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Euro 2016, occhio alle esordienti

A pochi giorni dall’inizio delle ostilità, è tempo di analizzare le compagini che vedremo affrontarsi per cercare di raggiungere la finale del 10 luglio a Saint Denis. Oggi vediamo le esordienti, le nuove comparse, che per la prima volta nella loro storia prenderanno parte ad un europeo. Certamente la nuova formula a 24 squadre ha forse facilitato un po’ il processo di qualificazione, ma siamo certi che tutte quante sapranno dire la loro non partendo del tutto spacciate.

ALBANIA

Al primo torneo assoluto fra tutte le competizioni, la nazionale balcanica si trovano forse nel miglior momento della propria storia. Grazie ad una buon numero di giovani sparsi per l’europa (soltanto il secondo e il terzo portiere giocano in patria) e allo splendido lavoro di Gianni De Biasi, le Aquile sono riuscite a compiere un autentico miracolo chiudendo il gruppo I dietro al Portogallo con 14 punti, frutto di 4 vittorie (una a tavolino contro la Serbia, ndr), 2 pareggi e soltanto 2 sconfitte. Nella storia resteranno certamente la vittoria all’esordio in Portogallo (o-1) e le due amichevoli contro la Francia, chiuse rispettivamente sull’1-1 (in trasferta) e sull’1-0 (in casa). Da segnalare anche il 22° posto nel Ranking FIFA raggiunto lo scorso giugno, al momento il gradino più alto mai occupato dalla nazionale balcanica. Dopo un anno di lodi, adesso viene il difficile: compresa nel Gruppo A, dovranno vedersela all’esordio con la Svizzera e, successivamente, contro i padroni di casa della Francia e all’ultima giornata con la Romania. Sicuramente manca l’esperienza, ma la fame di questi giovani potrebbe risultare determinante: confermato il blocco che ha portato alla qualificazione, si segnalano gli ‘italiani’ Etrit Berisha (Lazio), Elseid Hysaj (Napoli), Arlind Ajeti (Frosinone), Migjen Basha (Como), Ledian Memushaj (Pescara) e capitan Lorik Cana, con un passato nella sponda biancoceleste di Roma. Da seguire il centrocampista Taulant Xhaka del Basilea (fratello di Granit, neoacquisto dell’Arsenal e suo avversario nella prima giornata).

GALLES

L’ultima comparsa risale al Mondiale di Svezia del 1958 dove, guidati dal gigante della Juventus John Charles, riuscirono ad arrivare fino ai quarti di finale per poi esser eliminati da una magia di un giovanissimo Pelè: 58 anni dopo i Dragoni tornano alla ribalta del calcio internazionale attraverso la loro prima partecipazione ad un campionato europeo. Dopo tantissimi anni bui, è venuta fuori una generazione dall’altissimo potenziale che, affidata prima al compianto Gary Speed e poi a Chris Coleman, è riuscita a centrare l’obiettivo raggiungendo anche uno storico 9° posto nel Ranking FIFA lo scorso agosto. Non da meno è stata l’attenta programmazione della federazione che ha visto anche l’apertura di un centro d’allenamento per le giovanili presso Newtport, a 20 km da Cardiff. Nel girone di qualificazione i dragoni hanno chiuso al secondo posto con 21 punti, risultati da 6 vittorie, 3 pareggi e una sola sconfitta contro il Belgio, che ha chiuso al primo posto con due soli punti in più. La stella è certamente l’ala Madridista Gareth Bale, ma certamente non sono da meno i centrocampisti Joe Allen (Liverpool) e Aaron Ramsey (Arsenal). Da segnalare anche Andy King, fresco campione d’Inghilterra col Leicester, e il Terzino sinistro del Tottenham Ben Davies. Incluso nel Gruppo B, esordirà contro la Slovacchia per poi affrontare l’Inghilterra e la Russia: la qualificazione al secondo turno non è cosa così impossibile.

