“Sono un po’ all’antica dunque non uso molto Messenger, se rispondessi alle domande qui? Magari domani sera, ora sono in Grecia in vacanza”. Risponde così Lars Simon Lundevall, 29 anni, perno dell’Elfsborg presso cui dal 2014 veste la numero 10 negli Eleganterna. Ecco di seguito l’intervista che ha scelto di concedere a Footbola.it.
Prima domanda: 15 assist e sei reti nella scorsa stagione per lei, miglior assistman di Allsvenskan. Possiamo definirla il calciatore più prezioso in rosa?
Ho avuto una buona stagione ma a livello di squadra non abbiamo giocato bene. Per il resto, non mi piace parlare delle individualità quando una squadra non gira, quindi non saprei. Di certo abbiamo altri giocatori che hanno giocato comunque bene (10 reti e 9 assist per Isaam Jebali, 7 marcature a testa per Gustavsson e Frick, 9 per Prodell, ndr).
Quello in corso è il terzo anno a Borås per lei. Come descriverebbe la realtà giallonera e l’Allsvenskan al nostro pubblico italiano?
Abbiamo avuto un inizio di stagione difficile quest’anno, ma penso che abbiamo il potenziale per entrare nelle prime cinque. L’Allsvenskan migliora di anno in anno direi, il calcio svedese ha vissuto grandi progressi per esempio col Malmö FF in Champions League e più recentemente con l’Östersund in Europa League. Non posso dire che sia come la Serie A (ride, ndr) ma come ho detto è in un continuo miglioramento, una crescita progressiva.
So che è una domanda tosta, ma a 29 anni s’è mai immaginato all’estero, fuori dalla Svezia?
Penso che si possano mantenere sogni anche quando uno invecchia calcisticamente. Spero non sia troppo tardi per me, ho giocato qualche grande annata qui e se dovesse arrivare l’opportunità di un trasferimento altrove sarebbe interessante. Allo stato attuale delle cose però posso solo pensare all’Elfsborg e alle mie gare, questo è quello che faccio ora, poi se dovesse capitare qualcosa ci penserei.
Sono trascorsi 6 anni dall’ultimo titolo dell’Elfsborg. Oggi ad esempio il reparto offensivo possiede gran qualità: lei, “Frickadona”, Jebali, Holmén e Prodell. Di cosa c’è bisogno, secondo Lundevall, per tornare a quei fasti?
In primo luogo penso sia un ricambio generazionale, perché l’Elfsborg ha lanciato un sacco di calciatori in Europa: Claesson, Rohdén, Sebastian Holmén, Hedlund, Zeneli, Hult. Tutti questi stanno facendo bene nei rispettivi campionati, ora noi abbiamo un nuovo tecnico con una nuova mentalità, dobbiamo soltanto crederci e lavorare duro. E avere pazienza, perché il potenziale l’abbiamo certamente.
Come ha giustamente citato, in molti (Hiljemark, Claesson, Rohdén, Hult) stanno per giocare il Mondiale in Russia. Si aspettava un simile risultato da parte di Janne Andersson, o pensava che l’assenza di Zlatan Ibrahimović sarebbe stata seguita dalla mancata qualificazione?
Penso che la nazionale di Janne sia molto buona come squadra. La struttura difensiva in particolare è ottima e penso sia importante affinché la nazionale gialloblù abbia successo. Non abbiamo qualità individuali come molti altri paesi, ma senza dubbio Zlatan è uno dei migliori calciatori di tutti i tempi e dunque se fosse idoneo fisicamente e volesse giocare dovrebbe assolutamente essere al Mondiale. Penso che non sarebbe però positivo per il gruppo se fosse convocato quando non è chiaramente nella sua miglior forma fisica. In ogni caso è una domanda difficile.
Il suo compagno Stefan Ishizaki, agli inizi della carriera, giocò in Italia al Genoa ma non con gli stessi risultati odierni. Cosa ci può dire di lui?
Qui lo chiamiamo tutti “Ishi”, chiunque gli vuole bene. Nella mia carriera l’ho visto giocare per molti anni, e lui è stato uno dei migliori calciatori dell’Allsvenskan per diverse stagioni e ha pure giocato due anni ai Los Angeles Galaxy. Ora sta invecchiando, ma resta un professionista e un ottimo giocatore.
L’ultima domanda riguarda la sua città natale, Eskilstuna. Recentemente ho intervistato Mohamed Buya Turay, mi ha descritto il Tunavallen come una piccola oasi dove vivere e giocare a calcio divertendosi…
Quando ho giocato io a Eskilstuna non avevano una buona squadra, giocavamo nella Second Division (il quarto livello svedese). Qui stavo con un sacco di miei amici ma non eravamo professionisti, penso che oggi l’Eskilstuna sia calcisticamente molto meglio.