Con i suoi Zebras sta lottando in Kings League, ma la sua storia parte da molto lontano: Roberto Campolunghi si racconta ai nostri microfoni
Una vita trascorsa sui campi di provincia fino all’incredibile salto in Kings League: Roberto Campolunghi – padre di Luca, famoso influencer e presidente degli Zebras –è conosciuto sul web principalmente per aver preso parte a diversi video del figlio, ma ora sta avendo l’occasione di guidare la squadra bianconera nella prima edizione della Kings League Italia, senza, però, perdere lo spirito che si respira di domenica mattina sui campi delle province italiane. Ma cosa si prova a fare un salto del genere? E quali sono le differenze più nette tra la Kings League e il calcio dilettantistico? A rispondere a queste domande è stato proprio Roberto Campolunghi. Ecco cosa ci ha raccontato.
“Mio figlio (Luca, ndr) mi ha proiettato subito dentro a questo mondo, e devo dire che è una bella esperienza”. Così Roberto Campolunghi ha esordito parlando di questo primo mese abbondante di Kings League, la competizione che sta conquistando e convincendo diversi appassionati e giovani di tutta Italia. “Io poi – ha continuato – sono sempre stato abituato a stare in mezzo ai ragazzi e ad allenarli, quindi mi trovo benissimo. È un’esperienza bellissima che mi ha ridato linfa, mi fa stare bene”.
Ma dopo aver allenato per diversi anni sui campi che tanti di noi hanno vissuto direttamente, in un contesto sicuramente più amatoriale rispetto a quello che si vive alla Fonzies Arena di Milano, che impatto emotivo si prova a trovarsi alla guida di una squadra che partecipa alla Kings League, con tutta l’attenzione mediatica che ne deriva? A questo dilemma il mister degli Zebras ha risposto: “È stato uno stravolgimento per me, innanzitutto perché io ho sempre allenato i settori giovanili. Qua, invece, mi trovo a guidare ragazzi maturi che hanno avuto esperienze importanti prima di questa”.
Le difficoltà, quindi, almeno in un primo momento, ci sono state: “Capire tutto il regolamento non è stato semplice, e anche la gestione dei ragazzi durante la partita non è affatto facile”. Per fortuna, però, Roberto in panchina non è da solo: “Con me in panchina viene Nicolas Cariglia, un match analyst che conosce benissimo il gioco e mi aiuta nella gestione durante le partite”.
“Mio figlio ci tiene tantissimo ad arrivare tra le prime 6”. Gli Zebras non si nascondono: l’obiettivo dei Campolunghi – padre e figlio – è quello di qualificarsi direttamente ai quarti di finale della competizione. E la posizione attuale in classifica, almeno al momento, fa felice la dirigenza bianconera: quinto posto a -4 dai primi, ma con le squadre dietro che rincorrono non bisogna abbassare la guardia.
Ma cosa serve a questa squadra per riuscire a centrare il proprio obiettivo? A questo proposito Roberto Campolunghi ha risposto: “Stiamo lavorando tanto sulla potenzialità del gruppo, sicuramente la differenza, però, la fanno le wild card. Noi ora ne abbiamo 3: il portiere (Antonio Iuliano, ndr) è insostituibile perché è veramente bravo, le altre 2 sono un difensore e un centrocampista (Andrea Tarasco e Riccardo Villa, ndr). Eventualmente potremmo pensare di prenderne una di livello, ma che giochi nel reparto offensivo, come avviene nelle altre squadre. Già dalla prossima partita potremmo valutare se inserire o meno altre wild card, ma comunque sono contento della mia squadra”.
Nella giornata di lunedì gli Zebras torneranno in campo – con l’obiettivo di riscattarsi dopo la sconfitta dell’ultima giornata contro i Boomers di Fedez – per affrontare i Caesar nella sesta giornata di Kings League. L’avversario, almeno sulla carta, è il più abbordabile di tutti: solamente 10 gol fatti e ben 34 subiti sono le statistiche impietose che inchiodano la squadra di Damiano Er Faina ed Enerix all’ultimo posto in classifica con 0 punti.
Come confermato dallo stesso allenatore dei bianconeri, però, sono proprio queste le partite più difficili da preparare: “Il risultato non è assolutamente scontato, e già l’ho detto ai ragazzi in allenamento. Domani (oggi, ndr) verrà anche mio figlio Luca a fare il discorso da presidente perché sarà una delle partite più difficili. Loro, inoltre, arriveranno con 3 nuove wild card che conosciamo poco; e poi saranno ben motivati perché per loro è un po’ come un’ultima spiaggia”.
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