IRLANDA DEL NORD

Inevitabile non fare riferimento al quadro politico: per la prima volta nella storia tutta l’isola d’Irlanda prenderà parte all’Europeo. Nel nostro girone la parte più grande dell’isola, mentre nel gruppo C assieme a Germania, Polonia e Ucraina quella del Nord, un lembo di terra incessantemente coinvolto in settarismo fra unionisti (la maggioranza) e indipendentisti. Il Football gioca un ruolo importante, e non è raro vedere giocatori nati nell’Ulster che preferiscono vestire la maglia dell’EIRE, come nel caso di James McClean. Il Lavoro federale stavolta è stato fondamentale e il ct Michael O’Neill è riuscito a guidare un manipolo di giovani (soltanto 8 over 30, di cui 3 sono i portieri) verso il primo posto del gruppo F, comprendente Romania, Ungheria, Finlandia, Far Oer e Grecia, a fronte di 6 vittorie, 3 pareggi e 1 sconfitta. Sicuramente sarà complicato andare avanti, ma i giovani nordirlandesi non si faranno certo intimidire, provando a fare anche più dell’idolo di casa George Best, che mai ha partecipato ad una competizione internazionale. Fra i giocatori da seguire, vi segnaliamo il centrale Paddy McNair (Manchester United). Numero 10? L’ex Palermitano Kyle Lafferty, ora al Birmingham City.

ISLANDA

Una landa ghiacciata da 330 mila abitanti e una smisurata passione per il calcio che cresce di giorno in giorno: tutto questo è l’Islanda, alla sua prima competizione internazionale. Ammirevole il lavoro del ct svedese Lars Lagerback, che ha fatto scalare ai nordici oltre 100 posizioni nel Ranking FIFA raggiungendo lo scorso anno un incredibile 23° posto. E, come se non bastasse, è arrivato il secondo posto nel girone A con 20 punti (6 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte), dietro alla Repubblica Ceca ma davanti a nazionali più blasonate come Turchia e Olanda (grande assente di questa competizione), che ha regalato al popolo svedese un’estate da sogno: saranno oltre 26 mila (oltre l’8 % dell’intera popolazione) i tifosi che seguiranno la squadra in Francia. Inserita nel Girone F con Portogallo, Austria e Ungheria, i nordici possono contare sull’esperienza dell’attaccante classe ’78 Eiður Guðjohnsen, ex Chelsea e Barcellona, forse all’ultimo grande appuntamento della sua gloriosa carriera, sui gol di Kolbeinn Sigthorsson (Nantes) e Alfred Finnbogason (Augsburg), sulla classe di Gylfi Sugurdsson (Swansea) e sulla potenza di Birkir Bjarnason (Basilea). Presenti anche gli ‘italiani’ Hordur Magnusson (Cesena) ed Emil Hallfredsson (Udinese). Si segnalano fra i giovani Hojrtur Hermannsson (classe 95′, al Goteborg ma di proprietà del PSV), e il centrocampista Arnor Traustason, appena passato al Rapid Vienna.

SLOVACCHIA

E’ ancora nitido nelle nostre menti il ricordo della spedizione in Sud Africa del 2010, secondo qualcuno “L’inizio della fine”. Come la Corea del Nord, dicevano: soltanto che stavolta siamo nel bel mezzo dell’Europa centro-orientale. Dopo 6 anni, la nazionale Slovacca torna a far parlare di se qualificandosi (tecnicamente era già stata presente tre volte, con una vittoria, sotto il nome di Cecoslovacchia) ad una competizione internazionale. Un girone di qualificazione chiuso al secondo posto con 22 punti (7 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte) dietro la Spagna e davanti a Ucraina, Bielorussia, Lussemburgo e Macedonia (si ricorderà la vittoria casalinga contro le stesse furie rosse). Sorteggiati assieme a Inghilterra, Russia e Galles, i ragazzi di Jan Kozak non vedono l’ora di continuare a stupide e magari provare un nuovo scherzetto, come accadde a noi in Sud Africa. Simboli della squadra il capitano Martin Sktrel (Liverpool), il napoletano Marek Hamsik e i centrocampisti Stalislav Sestak (Ferencvaros) e Miroslav Stoch (Bursaspor). Presenti anche gli ‘italiani’ Norbert Gyomber (Roma) e Juraj Kucka (Milan). In rampa di lancio il classe 94′ Ondrej Duda del Legia Varsavia.

Marco Aurelio Stefanini

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