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ESCLUSIVA – Intervista a Stefano Fraternali, marcatore in Champions League per il Tre Penne

Abbiamo avuto la possibilità e l’onore di scambiare due chiacchiere con colui che, a tutti gli effetti, è il capocannoniere attuale della Champions League 2016-17. A pari merito con tanti altri attaccanti da tutta Europa, spunta il nome di Stefano Fraternali, difensore del club Sammarinese delle Tre Penne. La squadra è stata impegnata nel pomeriggio di martedì nella sfida in Galles contro i New Saints, tornando a casa con un risultato che sa di storia: una sconfitta per 2-1, ottenuta con i denti e le unghie, e che lascia la possibilità di un passaggio al turno successivo con un’ipotetica vittoria casalinga. Delle immagini del match lasciano trasparire un’atmosfera davvero magica, che solo questo tipo di partite può regalare: pensate che il settore ospiti del Tre Penne era composto da sole due persone, che hanno cantato e sventolato i colori del club per tutto il match. Entriamo ora nel dettagli dell’intervista, e diamo un’occhiata alle dichiarazioni di Stefano Fraternali, rilasciate in esclusiva per Footbola.

Essendo parecchio interessati all’inizio di questa Champions League, cosa ci puoi dire per ora della tua esperienza, breve ma intensa, con il Tre Penne?

E’ bello avere i riflettori un po’ puntati verso di noi, per me è stata un’esperienza molto emozionante, è la mia prima volta in Champions League. Anche se nella quotidianità si parla di livelli piuttosto bassi, qui hai la possibilità di vivere certe partite come giocatori “famosi”, per quanto riguarda l’organizzazione dell’evento. In particolare concentrandoci sulle realtà calcistiche Sammarinesi, bisogna dire che si fa fatica a farsi valere la maggior parte delle volte, dunque aver portato a casa un risultato positivo nella sua negatività ci onora, perchè i giochi sono ancora aperti. Questo risultato ci ha dato i giusti stimoli e la giusta forza per prepararci al meglio per il ritorno a San Marino. 

Restando sull’argomento della partita contro i New Saints, realisticamente parlando, pensi sia possibile per voi portare a casa una vittoria e passare il turno? Con la spinta dei tifosi, magari potreste farcela…

Parlando sinceramente, in Galles il risultato è stato un po’ a favore nostro: a livello tecnico e sopratutto fisico, i New Saints sono una squadra di spessore ben superiore alla nostra. Stringendo i denti ed anche con una buona dose di fortuna abbiamo portato a casa questo risultato che ci permette di giocare a viso aperto il match di ritorno. Tuttavia già sappiamo che sarà una partita di sofferenza, nel pronostico non siamo avvantaggiati. Bisogna dire però che nel calcio non c’è nulla di matematico, e quindi resta un sogno che cercheremo di realizzare, anche se magari la realtà dei fatti ci porterà a capire che siamo un gradino sotto di loro. Il risultato in Galles comunque ha aumentato le possibilità che ci sia una maggiore affluenza di pubblico: ci sarà più tensione, ma allo stesso tempo una maggiore forza. 

Hai trovato difficile affrontare giocatori che hanno lingua e cultura diversa?

Discutevo proprio di questo ieri, con degli amici. Ci sembrava quasi irreale tutto ciò, è strano non riuscire a comunicare con l’avversario durante la partita. Gli atleti britannici di solito li vedi alla televisione, o li immagini: viverlo nella realtà è molto emozionante. E’ stato bello anche essere applauditi dal pubblico ospite al termine della partita, “di solito succede solo in Premier League, o in campionati britannici” dici dentro a te stesso, e poi ti rendi conto che sta succedendo davvero. Sia il modo di giocare che di tifare sono diversi dai nostri. In campo ci mettono più intensità, cattiveria e grinta, è bello poter veder ciò in queste competizioni europee.

Sappiamo che sei stato tesserato dal Tre Penne pochissimo tempo prima della partita: come ti sei preparato alla nuova esperienza in San Marino, e nel dettaglio a questa partita?

La mia esperienza Sammarinese è partita a gennaio scorso, in un’altra squadra, con cui ho giocato la finale del campionato proprio contro il Tre Penne, perdendola. Il calcio Sammarinese è indubbiamente una bellissima esperienza da fare, ma non si può negare che sia un vero e proprio mondo a parte. Ci sono due gironi, con dei playoff per vincere il campionato, si tratta di un regolamento interno a San Marino, un po’ difficile da assimilare e da vivere. Per quanto riguarda il tesseramento con il Tre Penne, è accaduto tutto nel giro di una settimana, tutto un po’ complicato perchè ci voleva passaporto e tesseramento alla UEFA. Non è stato facile sbrigare tutta la burocrazia all’ultimo, ma alla fine ci siamo riusciti ed in particolare sono contento di aver fatto in tempo a giocare questa partita. 

A tuo avviso, un eventuale passaggio del turno, può attirare giocatori di un certo livello al Tre Penne?

Sicuramente il calcio Sammarinese vive molto di queste cose, diciamo che è questo che da molto stimolo anche ad un giocatore italiano a lanciarsi in un club di San Marino. Penso che nessuna squadra sia mai passata al turno successivo, quindi sarebbe un qualcosa che ci darebbe molto blasone. In generale però, anche per esperienze precedenti, so che il calcio qui ha subito un buon sviluppo sopratutto nell’ultimo decennio. Il Tre Penne è un esempio lampante: una realtà calcistica così piccola dimostra comunque una grande organizzazione. E tutto ciò porta emozioni, in generale. Tutta la federazione sarebbe fiera di ciò, sarebbe un grande passo avanti verso livelli altissimi del dilettantismo.

Quali obbiettivi ti poni al Tre Penne ed in generale per la tua carriera? 

La scelta del campionato Sammarinese mi piace molto, è stata fatta da parte mia anche per questioni lavorative ed extra calcistiche. C’è la convinzione di restare a San Marino per i prossimi anni, ovviamente non so nel dettaglio per quanto tempo giocherò ancora a calcio, minimo 3 anni. Per quanto riguarda il Tre Penne, qui mi trovo bene sia a livello societario che umano, quindi voglio far bene qui il prossimo anno, arrivando ai playoff e magari vincendo la Coppa Titano. Ciò ci permette di entrare ancora in Europa, Champions League o Europa League che sia.  Anche con i compagni è stato facile “socializzare”, mi sto trovando molto bene e sono positivo per il futuro.

Chi tifi nel campionato italiano, o magari uno straniero? Chi è il tuo idolo?

Fin da bambino ho sempre tifato Juventus, mentre devo dire che non ho un idolo in particolare. Certo, prendo spunto da diversi tipi di difensori. Se devo sceglierne uno in assoluto dico Sergio Ramos, è colui a cui mi avvicino di più perchè è un difensore completo. Un altro che stimo molto è Thiago Silva, fortissimo, ma apprezzo di più Ramos come tipo di giocatore.

 

Paride Coti

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