«Ο Παναθηναϊκός είναι σαν να έχει πτωχεύσει». Tradotto, “il Panathinaikos è come se fosse andato in bancarotta”. Dopo che giovedì scorso il consiglio direttivo del club biancoverde s’è riunito, il futuro della società pare sempre più tetro e preoccupante. Nonostante la Panathinaikos Alliance, ente privato che consiste in donazioni da parte dei tifosi, le casse sono letteralmente al verde lungi da ogni vena umoristica evidenziabile in tale frase. La proprietà Giannis Alafouzos sembra intenzionata a chiudere i rubinetti, pur con un ultimo grande regalo al club: i 5,01 milioni di euro che andavano reperiti in ogni modo possibile per evitare una bancarotta de facto. Formalmente il Panathinaikos eviterà l’immediato dissanguamento, ma resta il problema fondamentale circa le modalità con cui eventualmente si sopravviverà ai prossimi mesi di fuoco.
Il bilancio d’esercizio è stato approvato, ma i commercialisti non hanno potuto far altro che confermare come la strada attuale porti al fallimento. E mancano i soldi anche perché l’Alliance ha subito una fortissima flessione negativa (nel 2014/15 i sottoscriventi erano 8495, per un totale di 2.680.041 euro raccolti, mentre a oggi le adesioni sono 6992 e l’impatto sui conti è di “soli” 353.040,7 euro). L’Alliance è un enorme deposito, ma da solo non basta per coprire i costi di gestione. La riunione s’è poi conclusa col solito finale: “Ho ricevuto assicurazioni dal principale azionista che coprirà il buco”. E così ancora una volta Alafouzos ha tappato la falla. Il problema è che a gennaio, ad esempio, il calciomercato avrebbe dovuto portare in dote un surplus di quei famosi 5 milioni: formalmente, ne è entrato solo 1,35. Lucas Villafañez all’Alanyaspor, lo svedese Niklas Hult all’AEK Atene e il brasiliano Rodrigo Moledo all’Internacional hanno contribuito ad allentare il laccio, ma non basterà. Georgios Koutroubis è andato in Belgio, Nuno Reis in Portogallo, sono tornati alle rispettive case madri Cabezas, Sylla e Hiljemark per l’interruzione anticipata dei prestiti. Nei piani iniziali sarebbero partiti pure Kourbelis, Coulibaly e Lod per i quali però non sono pervenute offerte all’altezza.
Detto di un mercato a zero (arrivati gratis Ikonomou, Mystakidis e Kaçe), i tagli proseguiranno poi sul budget. L’UEFA starebbe peraltro vigilando sulla situazione del club, appollaiata sul Partenone e pronta a sferrare i primi attacchi sotto forma di multe salate nel caso in cui i famosi 5,01 milioni non fossero saldati entro il 1 marzo. Tra le pene più blande c’è il blocco del mercato e l’astinenza forzata dalle competizioni continentali, tra quelle più salate la retrocessione. Il club più antico di Grecia rischia seriamente, dopo un passato mitico intriso di storia e vicissitudini che affondano le loro radici pure nella mitica finale di Champions a Wembley il 2 giugno 1971, contro l’Ajax di Cruijff. “Quello che voglio è questo, ossia che la gente aiuti i ragazzi perché sono in difficoltà – ha confidato alla stampa il tecnico, Marinos Ouzounidis, al termine di un derby eroicamente pareggiato contro l’Olympiakos – tutti stiamo cercando di fare del nostro meglio, i ragazzi meritano un sacco di pollici all’insù“. Basteranno?
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