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E’ grande Östersunds, pari in Turchia e pratica completata

Waiting for a light that never comes, parafrasando i celebri versi dei Linkin Park mixati con le melodie più elettroniche di Steve Aoki. La notizia del suicidio di Chris Bennington è arrivata intorno alle 22:20, quando la festa dei tifosi rossoneri era già in essere. La partita delle 19,30, quella alla Türk Telekom Arena, l’avevano vinta loro.

Hybris – La luce che non arriva mai è quella del Galatasaray. In un ambiente fiammeggiante, con una tensione talmente forte da tagliarla quasi col coltello, sarebbe stato quasi normale scottarsi. E invece no, non è arrivata la scintilla. Fortunatamente per i tifosi rossoneri, niente ha preso fuoco. La Türk Telekom è rimasta splendidamente opaca, anche per via della prova dell’Östersunds. Ecco, la prova dell’Östersunds è stata davvero encomiabile. Memore del vantaggio accumulato in casa, allo Jämtkraft, Graham Potter non ha cambiato ed è stato premiato da una prestazione insuperabile. Un’attenzione difensiva da manuale, per il suo FK arroccato nel solito 5-4-1 letale sul fronte offensivo e compattissimo dietro: un ostacolo insormontabile per un Galatasaray che aveva già perso all’andata. E nel piglio di Tudor in conferenza stampa, quando ad una domanda su un possibile suo esonero ha risposto seccamente con un “Ma se abbiamo appena cominciato…”, è riassunta tutta la potenza di una débâcle clamorosa. Il piccolo, modesto villaggio svedese di 50mila anime che sconfigge la capitale turca in tutta la pompa magna del suo tifo. E proprio i tifosi turchi, quasi certi della remuntada, avevano predo di mira la pagina Facebook dell’Östersunds volendo sbeffeggiare i rivali prima ancora del fischio d’inizio. Errore madornale, sicché hanno pagato a ritmo di vagonate di replies i loro atti pseudo-profetici. Anche questo è il calcio.

Dov’eravamo rimasti? – Eravamo rimasti all’inferno annunciato. Eravamo rimasti alle promesse di rimonta, a decine e decine di turchi che annunciavano il loro greatest comeback in history manco fossero stati certi che sarebbe effettivamente avvenuto. E comunque, per fortuna non vi sono stati tafferugli. La polizia alla vigilia aveva annunciato che vari gruppi fanatici avrebbero potuto usar la violenza contro i tifosi ospiti, invitando loro a non farsi vedere coi colori del club (né divise da gioco, né sciarpe o quant’altro) per evitare che qualcuno potesse sentirsi provocato. Solo quando sarebbero entrati nella sezione a loro dedicata sarebbe stato possibile per loro esporre i loro vessilli: ma in un colosso da 52mila spettatori, sarebbe stato rischioso farlo prima.

Crederci – Vent’anni fa, all’incirca, l’Östersunds era uno småklubb. Una piccola società, nulla a che vedere con le altre svedesi che hanno spesso recitato ottimi ruoli in Europa (si va dall’IFK Goteborg all’AIK, ma passando pure per Åtividabergs ed Helsingborgs IF), ma non si sminuisca una bellissima favola di provincia. Graham Potter aveva pochissimo materiale e risorse limitate, eppure il risultato è incredibilmente positivo. Tanto talento, un gran bel gioco a discapito di individualità magari non eccezionalmente forti: in casa non hanno lasciato spazi proponendo il solito gioco offensivo che li contraddistingue, al ritorno hanno trasformato una forte pressione avversaria in un’arma letale con la quale sfruttare gli ampi spazi concessi dagli avversari. Sulla carta il Galatasaray era molto più forte, specie col calcio offensivo garantito dalla presenza di Bafétimbi Gomis davanti. E’ servito e non poco il rigore trasformato da Nouri, grazie alla sgroppata di Ghoddos (mvp del doppio confronto, mi sento di dire): 4 reti in 20 minuti sarebbero state da Barcellona, non da Galatasaray.

Spettacolo – A coronare la prima avventura in Europa nell’intera storia del club, ci ha pensato un pirotecnico pari. La rumorosissima piazza turca, la rete su rigore di Nouri, il pari di Calik. Impressionato dalla prova dei suoi, è un raggiante Graham Potter a presentarsi in sala stampa: “I giocatori hanno mostrato coraggio, era uno dei momenti della mia carriera in cui ero più fiero. Non è stato facile per noi tener palla e creare occasioni, ma bisogna anche difendersi oltre che proporre un calcio offensivo”. Una mantra, insomma. E per il terzo turno di qualificazione, la sorte è stata certamente benevola. Sembra quasi che la dea bendata parteggi un po’ per questi ragazzi rossoneri, perché dall’urna è uscito il nome del modestissimo Fola Esch (club lussemburghese con un monte rosa che Transfermarkt stima a poco più di 2 milioni). Insomma, fattibile. Specie dopo il blitz in Turchia…

Soldi – Il pari da sogno ha caricato a mille un’ambiente già esplosivo di suo. Daniel Kindberg era stato uno di quelli che aveva apertamente detto come l’Östersunds sarebbe potuto riuscire nell’impresa. Far fuori il gigante turco? Se puede. E non solo, perché quando ti spingi così oltre, rischi che le tue affermazioni poi non avveratesi ti si ritorcano contro a mo’ di gogna mediatica. Non è il caso di Kindberg, obviously: “E’ chiaro, tutti hanno visto che noi giochiamo a questo livello”. Il discorso ben presto si sposta sul piano economico, con lo Sportbladet che evidenzia come una pioggia di milioni possa adesso abbattersi sul club: “Credo che si ottenga qualcosa come due milioni per ogni passaggio del turno. Ma non ci ho pensato più di tanto, l’importante era sconfiggere il Galatasaray che è uno dei più grandi club europei”. I dati dicono che lo scorso anno sono stati assegnati quasi 30 milioni per ogni squadra ai gironi di EL, e quando viene ricordato a Kindberg i suoi occhi cominciano vistosamente a brillare. Mai fermarsi.

Genio tattico – Il discorso cambia repentinamente. Non si può non finir a parlare di Graham Potter: “E’ un genio della tattica. Tutto questo che c’è stato, è grazie a Graham, bisogna dirlo”. Perché forse non sarà il tipo che si mette in mostra, quello che cerca il palcoscenico e cavalca le ovazioni della stampa. Ma poco importa. In the end, it doesn’t even matter.

Pagelle – Aly Keita (++++); Ronald Mukibi (+++), Sotirios Papagiannopoulos (++++), Tom Pettersson (++++);  Sam Mensah (+++), Brwa Nouri (++++), Fouad Bachirou (++++), Dennis Widgren (+++); Saman Ghoddos (++++), Alhaji Gero (+++), Ken Sema (+++).

Il tabellino:
Galatasaray (4-2-3-1): Muslera; Linnes, Maicon, Calik, Carole (dal 56′ Derdiyok); Cigerci, Inan; Gümüs, Belhanda, Öztekin (dal 69′ Rodrigues); Gomis. All: Tudor
Östersunds FK (5-4-1): Keita; Mukiibi (dal 65′ Bergqvist), Mensiro, Papagiannopoulos, Pettersson, Widgren; Ghoddos (dal 66′ Edwards), Bachirou, Nouri, Sema (dall’81’ Hopcutt); Gero. All: Potter
Reti: 60′ rig. Nouri, 69′ Calik. Ammoniti: Gomis, Muslera, Cigerci, Rodrigues, Belhanda. Arbitro: Dankert (Germania).

Matteo Albanese

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