Il grande esordio della Colombia è stato reso possibile dall’esplosione del talento: la trequarti di tecnica e velocità ha fatto la differenza e oltre ad essersi rivisto il vero James si è accesa la stella di Edwin Cardona, già protagonista nei match di qualificazione ai Mondiali chiamato ad una grande Copa America.
Il priom appuntamento con un grande torneo internazionale non ha spaventato il giovane Edwin, reduce da una staigone stellare con la maglia del Monterrey: giocate, dribbling, talento e quella elegantissima capacità di giocare a testa in su che lo rende assoluto padrone della pelota quando è tra i suoi piedi.
È la squadra ideale per i giovani questa Colombia plasmata, cresciuta e ricambiata da Pekerman che ha saputo creare un sistema di integrazione dei ragazzi delle varie giovanili in modo da non rendere troppo pesante il salto tra una nazionale e l’altra. E allora la sua Cafetera prende coraggio e consapevolezza dei propri mezzi, i talenti tornano a fare il loro e i giovani prospetti si esaltano.
Cardona è stato il migliore in campo questa notte perché era un’anima libera in un contesto ben complesso appoggiato sulla solidità della linea difensiva e del doppio mediano ed esaltato dalla anarchica fantasia (in fase offensiva) dei tre uomini al servizio di Bacca.
Ecco perché Edwin Cardona ha dato il meglio di sé palla al piede: sempre più opzioni a sua disposizione tra cui quella di tagliare verso la porta, saltare l’uomo oppure andare in appoggio sugli uomini al suo fianco.
È un contesto in cui si può far bene, soprattutto per chi viene da una stagione in Messico e conosce alla perfezione climi e atmosfere del continente nordamericano. Una Colombia nuova e giovane trascinata da chi sa toccare veramente il pallone: James segna e insegna, Edwin Cardona apprende perché vuol diventare lui la star del torneo.