Nonostante negli ultimi anni sia stato sempre a tinte blaugrana, il Derby Catalá non si può mai definire una partite come le altre per nessuna delle due squadre. Barcellona e Espanyol continuano a condividere una rivalità intensa: più che una fede, una scelta di vita.
Il Barça è il simbolo dell’indipendenza catalana, il blasone di una comunità che ha sempre rivendicato la propria autonomia sventolando la propria bandiera ed esportando il proprio simbolo nel mondo contro il centralismo di Madrid.
Espanyol è una filosofia diversa, è il punto di incontro tra il re di Spagna e l’identità catalana, è la via pacifica di compromesso tra due realtà così vicine eppure così lontane: il nome della squadra è il termine catalano per l’aggettivo “spagnolo”, preceduto da quel “Real Club Deportivo” che sponsorizza la fedeltà reale.
La partita di oggi fa da primo atto di una trilogia che ci accompagnerà in queste settimane: alle 16 si parte con il faccia a faccia di Liga, poi tra il 6 ed il 13 gennaio il derby tra Espanyol e Barça sbarcherà anche in Copa del Rey.
L’obiettivo della metà blanquiazul della città è quello di porre fine al tabù del Cornellà: l’ultimo successo targato Espanyol risale al 2007 ma l’inconrto si disputò allo stadio Olimpico Montjuic; da quando la squadra di proprietà di Joan Collet si è trasferita nel nuovo impianto, estate 2009, sono arrivati solamente 2 pareggi e 4 sconfitte. La prolungata astinenza dal successo obbliga l’Espanyol a tentare la grande impresa per povare a sminuire, seppur in minima parte, il totale blasone dei rivali.
Dall’altra parte il Barcellona torna in campo appena 66 ore dopo il poker riflato al Betis che ha permesso alla squadra di Luis Enrique di chiudere il 2015 con i piedi davanti ad Atletico e Real e con il record storico di gol fatto in un anno di Liga. Una partita sentita per non perdere la concentrazione e provare a monopolizzare il campionato.
Nel doppio confronto di Copa de Rey il Barcellona potrà finalmente utilizzare gli acquisti dell’estate Arda Turan e Aleix Vidal, pronti a dare l’ennesimo cambio di marcia al club più forte al mondo.
Alle 16 si scende in campo per provare a scrivere l’ennesima pagina di un derby che da quelle parti significa molto di più: scegliere tra blanquiazul e blaugrana per decidere con quali occhi guardare la Catalogna.
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