Oggi per Futurbola vi portiamo a conoscere un difensore centrale di sicuro prospetto, fresco fresco di una stagione piena di vittorie con la maglia della Primavera del Torino, e che in passato ha indossato anche i colori della Roma. Parliamo di Valerio Mantovani, giocatore dinamico ed esplosivo con un’intelligenza tattica non indifferente: ha capitanato il Toro nell’ultima stagione, ma la società Piemontese, visto il compimento dei 20 anni e l’obbligo di stilare un contratto da professionista, ha deciso di lasciare libero il giocatore. Lui si dice pronto ad affrontare nuove avventure nel mondo del calcio, e ha parole al miele per il suo mister Longo: ecco qui l’intervista rilasciata in esclusiva per Footbola.
Cosa ha significato per te, durante questa stagione, rappresentare un club del calibro e della storia del Torino?
E’ stato molto emozionante, e vivere questa stagione indossando la fascia da capitano è davvero un’esperienza unica. Tutto ciò mi ha anche permesso di conoscere anche fuori dal campo delle persone davvero straordinarie, dalle quali traspare subito un vero e proprio amore per questa maglia. In poco tempo mi hanno fatto capire cosa significa essere davvero del Torino.
Dopo due stagioni positive, il club ti ha lasciato libero. Cosa pensi a riguardo? C’è più amarezza o gratitudine?
Ovviamente da una parte sono grato a loro per avermi dato la possibilità di farmi crescere esponenzialmente. Un grazie speciale, da parte mia, va al mister Longo e ai suoi insegnamenti, dall’altra parte non posso che essere dispiaciuto: pensavo che il Torino volesse puntare su di me, ahimè non è così, ma io guardo al futuro.
Hai novità riguardo a questo futuro? Sappiamo che mesi fa si mossero anche club inglesi…
Ancora non c’è niente di sicuro sul mio futuro, non posso ancora esprimermi a riguardo. L’interesse degli inglesi è stato concreto per un periodo, ma poi nè io nè altre persone vicine a me hanno più avuto notizie.
Ti attira l’idea di far parte di una prima squadra? Che sia di A, di B, o di Lega Pro.
Sono attirato dall’idea di mettermi alla prova con me stesso a quei livelli. In prima squadra l’ambiente è molto diverso, c’è gente di grande esperienza da cui potrei prendere insegnamenti validissimi per tutta la mia carriera.
Cosa puoi dire del settore giovanile del Torino? Possono restare al vertice ancora per molti anni?
Negli ultimi anni sono stati protagonisti gestendo sempre delle rose in grado di arrivare in fondo a qualsiasi competizione. Bisogna ancora evidenziare che a capo della squadra, però, c’era un mister che oltre ad insegnare il calcio insegna anche l’arte del fare gruppo. Essere uniti anche nelle difficoltà è importante per tutti in questo momento della carriera, e senza dubbio questa è stata la nostra forza nel corso degli anni, insieme alla bravura nostra e dell’allenatore di curare ogni singolo dettaglio. Sono certo però che per la prossima stagione hanno preso un altro allenatore con un bagaglio di esperienza e bravura importante, e faranno bene ancora per molto tempo: su questo non ci piove.
Appare evidente l’apprezzamento per mister Longo, oltre che molto sensato. Vercelli, sua nuova destinazione, sarebbe un approdo a te gradito? Oppure, più in generale, ti piacerebbe essere un suo fedelissimo?
Fosse per me lo seguirei a Vercelli come lo seguirei in molte altre piazze. In particolare la Pro è un club di un campionato importantissimo come la Serie B, e vivere l’esperienza con un mister con cui ho condiviso cose molto importanti sarebbe davvero il massimo, in assoluto.
Hai notato delle differenze sostanziali tra Roma e Torino, a livello di settori giovanili?
Sono indubbiamente ambienti parecchio diversi: la Roma è famosa per la quantità industriale di giovani sfornati durante questi anni, invece il Torino sta tornando a lavorare molto bene: è una vera e propria rampa di lancio per i giovani, come dicono i tifosi. Oltre questo ci sono altre piccole differenze che rendono le due esperienze per diverse tra loro.
Se potessi scegliere una squadra a 5 di calcetto, chi sarebbero i tuoi uomini?
Gianluigi Buffon, Alessandro Nesta, Fabio Cannavaro, Andrea Pirlo e Zlatan Ibrahimovic.
Tifi una squadra in Italia, o se preferisci, all’estero?
Fin da bambino sono un tifoso della Roma.
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Si ringrazia Valerio Mantovani per la grande disponibilità mostrata a fare questa intervista. Da parte nostra vanno tutti i migliori per una carriera brillante ad un giovane di sicuro prospetto. Segnate il nome sul vostro taccuino!
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