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Dzyuba contro i mulini a vento

Nelle sconfitte contro le squadre di pari valore emergono i limiti di una nazionale, soprattuto in una manifestazione importante come l’Europeo: è il caso della Russia che si affida al suo centravanti Artem Dzyuba senza supportarlo nella dovuta maniera.

Contro l’Inghilterra l’attaccante dello Zenit era stata la chiave per tenere la palla su grazie al suo fisico e alle sue sponde ma in una partita con una chiave tattica di lettura decisamente differente rispetto all’esordio le sue giocate sono state limitate e fini a se stesse.

L’apporto tecnico dei due esterni del 4-2-3-1 Kokorin e Smolov è stato pressoché nullo e tutto questo ha isolato Dzyuba, aiutato principalmente da Shatov, l’altra sufficienza piena in questo nero pomeriggio di Lille per la nazionale russa.

Dzyuba lotta su ogni pallone, trova sempre il modo di spizzare o andare di sponda ma senza nessuno sugli esterni pronto a raccogliere i frutti del suo lavoro ogni palla alta è un regalo per la difesa avversaria. Lo schema della palla lunga o del grande punto di riferimento in area di rigore è troppo prevedibile se non c’è nessuno in grado di inserirsi dal centrocampo o saltare l’uomo sugli esterni.

Questo è stato principalmente il limite della Russia di oggi: un primo tempo sostanzialmente buono finché la manovra è stata accompagnata; poi un lento calo di prestazione che ha portato a questo isolamento da parte del terminale offensivo.

Lottare da solo contor una coppia di centrali è difficile e frutstrante oltre che molto dispendioso. Questo ha portato il numero 22 russo ad arrivare poco lucido durante l’ultima vera palla gol per il 2-2 ma dopo una partita così complicata e due dribbling trovare la porta era davvero difficile.

C’è ancora una partita per sperare nella qualificazione, quella contro il Galles dove Slutsky dovrà cercare di risolvere questi problemi per evitare di trovare ancora una volta Artem Dzyuba a combattere contro i mulini a vento.

Simone Gamberini

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