
Antonio Orteca | Instagram @antonioorteca_10 - Footbola
Il numero 11 della squadra di Blur si è raccontato ai nostri microfoni per spiegare cosa lo ha portato a prendere questa decisione
La giornata di ieri ha segnato un punto di svolta nella breve, ma già intensa, storia della Kings League Italia. Alla Fonzies Arena di Milano, con sei match ad alta tensione, si è conclusa la regular season, tracciando un primo bilancio di questa avventura. Ma a catalizzare l’attenzione non sono stati solo i risultati sul campo: a infiammare il dibattito è stata la clamorosa decisione di Antonio Orteca, attaccante degli Stallions, che ha annunciato l’addio alla squadra e alla competizione. Ai nostri microfoni, il classe 2005 ha spiegato senza filtri i motivi della sua scelta.
Antonio Orteca lascia gli Stallions e rivela: “Ecco il perché della mia scelta”
La decisione ha spiazzato pubblico e addetti ai lavori. Già nella serata di ieri, alcune sue storie su Instagram avevano fatto nascere sospetti, poi confermati proprio dal diretto interessato: “Era già da un po’ di tempo che andava avanti questa storia”. Il riferimento, come ha spiegato lui stesso, è a un minutaggio ridotto che negli ultimi tempi aveva minato il suo entusiasmo: “Erano ormai diverse partite che giocavo poco. Per me il calcio è felicità, quindi se mi levi il calcio per me è finita”.
L’attaccante ha poi raccontato il malessere crescente vissuto nelle ultime settimane: “Ogni volta che tornavo dalle partite ero scontento e me la prendevo con chiunque mi capitasse davanti. Quella di lasciare gli Stallions, quindi, è stata una decisione che ho preso per stare bene con me stesso. Ieri sono entrato sul 2-2 e con la mia punizione abbiamo fatto il 3-2, ma il mister mi ha comunque sostituito. Con i TRM ho conquistato il rigore del 3-2, ho realizzato il gol del 3-3 e anche lì mi ha tolto dal campo. A quel punto ho pensato ‘evidentemente il problema sono io’. Allora ho deciso di tirarmi fuori dalla squadra”.
Un malumore che è stato alimentato dalle sue precedenti esperienze: “Io ho fatto veramente poche panchine con il Parma (nell’Under 18 nella stagione 2022-23, ndr), quindi non capisco perché debba farle in Kings League. Ho sempre dato il mio contributo e mi sono sempre messo a disposizione, ma la partita di ieri è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”.
Poi, nonostante l’amarezza, Orteca ha voluto sottolineare il legame nato con alcuni compagni: “Mi dispiace perché ho trovato dei bravi ragazzi. Io poi sono più legato a quelli che, come me, hanno giocato di meno. Ma passare quei momenti lì è stato davvero brutto. Non ho sposato questo progetto per fare esperienza, ma per dimostrare a tutti cosa sono in grado di fare. Purtroppo, però, non ho trovato questo spazio”.
Orteca duro: “Ecco dove ha sbagliato il mister”
Il bersaglio delle critiche è soprattutto il tecnico degli Stallions, Giuseppe Guccione, “accusato” di non essere riuscito a creare un gruppo coeso: “Io è da un po’ che non parlavo con lui. Non ha mai avuto la capacità di fare gruppo. Magari è solo un mio problema, ma non mi sono mai sentito partecipe con lui”.
Diverso il tono nei confronti del presidente Blur e del direttore sportivo Kekko Marzy: “Con Blur non ho ancora parlato e non so se ci parlerò mai. Il ‘dire’ (Kekko Marzy, ndr), invece, mi ha fatto capire che lui veramente ci teneva a me, però non c’è mai stato nulla di concreto”.
Ma c’è stato qualche compagno che ha cercato di farlo tornare sui suoi passi? A questa domanda, il classe 2005 ha risposto così: “Io ho sentito 3 miei compagni, ma solo uno, ovvero Alessandro Curcio, mi ha detto di ripensarci”.
Quale sarà il suo futuro? Due club di Serie B hanno bussato alla sua porta…
Il futuro di Orteca potrebbe riservare novità importanti, ma lontano dalla Kings League. “Ci sono due squadre di Serie B che mi hanno cercato”, ha confidato. “Una di queste due squadre si trova in zona retrocessione, quindi in caso andrei a fare la C”.
L’interesse è concreto, come ha confermato lui stesso: “La voglia di rimettermi in gioco è tanta. Il colloquio con una di queste due è andato bene. Mi hanno fatto capire che puntano tanto sui giovani. Adesso devo fare il colloquio con l’altra squadra, ma sono carico”.
E sulla possibilità di un ritorno nella Kings League, non ha chius0 le porte: “Devo vedere come andranno le cose con queste due squadre, ma ci ritornerei”.
Una valutazione sulla Kings League: “Ecco cosa cambierei”
Orteca ha anche voluto esprimere la sua opinione sul format e sull’organizzazione della Kings League, con parole che fanno riflettere: “Riprendo una frase di Lasagna (Agnese Nespoli, intervistatrice e content creator per la Kings League, ndr) che ha detto ai Draft: ‘questa competizione è stata creata in primis per dare spazio ai giovani e ai nuovi talenti’. Io, dopo aver sentito questa cosa, ho sposato appieno il progetto perché pensavo potessero aprirsi delle porte, ma alla fine si parla solo di Wild Card, di gente che ha già un nome. Io non ho nulla contro di loro (le Wild Card, ndr), però non sono state rispettate le cose che hanno detto”.
Da qui, anche una proposta per il futuro: “La Kings League è una competizione molto bella, ma spero che alcune cose possano cambiare. Un’idea potrebbe essere quella di mettere una sola Wild Card a squadra, in modo tale da dare maggiore spazio ai Draft”.
Ma la situazione che ha vissuto è un unicum? A quanto pare no. Secondo Orteca, infatti, il problema non sarebbe isolato: “Penso ci siano altri ragazzi che la pensano come me, ma che magari non parlano per paura di finire nei casini. Non sono nessuno per dirlo, ma penso, ad esempio, nei Caesar, dove giocano sempre gli stessi giocatori. In questo caso qualche dubbio mi viene. Credo ci sia tanta gente che ha voglia di giocare di più”.
Appare evidente, quindi, che nonostante tutto il clamore mediatico e gli altissimi numeri fatti registrare, la Kings League Italia stia iniziando a perdere qualche pezzo. Che siano proprio le parole di Antonio Orteca a far capire che la direzione presa non è quella giusta?
Questo lo scopriremo solo più avanti, ma di certo la sua testimonianza risulta essere fondamentale per ricordare a tutti quali sono i veri valori per cui è nata questa competizione.