché un insediamento di grande importanza tattica, collocandosi sulle sponde di un fiume ai piedi dei Carpazi.
Nell’XI sec. la città fu una delle prime del Vecchio Continente ad avere un proprio vescovo, risultando dunque un baluardo fortemente cristiano in un poutpourri di credenze religiose. Nello stesso secolo la città venne posta come capitale del nuovo stato polacco, un’istituzione antica che Cracovia perderà successivamente, ma mantenendo questo status per più di 500 anni. Nel XIII sec. la città venne inglobata nell’area di influenza tedesca, ed in particolare sotto l’egida di Magdeburgo, dopo che le popolazioni germaniche dovettero ricostruire la città, precedentemente messa a ferro e fuoco da invasioni tartare. Prima di un periodo di indipendenza, agli albori del Quattrocento, la città subì un’influenza ceca che ancora permane in certe architetture civili. Gli Jagelloni raggiunsero il potere al termine di questo secolo, quando l’Università cittadina era già stata fondata, seguendo l’ondata di innovazione culturale proveniente dall’Italia e dalla Britannia.
Per un breve periodo Cracovia fu la capitale del Regno Lituano-Polacco, prima di essere spodestata da Varsavia, attuale capitale della Polonia, in virtù della vicinanza al mare di quest’ultima città. Invasioni russe e svedesi misero in ginocchio Cracovia, che era stata comunque in grado di mantenere un buono status nello scacchiere politico dell’epoca; nella contesa per la città si aggiunse anche l’Austria, fino a quando nel tardo Settecento fu la Prussia a poterne vantare il possesso. Una serie di divisioni della Polonia rimise in discussione la posizione della città, che tornò indipendente dopo il periodo napoleonico.
Durante la Prima Guerra Mondiale, Cracovia rappresentò nuovamente il fiore all’occhiello della politica polacca, e così fu anche nella Seconda Guerra Mondiale. La cacciata delle truppe dell’URSS comportò finalmente un periodo di pace per la città: nel 1978 il vescovato della città venne affidato a Karol Woijtyla. Al giorno d’oggi Cracovia ha una grande importanza nel sentimento patriottico del popolo polacco, ed è usata come esempio di unità e perseveranza da parte di tutti i cittadini.
IL CALCIO- In una città con una storia così travagliata, numerose sono le influenze che hanno caratterizzato il suo sviluppo già molti anni fa. E’ per questo motivo che Cracovia, ed in generale la Polonia, vanta delle squadre molto antiche, risalenti ai primissimi anni del Novecento. Proprio la città in questione è sede dei due club più antichi del paese: sia il KS Cracovia (noto comunemente come Cracovia) ed il Wisla Cracovia (pron: Visua Cracovia) sono infatti nati nel 1906. La nascita del Cracovia è collocata in giugno, e nonostante alcuni fonti dicano il contrario, questo rende il club leggermente più antico del Wisla. Seguendo il tipico ordine cronologico di EuroDerby, scopriamo prima la storia del KS Cracovia!
Il KS Cracovia, nato nel 1906, non ha avuto grande fortuna nella propria storia, ed al giorno d’oggi vanta “solo” 5 Campionati polacchi in bacheca. Nonostante ciò i bianco-rossi sono da considerare un club storico del calcio polacco. Questa è probabilmente la squadra popolare di Cracovia, quella che maggiormente rispetta le tradizioni storiche della città, anche se lo sviluppo del calcio moderno ha causato un maggior seguito per i rivali negli ultimi anni. In periodi recenti il club ha dichiarato di collaborare apertamente con il Monaco 1860 per questioni economiche e strettamente di campo. Nonostante l’interessante intento, gli affari non sembrano andare per il meglio: i bavaresi hanno recentemente incassato una retrocessione che sa tanto di fallimento, mentre i polacchi non stanno generalmente attraversando un periodo particolarmente positivo. C’è molta vicinanza tra la dirigenza del club ed il tifo ultras del Cracovia: seppur storicamente la squadra rappresenti la parte cattolico-operaia della città, anno dopo anno si sta sviluppando un’identità ebraica molto forte. Il motivo? Non ci sono legami culturali che avvicinano il Cracovia agli ebrei, ma ciò sembra essere una volontà dei tifosi del club, in eterna contrapposizione ai rivali del Wisla, storicamente squadra fascista polacca. Una concezione di tifo estrema, che rende il Cracovia un club quasi unico.
