La Roma, trascinata da Paulo Dybala, vince con il Porto 3-2 nel ritorno dei play off di Europa League, si regala il passaggio agli ottavi di finale della competizione e restituisce un pizzico di serenità al calcio italiano. Prossimo avversario, Lazio o Athletic Bilbao ma in attesa di conoscere il proprio percorso, la squadra si gode Paulo Dybala e pone l’accento su qualche disattenzione di troppo.
Dybala, una evoluzione da leader
Quando c’è Dybala, la Roma diventa una squadra più consapevole dei propri mezzi. La “Joya” ha illuminato l’Olimpico ed ha accecato il Porto, è uscito fra gli applausi e l’entusiasmo dei tifosi. Al di là del gol e del gesto tecnico ha preso in mano la squadra. Una evoluzione da leader maximo quella del calciatore argentino. Un elemento che spesso gli era mancato nella sua esperienza alla Juventus, insieme a quella continuità di rendimento sconosciuta negli ultimi anni. Dybala, tirato a lucido, riesce a sdoppiarsi più facilmente nel ruolo di attaccante e regista offensivo, sfruttando anche la presenza di Shomurodov che, più e in modo diverso da Dovbyk, apre gli spazi all’argentino libero di seguire istino e talento per scegliere posizioni e soluzioni migliori.
La Roma e quella tendenza all’autolesionismo
Nove risultati utili consecutivi, qualificazione assolutamente meritata nell’arco dei 180’ ma la squadra deve ancora migliorare nella lettura della partita. La Roma si era (ancora una volta) complicata con le proprie mani andando sotto nel punteggio regalando lo 0-1 agli avversati e quasi rimettendolo in corsa anche sul 2-1 e in superiorità numerica. Il 3-2 dà l’idea di una partita tirata ma il risultato, oltre ad essere bugiardo, è figlio di una squadra che deve ancora essere tale e presente a sé stessa lungo l’intero arco ella partita. Invece continua a subire e prendere gol in ripartenza, generata da una preoccupante confidenza con l’eccesso di sicurezza che rischia di sfociare in presunzione e spesso nell’autolesionismo. Urge porre rimedio a questa tendenza e Ranieri l’ha evidenziato con forza.
L’Europa, il giardino della Roma
Non era scontato che la Roma eliminasse il Porto, fra l’altro mai superato prima di questa sfida in tre precedenti in periodi e competizione diverse. L’importante comunque era passare il turno e la Roma ci è riuscita, confermando di sentirsi a proprio agio in campo internazionale. L’Europa si conferma il giardino di casa, ma il percorso verso la finale di Bilbao sarà subito in salita. La Roma è attesa proprio dall’Athletic o dalla Lazio. Non esattamente un ottavo comodo. Tuttavia superare l’ostacolo basco o quello biancoceleste darebbe, oltre a una soddisfazione immensa, anche una spinta straordinaria per proseguire il percorso europeo che a quel punto assumerebbe contorni assai interessanti.