Uno è nato in Costa d’Avorio, l’altro in Camerun; in comune hanno la passione per il calcio e un talento straordinario con il pallone tra i piedi. Stiamo parlando di Didier Drogba e Samuel Eto’o, giocatori capaci di fare cose straordinarie. Più di quattrocento goal in due e pagine di storia meravigliose scritte su un campo da calcio. Simili nel modo di interpretare il match (sono sempre scesi in campo con la determinazione di portare a casa i tre punti) ma diversi nelle caratteristiche. Drogba ha basato la sua carriera sulla forza fisica, l’abilità nel gioco aereo e una potenza dirompente all’interno dell’area di rigore; diverso il discorso per Eto’o molto più tecnico e capace di giocare sia come riferimento centrale sia come attaccante esterno. Andiamo a ripercorrere alcuni dei momenti più significativi nella carriera di due straordinari giocatori.
Inizia la carriera in Francia e, con la maglia del Marsiglia, inizia a mostrare le sue qualità; con l’OM raggiunge nel 2003/2004 la finale di Coppa Uefa (di cui diventa capocannoniere) ma viene sconfitto dal Valencia. Il salto di qualità arriva in estate quando viene acquistato dal Chelsea; l’esperienza con i Blues è durata, complessivamente, nove stagioni ed è stata senza ombra di dubbio la più importante della sua carriera. A Stamford Bridge conquista ben quattordici trofei riuscendo ad essere decisivo in ogni competizione alzata dal suo Chelsea; la serata più importante è stata la finale di Champions League contro il Bayern Monaco. Un match dominato dai bavaresi che, però, hanno il demerito di non chiudere il match e perdere la marcatura più importante su un calcio d’angolo: quella su Drogba. Colpo di testa di una violenza inaudita per portare la gara ai supplementari e poi ai rigori dove è sempre l’attaccante ivoriana a regalare il trofeo a Di Matteo. Dopo l’esperienza con i Blues non è riuscito a ripetersi ai suoi livelli nonostante una buona stagione con il Galatasaray.
Eto’o, la generosità al servizio della squadra
Passiamo ora a Samuel Eto’o, giocatore qualitativamente immenso in grado di saltare costantemente l’uomo e decisivo sia sotto porta sia nel mandare in rete i compagni. Inizia a farsi conoscere al mondo del calcio con la maglia del Maiorca: cinquantaquattro goal (miglior marcatore nella storia del club) e doppietta realizzata nella finale, vinta, in Copa del Rey. Un trampolino di lancio che Eto’o sfrutta nel migliore dei modi, a partire dal trasferimento al Barcellona; in blaugrana è protagonista del triplete 2008/2009 e di uno dei tridenti offensivi più efficaci con Messi ed Henry. Il meglio, però, deve ancora venire; nell’estate 2009 si trasferisce all’Inter e in nerazzurro dimostra tutta la sua abnegazione. Sotto la guida di Mourinho gioca di punta, come attaccante esterno e in alcune serate europee ricopre anche il ruolo di terzino; una generosità che permette al club italiano di vincere Serie A, coppa Italia e Champions League. Terminata l’avventura con l’Inter inizia il lento declino dell’attaccante che non riuscirà mai più ad esprimere al meglio le sue qualità.
L’inizio in una piccola realtà calcistica, l’esplosione, l’affermazione in un top team, il lento declino. Drogba ed Eto’o, tanto simili quanto diversi. Forza fisica, abilità nel gioco aereo, qualità tecnica e tanta personalità; queste le caratteristiche dei due attaccanti africani più forti di sempre. Due giocatori che difficilmente saranno dimenticati dal mondo del calcio.
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