Il Wisla Cracovia è uno dei club più gloriosi dell’intero sistema calcio polacco: il nome deriva dal fiume Vistola, ed è rimasto invariato per più di 100 anni. I primi anni di vita della società sono subito molto positivi: il primo titolo nazionale arriva nel 1927, e pur non vincendo campionati su campionati, il Wisla resta sempre nelle posizioni di vertice del Campionato polacco. L’esordio europeo corrisponde alla stagione 1967-68, dove i polacchi batteranno l’Helsinki prima di venire eliminati dal ben più quotato Amburgo. Gli anni ’70 corrispondono ad un periodo negativo per il club di Cracovia, che torna in auge soltanto nel 1978 anche grazie al contributo del leggendario attaccante Kazimierz Kmiecik. Con lui il Wisla arriva fino ai quarti di finale della Coppa dei Campioni, un risultato storico ed irripetibile. Un successivo periodo di alti e bassi (comprese anche due retrocessioni) impedisce al club di mettere in bacheca numerosi trofei, fino al 1999, dove finalmente riescono a conquistare il sesto titolo della loro storia. Gli anni duemila sono gloriosi: il club è in continua crescita, e finalmente riesce nell’intento di infilare numerose vittorie in brevi periodi temporali. Al giorno d’oggi il Wisla sta soffrendo come tutti il dominio del Legia Varsavia, ma può vantare ben 13 Campionati polacchi e 4 Coppe di Polonia nel proprio palmares. Storicamente il Wisla viene identificato come un club di estrema destra, tendenza confermata dal tifo del club, che spesso si avvicina ad ideologie fasciste.
IL DERBY DI CRACOVIA- Il derby di Cracovia è un appuntamento imperdibile nel calendario degli eventi sportivi polacchi. Per quanto sia vero che le questioni più importanti vengano sbrigate sugli spalti, entrambe le squadre vantano un seguito molto largo, ben superiore alla media delle altre squadre polacche. Spesso e volentieri la partita ha grande importanza nell’economia della classifica dell’Ektralaska, con il Wisla a lottare per le prime posizioni, ed il Cracovia impegnato nel non scivolare nelle zone scottanti del campionato.
Il seguito dei tifosi rende questa partita davvero unica: nonostante l’estremo tifo da parte dei due schieramenti, non risultano tuttavia agli atti dei decessi da correlare strettamente nell’ambito del giorno della partita. Sono invece riportate delle morti collegate alla rivalità tra Wisla e Cracovia nell’interezza del suolo polacco.
Se la vostra intenzione è quella di assistere ad un derby di Cracovia, sappiate di non dover abbassare comunque la guardia: guerriglie e scontri sono all’ordine del giorno in occasione dello scontro cittadino, il tutto incorniciato con atti di violenza di gruppo, organizzate o meno. In un calcio per certi versi molto povero e privo di stimoli come quello polacco, una sfida come queste è sempre vista come un grande avvenimento, accolta con una grande programmazione sia a livelli di coreografie e pyro, che di piani di attacco al di fuori degli stadi, e nel centro di Cracovia.
DIAMO I NUMERI- Il derby di Cracovia è uno dei più antichi del calcio nord europeo, e non c’è da stupirsi se il numero di scontri tra i due club è davvero molto alto, nonostante qualche retrocessione sparsa nelle storie delle due società, soprattutto nel caso del KS Cracovia.
Il primo derby della storia di Cracovia si giocò nel 1908, e come riportato dai giornali locali, terminò con un pareggio per 1-1. Da quella data si sono giocati ben 194 derby, con il Wisla che può vantare più vittorie (86) contro le 63 del Cracovia. In 45 occasioni il match si è concluso in pareggio.
Il Wisla è anche detentore della vittoria più larga nella storia dell’incontro cittadino: con un 1-7 infatti, supera di un gol di differenza il 5-0 del Cracovia ai danni dei rivali rosso-blu.
Il derby è conosciuto con la denominazione di Holy War (Guerra Santa), un termine coniato da Ludwik Gintel, ala del Cracovia per 15 stagioni, che nel caricare i compagni nello spogliatoio prima della sfida contro il Wisla, usò questo temine, diventato in seguito di utilizzo comune.
SUGLI SPALTI- Il derby di Cracovia probabilmente riserva il proprio meglio per questa sezione, con le tifoserie delle due squadre a caratterizzare gli incontri anno dopo anno.
