
Pixabay @Ali_Ahmad_DANESH - Footbola.it
Farina fu l’ultimo proprietario del club rossonero prima dell’avvento e dell’epopea di Silvio Berlusconi, dal 1982 al 1986. Numero uno anche al Padova e al Vicenza, dove acquistò Paolo Rossi
Giuseppe “Giussi” Farina, l’ex presidente del Milan e del Vicenza, è scomparso all’età di 91 anni, lasciando un segno indelebile nella storia del calcio italiano. La sua lunga carriera, costellata di successi e sfide, è un esempio di passione e dedizione per lo sport. Nato a Gambellara, in provincia di Vicenza, nel 1933, Farina è ricordato non solo per la sua gestione di importanti club, ma anche per il suo amore per il calcio. La notizia della scomparsa di Farina, ex presidente di storici club del calcio italiano, tra cui il Milan prima dell’arrivo di Silvio Berlusconi e del Vicenza di Paolo Rossi, ha suscitato un profondo cordoglio tra gli appassionati di sport e l’intera comunità calcistica.
La carriera di Farina nel calcio
Farina ha ricoperto ruoli di leadership in ben dodici club, tra cui il Padova e il Vicenza. La sua carriera nel calcio professionistico è iniziata negli anni ’60, un periodo in cui il calcio italiano cominciava a guadagnare notorietà internazionale. Sotto la sua direzione, il Vicenza raggiunse un memorabile secondo posto in Serie A nella stagione 1977-78, un’impresa guidata dall’allora giovane talento Paolo Rossi, che si rivelò capocannoniere del torneo. Questo risultato ha elevato il profilo del club e segnato l’inizio della carriera di Rossi, che avrebbe poi portato l’Italia alla vittoria ai Mondiali del 1982.
La carriera al LaneRossi Vicenza
La carriera di Farina è indissolubilmente legata al Lanerossi Vicenza, dove ha ricoperto un ruolo fondamentale tra il 1968 e il 1980. Sotto la sua presidenza, il Vicenza raggiunse un traguardo storico nel campionato di Serie A 1977-78, chiudendo al secondo posto. Questo risultato rimane nella memoria collettiva dei tifosi, grazie anche al talento di un giovane Paolo Rossi, che sarebbe poi diventato l’eroe del campionato mondiale di Spagna nel 1982. Rossi si distinse per il suo gioco incisivo, terminando la stagione con 24 gol, un’impresa che consolidò la sua reputazione nel panorama calcistico nazionale.
La presidenza al Milan
Nel gennaio del 1982, Farina assunse la presidenza del Milan, subentrando a Gaetano Morazzoni. In un contesto di grande difficoltà, cercò di risollevare le sorti di un club in crisi. Nonostante le iniziali complessità, con il Milan che chiuse la stagione al 14° posto retrocedendo in Serie B, Farina non si lasciò intimidire. Decise di cambiare allenatore, sostituendo Gigi Radice con Italo Galbiati.
La stagione successiva rappresentò un punto di svolta. Con Ilario Castagner in panchina, il Milan riuscì a riconquistare la Serie A, ma la situazione finanziaria del club rimase critica. Farina si trovò a gestire un club che stava affrontando gravi problemi economici, culminando con la sua decisione di dimettersi nel 1986 dopo una stagione deludente.
La società rossonera lo ha voluto ricordare con un post su X: “È stato il presidente del Milan all’inizio degli anni Ottanta, avventura intrapresa con coraggio ed entusiasmo. Con profondo senso di rispetto e di partecipazione al lutto, tutto il Club ricorda la figura di Giuseppe Farina e si unisce alla commozione di tutti i suoi famigliari”.
L’eredità di Giussi Farina
Uno dei momenti più critici della sua presidenza fu legato alla gestione economica del club, che stava lottando per evitare il fallimento. Fu in questo contesto che Silvio Berlusconi entrò in scena, acquistando il club e avviando un’era di straordinari successi per il Milan. Sebbene Farina avesse lasciato il timone, il suo contributo non poté essere dimenticato.
La morte di Giussi Farina ha suscitato un’ondata di cordoglio nel mondo del calcio. La Lega di Serie A ha espresso le proprie condoglianze, sottolineando l’importanza del suo operato nel panorama calcistico italiano. Anche il L.R. Vicenza ha voluto ricordare il suo indimenticabile presidente, evidenziando come la squadra di quegli anni avesse fatto innamorare l’Italia intera.
Farina lascia dietro di sé un’eredità significativa. Non solo è stato un dirigente di successo, ma anche un uomo che ha affrontato le sfide con determinazione e passione. La sua vita e carriera incarnano un’epoca del calcio italiano che, sebbene segnata da difficoltà, ha vissuto anche momenti di grande gloria. Con la sua scomparsa, il calcio italiano perde un grande protagonista, ma il suo impatto rimarrà per sempre nella memoria di chi ha avuto la fortuna di vivere quegli anni.