Il distretto di Passamainty si trova nel comune di Mamoudzou, sulla Mayotte, Regione d’oltremare francese situata nell’Oceano Indiano e facente parte delle isole Comore, nonché divisa in Grande-Terre e Petite-Terre: l’effetto matrioska è garantito, così come è scontato che questo non sia il prototipo di oasi caraibica in cui trascorrere la luna di miele. Il motivo viene dall’etimologia, visto che in lingua swahili “maouti” vuol dire “isola della morte”. Proprio a Passamainty, il 10 giugno 1989, nacque El Fardou Ben Nabouhane Mohamed: “La vita è molto bella lì, sono cresciuto nella natura e vicino al mare, penso sia la combinazione più ideale. Sfortunatamente c’è grande povertà, però ogni estate torno per vedere la mia famiglia e confesso che è come se andassi in paradiso”. Ancora oggi Ben, che di anni ne ha 29 e sta vivendo gli anni della perfetta maturazione calcistica, non nasconde come la sua isola sia la porzione di mondo che preferisce. Forse dietro a tutto questo sta la cruda verità: da bambino fu costretto a lasciare Passamainty per rincorrere il suo sogno, forse per questo la Mayotte gli manca così tanto.
Il padre di El Fardou era il presidente di una squadra locale, in cui il giovane Ben poté militare una volta deciso che sarebbe stato il pallone la sua strada. Uno di quei desideri propri di tutti, tanto che nessuno avrebbe creduto che quel bimbo scalzo sulle spiagge di Mamouzou sarebbe riuscito a regalare all’Europa emozioni uniche. Chiedetelo alla Stella Rossa, che grazie a una doppietta di Nabouhane al ritorno contro il Red Bull Salisburgo potrà disputare la Champions League, a 27 anni di distanza dall’ultima volta. “Giocavo coi miei amici sulla sabbia, è lì che ho imparato a calciare” racconterà in Grecia, paese cui Ben ha donato cinque anni di carriera (tra Veria, Panionios e Olympiakos) prima di spostarsi in Serbia. Tappe importanti, ma mai come la prima, a undici anni, quando El Fardou lasciò la sua isola natale per trasferirsi sulla Riunione dove c’era un’accademia che insegnava calcio. Era un percorso buio, visto che dalla Mayotte solo l’attaccante Toifilou Maoulida riuscì a fare il grande salto verso il calcio che conta. Poco importava, per Ben: “Quello che ho da dire ai giovani è che non importa quanto difficile possa essere il cammino, col lavoro si raggiungeranno certamente gli obiettivi”. Se non si può essere ispirato da qualcuno, si può diventare l’ispirazione di sé stesso.
Nel 2000 El Fardou ha messo per la prima volta piede in Francia, a Le Havre, dove giocava a calcio solo nel tempo non occupato dagli studi informatici. A 19 anni capì che la sua vita sarebbe passata attraverso il pallone anziché sui libri, dunque entrò nell’academy del Le Havre e debuttò il 3 marzo 200 in Ligue B contro il Troyes. Una soddisfazione grande quasi quanto la nostalgia di casa, problematica cui Ben ha messo una pezza grazie al decisivo aiuto di due compagni di squadra in Alta Normandia. Uno è Guillaume Hoarau e così come El Fardou ha trascinato la sua squadra (lo Young Boys) nella massima competizione europea per club. L’altro si chiama invece Jean-Pascal Fontaine, è semisconosciuto ai più e ha una storia carina: nato sull’isola della Riunione, non s’è mai mosso da Le Havre e ancora oggi galleggia in Ligue nei celesti-blu, squadra più antica del calcio francese.
A quasi vent’anni da quando lasciò la Mayotte, oggi Ben è una star e la sua famiglia – moglie e due figli – viene ricevuta dalle alte cariche politiche del posto ogni qual volta rientra a Passamainty. Quanto a El Fardou, la Francia gli è divenuta stretta, e dopo 22 reti in 92 gare è arrivata la chiamata del Veria. In Emazia raccontano ancor oggi che Giorgis Kikeridis, l’ex ds del club, avesse valutato centinaia di filmati innamorandosi di una dozzina di calciatori. L’elenco fu poi ristretto e il prescelto per trasferirsi in rossoblù fu lui. Fu pagato 40mila euro annui e gli chiesero di emulare un attaccante che lasciò ottimi ricordi: “Mi parlano di Olaitan, mi chiedono di guardare e imparare da lui. Mi piacerebbe seguire il suo percorso e partecipare magari a qualche grande competizione europea”. Era il 2013. Cinque anni dopo, El Fardou giocherà la Champions con lo Stella Rossa dopo averla assaggiata frettolosamente con l’Olympiakos. Ben vuole godersela, per poi tornare a Passamainty con tante nuove storie da raccontare.
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