Il Wisla Cracovia possiede in tutto e per tutto un insieme di tifosi molto estremi, sia come ideologie, che come azioni dentro o fuori l’ambito di una singola partita. Qualcuno di voi ricorderà il nome di questo club per la sfida europea contro il Parma nel 1998, quando in casa dei polacchi, Dino Baggio venne tagliato da un coltello lanciato dalla curva casalinga. In seguito alla Seconda Guerra Mondiale i tifosi più caldi del club non si allontanarono da una forte ideologia di destra, che caratterizza il club anche ai giorni nostri. La curva del Wisla è interamente organizzata dal gruppo ultras degli Sharks, particolarmente vicini ad ideologie neo-nazi. Il Wisla non sembra avere amicizie con altri club polacchi, e fino a pochi anni fa nemmeno con alcun club europeo. Qualche anno fa tuttavia, iniziarono ad essere visti dei tifosi polacchi nella curva della Lazio, luogo dove storicamente finiscono numerose ideologie di destra. Tuttavia, al giorno d’oggi il legame con il club capitolino non sembra essere più che un’amicizia, considerando anche la vicinanza dei bianco-celesti a molti altri club europei.
La tradizione ultras del KS Cracovia è probabilmente minore rispetto a quella dei rivali, ma negli ultimi anni i bianco-rossi hanno spinto sull’acceleratore anche in questo ambito, in concomitanza ad un periodo di rinnovamento generale per tutto il club. Il Cracovia ha origine operaie, e tifosi saldamente legati alla working class polacca. Forse anche a causa di un decennio buio tra gli anni ’70 ed ’80, anni del massimo sviluppo del movimento hooligan in Polonia, il club non ha sviluppato una grande tradizione ultras. Tuttavia, i tifosi del KS Cracovia non vogliono certamente mancare dal panorama ultras europeo, e negli ultimi anni si sono atterezzati per far parlare di sé. Il Cracovia si è voluto infatti volontariamente legare alla tradizione ebraica della città, nonostante gli ebrei non avessero avuto mai a che fare con il calcio, se non con la piccola squadra del Makkabi. La contrapposizione religiosa tra ebrei e cattolici non è da essere interpretata come un voltafaccia alla classe operaia cittadina: la scelta deriva dalla volontà di volersi opporre in tutto e per tutto ai rivali del Wisla. Una scelta unica, estrema, e certamente pazza, ma che rende il derby di Cracovia ancora più speciale.
MOMENTI MEMORABILI- La lontananza geografica tra Italia e Polonia non consente il costante passaggio di informazioni per quanto riguarda tematiche calcistiche, ma ogni incontro tra questi due schieramenti è un vero e proprio spettacolo, sia sul campo che sugli spalti. Qualche fonte molto remota parla di un derby clandestino negli anni ’40, nel periodo in cui i nazisti bandirono il calcio dal territorio polacco. Gli esiti di quella partita, in particolar misura nell’ambito del tifo, andarono a modificare per sempre le idee politiche dei due club, con il Wisla più vicino all’estrema destra, in contrapposizione con i rivali del Cracovia. Come già citato, la pianificazione cittadina ha fatto sì che gli stadi delle due squadre si trovino a poco meno di un chilometro di distanza, condizione che crea sempre situazioni piuttosto interessanti, molto vicine al centro della città.
Nel giorno del derby la città viene praticamente blindata dalle forze armate cittadine: la policja polacca tuttavia non fa nulla per prevenire gli scontri, ma preferisce piuttosto intervenire direttamente quando la situazione lo richiede. Ciò porta a dei momenti di altissima tensione, che rendono il derby un appuntamento di fuoco per gli appassionati al mondo ultras, senza bisogno di avvenimento particolari, o che sono entrati nella memoria comune.
Inoltre, sempre riferendosi a questa estrema vicinanza tra i quartieri della città, numerosi piani d’azione e guerriglie sono quasi all’ordine del giorno. E’ il Cracovia ad essere leggermente più attivo a livello cittadino rispetto ai rivali del Wisla, che tuttavia vantano un raggio d’azione più ampio su tutto il territorio della Polonia.
Al derby di Cracovia è tradizionalmente associata una canzone folk polacca, eseguita dal gruppo Andrusy. Il titolo, Święta Wojna, significa per l’appunto Guerra Santa, rifacendosi alla denominazione del già citato Ludwig Gintel. Il testo della canzone tuttavia non ha riferimenti all’incontro intercitaddino, seppur temporalmente successiva alla nascita della denominazione “Guerra Santa”. La canzone non è da confondere con La Guerra Sacra, inno di pura tradizione sovietica, composto da Aleksandr Aleksandrov, e tipicamente eseguita nel Giorno annuale della Vittoria della Federazione Russa
Abbiamo così analizzano il derby di Cracovia, una partita che spesso ha un peso sulla città ben maggiore di quello effettivo nel campionato polacco. Storia, tradizione e tifo estremo si mischiano formando un cocktail molto interessante, e degno di essere inserito nei derby più caldi d’Europa. Non perdete il prossimo appuntamento con EuroDerby, dove parleremo del derby di Tirana!
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