Calcio

Droni e scandali: il calcio femminile in Canada è in crisi nera

Nelle ultime ore sono emerse nuove informazioni relative alla cultura lavorativa tossica e ai problemi di spionaggio che affliggono l’organo di governo nazionale dello sport

Il calcio femminile canadese sta attraversando una crisi profonda e inquietante, segnata da scandali e accuse gravi che stanno scuotendo le fondamenta dell’organizzazione sportiva nazionale. Recentemente, il NDP (Nuovo Partito Democratico) federale ha annunciato l’intenzione di presentare una mozione che obbligherebbe i leader di Canada Soccer a testimoniare davanti a un comitato parlamentare. Questa iniziativa è stata avviata a seguito di nuove accuse relative alla cultura lavorativa tossica e ai problemi di spionaggio che affliggono l’organo di governo nazionale dello sport.

Le rivelazioni emerse da un’inchiesta condotta da The Globe and Mail hanno messo in luce che il programma di calcio femminile in Canada era già in difficoltà ben prima dello scandalo legato all’uso di droni durante le Olimpiadi di Parigi. Un rapporto di indagine sul luogo di lavoro, presentato a Canada Soccer un anno prima dei Giochi, ha evidenziato che i membri del personale esprimevano preoccupazioni riguardo a un presunto ambiente lavorativo tossico e a situazioni di spionaggio.

L’episodio di Bev Priestman e il suo impatto

La situazione è ulteriormente complicata dall’episodio che ha visto coinvolta Bev Priestman, l’ex allenatrice principale della squadra femminile, sospesa dalla FIFA e da Canada Soccer dopo che un analista delle prestazioni, Joey Lombardi, è stato sorpreso dalla polizia francese mentre pilotava illegalmente un drone su un allenamento chiuso di un avversario. Questo evento ha sollevato interrogativi non solo sull’etica sportiva, ma anche sulla gestione interna di Canada Soccer.

Un’inchiesta interna commissionata da Canada Soccer ha rivelato che sia Priestman che l’allenatrice assistente Jasmine Mander avevano ordinato a Lombardi di spiare due volte la Nuova Zelanda prima di un’importante partita olimpica. In seguito a queste rivelazioni, Canada Soccer ha annunciato che entrambe le allenatrici non sarebbero più state parte dell’organizzazione, mentre Lombardi si è dimesso a seguito delle Olimpiadi.

L’onorevole Niki Ashton, membro del comitato permanente sul patrimonio canadese, ha dichiarato che la sua mozione mira a garantire che tutti i dirigenti e allenatori attuali e passati siano interrogati riguardo alla cultura interna di Canada Soccer. Nonostante una mozione simile fosse stata bocciata in precedenza dai Liberali e dal Bloc, Ashton sostiene che un esame approfondito sia fondamentale per affrontare il caos attuale e per elaborare raccomandazioni utili al governo.

Conseguenze per la reputazione del calcio femminile

La questione dello spionaggio ha colpito duramente la reputazione del calcio femminile canadese, soprattutto in un periodo in cui il paese si prepara a co-organizzare la Coppa del Mondo maschile nel 2026. La Canada Soccer, che riceve milioni di dollari di finanziamento federale, si trova ora a dover ripristinare la fiducia del pubblico nella sua capacità di autogovernarsi. Questo è un aspetto cruciale, considerando che la reputazione del calcio canadese è stata danneggiata, specialmente dopo che la squadra femminile ha fatto ritorno a casa senza una medaglia per la prima volta dal 2008.

Muneeza Sheikh, avvocato per i diritti umani e del lavoro che rappresenta Priestman, ha contestato le accuse, dichiarando che le notizie diffuse contenevano affermazioni false e mirate a screditare la sua cliente, evidenziando il fatto che la sua assistita è una donna gay nello sport professionistico. Sheikh ha sostenuto che ciò che è accaduto alle Olimpiadi di Parigi avrebbe dovuto fungere da catalizzatore per il cambiamento, ma ha invece rivelato una “masterclass nel trasferimento di colpe” da parte delle autorità.

Un ambiente di lavoro tossico

Le indagini sul luogo di lavoro condotte nel 2023 hanno messo in luce un ambiente di lavoro difficile, con alcuni membri del personale che hanno descritto le squadre nazionali femminili come un luogo di lavoro tossico. Accuse di alcolismo tra il personale e di maltrattamenti nei confronti di chi si opponeva allo spionaggio sono emerse, evidenziando una cultura organizzativa problematica.

Benché Canada Soccer abbia dichiarato che le indagini non hanno rilevato violazioni del Codice di Condotta, le testimonianze di membri attuali ed ex del personale raccontano di un ambiente di lavoro in cui le preoccupazioni riguardo allo spionaggio erano già state sollevate. Tuttavia, l’organizzazione non ha fornito informazioni chiare su chi avesse ricevuto i rapporti di indagine, lasciando aperti interrogativi sulla responsabilità dei dirigenti.

L’amministratore delegato ad interim della Canada Soccer al momento delle indagini, Jason deVos, ora allenatore assistente del Toronto FC, ha affermato di aver introdotto modifiche politiche come risultato delle preoccupazioni sollevate, ma non ha potuto discutere dettagli specifici delle indagini. Questo solleva ulteriori domande su come vengono gestiti i reclami all’interno dell’organizzazione.

Le ripercussioni finanziarie dello scandalo

Il costo dello scandalo di spionaggio per il Canada è stato significativo, con una penalità di sei punti alle Olimpiadi e una multa di 315.000 dollari, a cui si aggiunge il ritiro di parte del finanziamento federale. In questo contesto, le speranze per una ripresa del calcio femminile in Canada appaiono sempre più lontane, mentre la comunità sportiva e i tifosi si interrogano su come l’organizzazione possa ricostruire la propria immagine e ritrovare la fiducia perduta.

Redazione Footbola

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